Nessuna semplificazione, il nuovo Senato è tutto una Camera di incertezze
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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Lo slogan: la riforma costituzionale garantisce più celerità nell’approvazione delle leggi e supera il bicameralismo paritario che finora ha causato perdita di tempo nel passaggio fra Camera e Senato. Il Sì al referendum confermerà l’attribuzione di larga parte del potere legislativo alla Camera, riservando al Senato solo competenze di rilievo territoriale. La realtà corrisponde allo slogan? Partiamo dalla composizione del nuovo Senato, che dovrebbe scendere da 315 a 100 persone; “dovrebbe”, perché di questo ramo del Parlamento faranno parte a vita, come oggi, gli ex presidenti della Repubblica (che però non rientrano nel calcolo), più un numero fino a cinque di personalità nominate dal Capo dello Stato: è il tetto massimo, quindi potrebbe anche essere inferiore. La quota certa è quella di 95 componenti indicati dalle regioni: 21 sindaci, uno per ogni consiglio regionale, e 74 consiglieri regionali, scelti da ciascuna Regione in relazione alla popolazione residente, con un minimo di due per Regione.
Non sono noti i criteri per individuare i consiglieri-senatori: nella Costituzione vi è un generico rinvio a una legge di attuazione, chiamata a garantire criteri di proporzionalità che salvaguardino le minoranze. Ma non si comprende come questa garanzia possa realizzarsi quando i senatori da indicare sono soltanto due (il che accade per 7 Regioni): con un mutamento così profondo del Senato, la modalità di composizione di esso è un mistero. Il nuovo Senato sarà un’assemblea la cui composizione varierà in continuazione, dal momento che ciascun senatore resta in carica fino a quando durano la consiliatura della Regione o del Comune da cui proviene. La prima ricaduta è che non si riuscirà mai a capire quale è la maggioranza, e questo, in un sistema che vanta semplificazione, ha riflessi di segno opposto: la stabilità è una delle condizioni dell’efficienza. È sufficiente ricordare che nella legislatura 2006/08 la differenza di maggioranza era determinata al Senato dalla presenza in aula dei 5-6 senatori a vita: l’incertezza che allora dipendeva dalle condizioni di salute di un numero così ristretto di componenti oggi diventa strutturale e complessiva. Nelle materie per le quali dovrà avere interlocuzione col nuovo Senato il Governo non potrà ricorrere al voto di fiducia, che è rimasto solo nel rapporto con la Camera.
Quanto alle materie di competenza, il nuovo art. 78 Cost. lascia che lo stato di guerra sia dichiarato dalla sola Camera dei deputati; il nuovo art. 79 conferisce l’esclusiva alla Camera per amnistia e indulto; il nuovo art. 94 riserva solo alla Camera il potere di concedere o revocare la fiducia al Governo. È accettabile che passi così significativi nella vita della Nazione prescindano dalla valutazione del Parlamento nella sua interezza?
Localismi e norme comunitarie
Per altro verso, secondo l’art. 55 il Senato partecipa «alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Ue». È un caso probabilmente unico al mondo di competenza sovranazionale per un ramo del Parlamento di impostazione localistica (lo stesso art. 55 precisa che il nuovo Senato «rappresenta le istituzioni territoriali», non la Nazione, a differenza della Camera) in un contesto nel quale buona parte delle norme che regolano la nostra vita quotidiana sono di provenienza comunitaria. Immaginiamo che il sindaco di Velletri sia scelto dalla regione Lazio per andare al Senato: quale attinenza ha il suo profilo istituzionale con la «formazione e l’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Ue»? Sappiamo peraltro che il Governo nazionale partecipa agli organismi comunitari: come si coordina la sua azione, che anch’essa partecipa alla formazione e alla attuazione degli atti dell’Ue, con quella del Senato? E che cosa accade se vi è un dissenso fra Senato e Governo sull’attuazione della politica europea, nel momento in cui il Governo non ha neanche l’arma della fiducia per far passare la propria linea? Come viene composto un eventuale conflitto? Si va davanti alla Corte costituzionale? E dove finiscono l’efficienza e la rapidità delle decisioni?
Foto Ansa
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24 commenti
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Menelik che sembra favorevole al NO mi elenca una serie di inconvenienti che sono proprio causati dall’attuale sistema nel quale nessuno è responsabile di nulla. Certamente con il SI si cambia male ma non cambiare mi sembra il male peggiore e per di più certo.
