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Mosse e contromosse in Medio Oriente in attesa di Trump

Di Giancarlo Giojelli
12 Gennaio 2025
Cosa succederà da qui al 20 gennaio, giorno dell'insediamento del presidente statunitense. Scenario in evoluzione in Israele, Gaza, Libano, Siria e Iran
Donald Trump con Benjamin Netanyahu, Washington, DC, Stati Uniti, 15 settembre 2020 (foto Ansa)
Donald Trump con Benjamin Netanyahu, Washington, DC, Stati Uniti, 15 settembre 2020 (foto Ansa)

Dopo anni di guerre devastanti, indicibili orrori, distruzioni e massacri, tra l’ultimo mese del 2024 e il primo del 2025 la storia sembra aver di colpo accelerato la sua corsa, frustando il cavallo su cui galoppa attraverso i monti e i deserti del Medio Oriente.

Galoppa in Siria: in una settimana è crollato il regime degli Assad che durava da oltre mezzo secolo. Corre in Libano: in due ore il Parlamento di Beirut ha eletto il presidente che mancava da oltre due anni. Ma segna ancora il suo tragico passo a Gaza, dove i bollettini di morte non arrestano il macabro conto.

Non tutto è finito, ma molto si sta muovendo. Donald Trump, il presidente eletto americano, ha ammonito: vuole che si sistemino le "cose" prima del 20 gennaio, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, rafforzando l’impegno del premier israeliano Benjamin Netanyahu che vuole un "nuovo ordine del Medio Oriente" e lo vuole in fretta.

Le prime tessere dell’intricato puzzle sono state sistemate, si delinea la...

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