Né Pacs né altro. È lecito chiedere a chi non sta a sinistra di essere più chiaro sulle coppie di fatto?

Di Alfredo Mantovano
04 Febbraio 2013
Il solo reale obiettivo è fornire alle coppie gay un riconoscimento, analogo a quello delle persone di sesso diverso che si uniscono in matrimonio: raggiunto il quale, saranno possibili allargamenti.

Nemmeno Vendola rivendica il matrimonio fra gay, anche se non ne prende le distanze. Il problema è invece che chi esclude tale prospettiva ha preso l’abitudine di sostenere che i “diritti civili” dei conviventi, quelli sì vanno garantiti! Eppure, non il Catechismo, ma le leggi dello Stato ci informano che quei diritti già ci sono, dall’assistenza al partner in qualunque struttura sanitaria alla possibilità di decidere per lui un’operazione di trapianto, dalla successione nella locazione o nell’abitazione di proprietà all’assegnazione di un alloggio popolare. E poiché è più facile elencare quello che manca rispetto a quello che c’è (ma quello che manca, per esempio la reversibilità della pensione, non si può fare più per ragioni di compatibilità finanziaria che di principio), va chiesto a chi affronta il tema in campagna elettorale: è veramente necessaria la disciplina formale delle coppie di fatto?

La sinistra ha la necessità politica di ergersi a paladina dei “diritti civili”, altrimenti le resta ben poco (Hollande docet). Sappiamo pure che il riconoscimento dei “diritti individuali” è secondario rispetto al riconoscimento pubblico del “fatto” della convivenza. Nella prospettiva ideologica di chi lo propone, è essenziale che per la prima volta il regime pubblicistico includa anche le convivenze, e che queste comprendano le unioni fra persone dello stesso sesso. Il solo reale obiettivo è fornire alle coppie omosessuali un riconoscimento pubblico, analogo a quello delle persone di sesso diverso che si uniscono in matrimonio: raggiunto il quale, saranno possibili estensioni e allargamenti. Proprio perché la questione è pregiudiziale, è lecito dire che è dannosa per il diritto di famiglia qualsiasi regolamentazione della materia? E attendersi un po’ di serietà in più, financo in campagna elettorale, da chi non si colloca a sinistra?

 

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8 commenti

  1. ErikaT

    Il matrimonio egualitario è indispensabile per avere una vera civiltà giuridica egualitaria.

    1. franco

      erika toglimi una curiosità.
      sei lesbica?

      1. ErikaT

        se leggi il mio blog scopri cosa sono…. basta cliccare sul mio nick

      2. albo

        x Franco Tu rispondi alle persone in base al loro orientamento sessuale? Anche questo è sessismo o meglio razzismo omofobico.

  2. sara

    INFATTI UN REFERENDUM SAREBBE UN’ OTTIMA COSA!!!| COSì SI METTEREBBE FINE A TANTE POLEMICHE

    1. andrea

      Non è mica così semplice e banale.

      I referendum su temi etici o principi di diritto sono sempre un’arma a doppio taglio: è giusto ed eticamente accettabile ciò che dice la maggioranza o ciò che è eticamente giusto in sè? E chi lo decide cosa è giusto in sè, quale è il fondamento ultimo di giustizia e verità?

      Immagina se al tempo degli stati confederati avessero fatto un referendum sulla schiavitù: non sarebbe stata abolita e gli sarebbe dato un rafforzamento, una giustificazione giuridica.

  3. Referendum

    Sarebbe necessario proporre un referendum sul tema nuovi tipologie di matrimonio, eventuali limiti dei coniugi (sesso , tendenze sessuali, numero, parentela) e relative adozioni.

    Faccio notare che in Francia appena è stato proposto questo tipo di referendum i socialisti favorevoli alla proposta di legge l’hanno immediatamente bocciato e si sono chiusi a riccio.

    1. albo

      La maggioranza degli italiani vuole uno Stato più laico…

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