Questa riforma e’ partita male con la volontà di Renzi di imporre il proprio punto di vista, ed è proseguita peggio con l’approvazione dell’Italicum: oltre al pasticcio incredibile del Senato, che resta in balia dei consigli regionali con criteri del tutto nebulosi, il problema principale mi sembra il combinato con la legge elettorale. Mi sembra assurdo che un aspetto fondamentale per gli assetti istituzionali come la legge elettorale si possa decidere con legge ordinaria: occorreva inserire la legge in Costituzione e farla in maniera da non umiliare le minoranze. Ora Renzi sembra avere finalmente capito, ma finché non sarà chiaro quale legge passerà, votare si a una riforma che potenzialmente mette l’unica camera in balia dei nominati dal premier e’ francamente a rischio di deriva autoritaria. L’unico vantaggio sarebbe quello di avere un partito forte che può mettere in difficoltà la magistratura (e infatti i magistrati e i giustizialista stanno facendo una disperata campagna per il No), ma il prezzo da pagare sarebbe quello di essere governati direttamente dai poteri economico-finanziari.
Ricordatevi, tutti quelli che hanno partecipato con la presenza al Family Day dello scorso 30 gennaio al Circo Massimo, o tutti quelli che, pur non essendoci di persona, ne condividono gli intenti e avrebbero voluto esserci:
prima del commiato (dell’arrivederci, praticamente), dal palco, Gandolfini:
“AL VOTO RICORDEREMO CHI CI HA SOSTENUTI”.
Ecco, questa è la prima occasione, e non sarà l’ultima, qualunque cosa succederà in politica.
Sono d’accordo con Mantovano e con Menelik , voto NO, NO e NO e ancora NO, per tutti gli stessi motivi, illustrati che meglio non si può.
Vedere la Boschi a Porta a porta, mi ha convinto ancora di più…che persona sgradevole, saccente, piena di sé, veramente insopportabile.
Parisi bravo, poco brillante, forse, ma della brillantezza alla Boschi non so che farmene.
Non è una questione di brillantezza o di antipatia o simpatia, evidentemente a nessuno interessano
i fattori in gioco , il tenersi la poltrona, il difendere gli amici degli amici, oppure finanziamenti.
Suvvia, non prendiamoci in giro.
Come se il vero problema che citi riguardasse solo i parlamentari e non tutto l’apparato di dirigenti pubblici e burocrati che non sono sotto i riflettori ma che rimangono lì inamovibili per quarant’anni a gestire male i soldi se non a papparseli, refrattari a qualsiasi cambiamento. Almeno i parlamentari hanno il presunto controllo del voto nostro con cui devono confrontarsi, rendere più debole e irresponsabile la funzione parlamentare rende solo più forti questi corpaccioni irriformabili dentro allo stato, i veri difensori degli amici degli amici sono i sostenitori di questa riforma…
Se uno ha la vista corta, e fa le cose per ripicca senza tener conto di tutti i fattori in gioco non va da nessuna parte.
Serve forse dire che sono per Family Day?
Rifletti: abbiamo occasione unica per darci un nuovo governo, degno di questo nome, che si spera non renda necessarie nuove manifestazioni. Per questo voto NO.
Ciao, trollona, sempre in servizio , eh ?
Più perdente di te, in vita mia, mai incontrato nessuno e lo sai che non ne sono contenta, anzi, mi dispiace moltissimo per te.
Che se qualcuno , nella vita reale, ti ha mai guardato con simpatia, quello è un cristiano, che vinca o che perda nel mondo.
Ma forse, per essere così sola, non hai mai incontrato , nella vita reale, manco un cristiano.
Cercali, vedrai che una speranza di uscire dall’abisso c’è anche per te.
Poi l’argomentazione che piuttosto di niente è meglio qualcosa è assolutamente priva di contenuto. Bisognerebbe saper valutare se i vantaggi in qualche modo sopravanzano gli svantaggi non che basti un risparmio di qualche milione di euro per dire che allora qualunque riforma è positiva, siamo proprio alla frutta…
Non è solo per avere qualcosa, ma CAMBIANO ANCHE LE REGOLE DEL GIUOCO.(Governare)
Per governare devi avere un progetto , altrimenri se non produci nulla vai a casa.
