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A volte ritornano. Il mostro che riemerge in questa fine di legislatura è quello della legge n. 194, che dal 1978 ha reso “legale” l’aborto a richiesta. Il testo unificato sull’eutanasia (d’ora in avanti t.u.), approvato in commissione, relatore l’onorevole Alfredo Bazoli, pervenuto a dicembre nell’aula della Camera, altro non è che una 194 che, invece che al concepito, ha nel mirino l’ammalato, il disabile, l’anziano non autosufficiente. Della 194 il t.u. mutua forma, struttura, dinamica, in taluni passaggi perfino la lettera.
La forma
Come nessun articolo della 194 menziona l’aborto, pur rendendolo praticabile, dando spazio all’espressione “interruzione volontaria della gravidanza”, o più asetticamente Ivg, così nel t.u. non troverete mai la parola “eutanasia”, bensì l’espressione “morte volontaria medicalmente assistita”, anche qui sincopata in Mvma.
La struttura
L’art. 1 della 194 assicura che «lo Stato garantisce il diritto alla pro...
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