Le violente proteste che hanno sconvolto il Niger tra il 16 e il 18 gennaio e che hanno provocato la morte di 10 persone e la distruzione di oltre 40 chiese «non sono avvenute per caso ma sono state pianificate». È quanto scrive in una lettera a Aide a l’Église en detresse una suora del Niger, che preferisce restare anonima, la quale è dovuta scappare con la sua congregazione a Niamey.
«CRISTIANI DEVONO MORIRE». «A Natale, Boko Haram voleva incendiare tutte le chiese del Niger e bruciarci vivi». Questo non è avvenuto per una ragione sconosciuta ma le vignette su Maometto di Charlie Hebdo sono state usate come scusa. «I discepoli di Boko Haram ci hanno spiegato che i cristiani devono morire così che loro possano andare in Paradiso. È diabolico. Ma noi non ci lasciamo spaventare perché l’amore è più forte dell’odio».
«TUTTO È STATO BRUCIATO». Nella lettera intitolata «Pace» racconta: «Tutto è cominciato a Zinder: cinque morti. Quattro dentro la chiesa e il quinto in un bar. Il centro culturale francese è stato attaccato, completamente bruciato insieme alla banca Brs. La chiesa dove vivono i padri bianchi e le sorelle dell’Assunzione pure è stata bruciata, oltre alle loro case, alle automobili e alla scuola. Tutto è stato bruciato. Ora non hanno più niente tranne la loro vita, e c’è già di che essere soddisfatti. Sono infatti riusciti a fuggire per tempo e nascondersi in una caserma militare. Hanno perso tutto, ma sono vivi».
L’OSPEDALE SALVATO. «È incredibile», continua la suora, che a Niamey abbiano bruciato almeno 40 chiese. «Un gruppo di uomini è arrivato in moto. Hanno derubato le chiese, una dopo l’altra, e poi le hanno bruciate usando taniche piene di benzina». Centinaia di estremisti si sono poi lanciati sugli orfanotrofi «e per fortuna che eravamo riusciti ad evacuare i bambini, portandoli alla polizia. Ma hanno rubato tutte le scorte di cibo». Le suore di Madre Teresa hanno salvato l’ospedale contrattando coraggiosamente con i ribelli: «Possiamo mettere in salvo i malati prima che voi bruciate l’ospedale?», hanno chiesto loro. «Queste parole hanno commosso i ribelli, che non hanno toccato l’ospedale e hanno bruciato solo la chiesa».
«LA NOSTRA FEDE AUMENTA». Quando la situazione è degenerata, tutte le religiose sono state avvisate di scappare, sia dal vescovo che da alcuni vicini musulmani. Nella lettera, la testimone racconta di «essere corsa in chiesa a consumare il Santissimo Sacramento perché volevano bruciare anche i Tabernacoli». Chiusa a chiave la chiesa e il loro monastero, le suore si sono rifugiate da una famiglia: «Per strada abbiamo visto una chiesa protestante bruciare. No, il Niger non è più un luogo tranquillo. Domenica non siamo potute andare in chiesa ma stasera sono arrivati due sacerdoti a celebrare la Messa. Non li aspettavamo, davvero Dio non ci abbandona mai. È stato un balsamo per il nostro cuore, la nostra fede è aumentata».