Beh, Roberto, meno male che ci sei tu ad avere la vista lunga, non come quella marea di giuristi e altri addetti ai lavori che sono decisamente per il NO, con quintali di argomentazioni precise : il proporsi insopportabile del ministro è solo la ciliegina sulla torta.
In ogni caso, non credo che nessuno abbia in tasca alcuna formula magica di previsione del futuro, tantomeno noi comuni lettori, ma Renzi a casa non sarebbe un cattivo risultato.
Certo che il livore generalizzato sottende spesso chi è represso in un angolo buio di se stesso.
Ora la Signora Trollona, sguazza da un blog all’altro, ora spalla si se stessa ora spalla di un tale MicheleL che la sa lunga su tutto e mi meraviglia non sia anche lui qui a dire la sua.
Comunque solidarizzo con la Signora Giovanna ed aggiungo un esempio su una certa faccenda di cui sono stato testimone diretto.
In un piccolo paesino un tale, andato in pensione a 56 anni nel 2012 anni con solo 30 di contributi, ovvero con solo 30 anni di servizio in un ente pubblico, di cui 27 passati da sindacalista CGIL distaccato nella locale segreteria provinciale (sic!), andò a percepire una pensione sostanziosa perchè figurativamente è come se ne avesse versati 40 dovuti ad integrazione misteriosa del sindacato.
Ora, a questo signore ormai in pensione venne la brillante idea, giusto per fare qualcosa, di costituire una locale sezione della ANP, ovvero Associazione Nazionale Partigiani (nato nel 1956 non ha visto la tragedia della guerra), reclutando soci persino di 18 anni, ma rigorosamente provienti con tessera PD, …. ” per percepire contributi locali e regionali da utilizzare per la sezione …” mi disse candidamente!
Glorioso finale politico
Manifesti affissi nel pasino (55.000 abitanti): “I partigiani che hanno combattuto per la nostra libertà dicono SI al referendum!” con tanto di foto d’epoca et varie!
Ma, insomma, la realtà generale supera la fantasia!
Si fanno risorgere anche i defunti pur di obbedire al capo, con la differenza che questi hanno combattuto, sì, ma per reazione ad una causa precisa.ù
Il Signor Mussolini aveva abrogato la camera e senato in virtù del potere assunto con la maggioranza quasi assoluta in parlamento!
Senza dettagliare come e perchè avvenne (vedetevi RAI STORIA, tanto il canone lo pagate), il primo rischio che correremo con il si vincente, già dato per corretto quanto Mantovano ha spiegato, la fine della democrazia così come cosciuta in nome di una IPOTETICA efficenza.
Per ciò che concerne la Boschi, figlia non dimissionaria di bancarottiere di recente fattura, stendiamo un pietoso velo!
Renzi e tutte le sue porcate di paterna familiarità, poi, non ne parliamo!
P.S. NON INERENTE.
Ma Maurizio Lupi, costretto a dimettersi per un semplice orologio di filiale proprietà, magari neanche eccelso, non dice nullanullanulla e difende pure il SI.
Ma guarda tu come va la vita!
Non è che ho la vista corta o lunga, non mi interessa.
Ci sono giuristi che dicono esattamente il contrario, comunque, che la riforma vada migliorata è fuori di dubbio che venga bocciata solo in odio mi sembra miope.
L’unica cosa che imputo a Renzi è la legge sulle unioni civili.
Sul JobAct sugli 80€ sulla riduzione dell’Irap sulla abolizione delle province sto con lui.
sono fatti reali di cui abbiamo usufruito.
Sul referendum non ho dubbi, guardando poi la schiera di populisti, demagoghi : perché tutto rimanga uguale , tutti vogliono cambiare per non cambiare nulla.
Dicono prima mandiamo a casa Renzi poi cambiamo.
Con chi ? con 5stelle? con D’alema? con la minoranza Dem del PD ?
Col PD di Renzi ? che ha sempre la maggioranza e non voterà a favore?
C’è una strategia del Nò?
La realtà è questa.
P.S. Non ho mai votato a sx ne a dx della DC e alle elezioni non voterò Renzi
“Populismo” è l’etichetta dietro la quale proprio il PD nasconde ciò che non vuole affrontare per ideologia.
In TV il renzame continua a bofonchiare “meglio questo che nulla”, come se la Costituzione fosse faccenda di cui, a un certo punto, si può anche accontentare.
Quella del ’48 fa tanto schifo?
Può darsi.
Se non altro questa costituzione “schifosa” finora ci ha consentito di vivere in un Paese democratico, nonostante tutto quello che abbiamo passato in tutti questi anni (minaccia nucleare, terrorismo, mafia ecc.).
Forse perché è frutto del lavoro di statisti veri, scampati alla guerra mondiale, sopravvisttui ai campi di concentramento, di ritorno al confino e sfuggiti ai rastrellamenti, e non il prodotto etilico delle cene “raccolta fondi” di quattro “rottamatori” raccogliticci.
Quali sarebbero i fattori in gioco positivi a parte quello ridicolo di ridurre i costi di una camera rendendola tralaltro non elettiva! Con l’altra camera con un legge elettorale degna della famigerata Acerbo. Si cita a sproposito la Francia dove addirittura è possibile, ed è già successo, avere un presidente e un premier di sponde opposte, ricordate Chirac-Jospin?, e per questo è garantito l’equilibrio dei poteri e il doppio turno, essendo fatto sulle circoscrizioni, non garantisce una maggioranza assoluta per forza come l’Italicum che è una pessima prima assoluta tra i paesi svilusati. Anche negli Stati Uniti Obama sta governando da sei anni senza la maggioranza al congresso, si chiama bilanciamento dei poteri…
Una cosa è certa se vince il Si! I senatori dovranno cercarsi un altro lavoro così come quelli de CNEL
e i politici delle province.
Con la riforma si cambiano le regole del gioco, non più quella melassa di ingovernabilità e di consociativismo politico. Abbiamo visto di tutto, senatori che erano favorevoli(Schifani) poi contrari.
Votare la riforma e per poi dire No! Eh ,cosa si fa per la poltrona
SIAMO SERI NON PRENDETECI PER I Fondelli.
Se vince il No! PARISI è finito, vinceranno i Brunetta e i Salvini e compagnia cantante.
Saremo nella melma.
“Una cosa è certa se vince il Si! I senatori dovranno cercarsi un altro lavoro così come quelli de CNEL
e i politici delle province.”
Sì, ce li vediamo tutti, i poveri ex senatori della Repubblica, a mettersi in lista per andare a giornata a cogliere le olive.
L’ingenuo Roberto…
Ma che ragionamento è? Il punto è se queste nuove due camere, funzioneranno bene in futuro e saranno rappresentative, cioè il merito della riforma, lascia perdere i senatori che ci sono ora…
Mantovano ormai il vitalizio ce l’ avete voi senatori alla faccia dei giovani senza lavoro. Potete anche rinunciare a delle poltrone inutili.
“Alla faccia dei giovani senza lavoro” il vitalizio se lo sbafano gli immigrati che approdano in Italia per i quali il governo stanzia 4 miliardi quest’anno e 3,5 l’anno scorso, che ci costano 35 euro al giorno, e solo un misero 5% sono veri profughi da zone di guerra, gli altri li vedi in giro per i paesi a ciondolare tutto il giorno con la sigaretta in bocca (5 euro a pacchetto) e l’i-phone con le cuffie alle orecchie….e sono testimone diretto di quanto ho scritto….con i miei occhi.
Ecco dove vanno 4 miliardi di euro che potrebbero essere destinati a sostegno del reddito di situazioni difficili.
E in quanto ai giovani senza lavoro, come mai le aziende forestali per poter lavorare hanno sempre più personale slavo (macedone in maggioranza) con cui coprire gli operai italiani che vanno in pensione? I giovani italiani dove sono? A loro non piace lavorare con la motosega in mezzo ai boschi? Troppa fatica, vero? Si suda sotto il maglione, anche d’inverno, e poi viene il mal di schiena. E soprattutto, è un lavoro per reietti, come cinquant’anni fa il minatore.
Francamente Mantovano, con tutto il tempo che spende a difendere i valori cattolici pubblicamente ed i cristiani perseguitati (ACS), non merita il qualunquismo di Recarlos.
Però Recarlos che finezza argomentativa, quasi quasi mi hai convinto…