Misericordia e giudizio. Cosa ci insegnano Madre Teresa e le suorine di Calcutta
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Padre Rosario Stroscio, 94 anni, è stato per cinquant’anni amico e confessore di Madre Teresa di Calcutta. Di recente, ha raccontato al Corriere della Sera che una volta «venne a intervistarla una giornalista americana, prevenuta, altera (per le sue posizioni sull’aborto, ndr). Rifiutò di mettersi a piedi nudi. Il suono dei suoi tacchi a spillo risuonava per il convento. Madre Teresa la ricevette mentre toglieva i vermi dal corpo di un moribondo, raccolto all’angolo della strada. Alzò lo sguardo, la vide, le disse: “Abbia pazienza, alla mia età non vedo più bene. Mi aiuterebbe?”. La giornalista si buttò ai suoi piedi in lacrime. Madre Teresa le aveva toccato il cuore. Era davvero una santa».
Sempre nei giorni scorsi le suore della Carità hanno rinunciato volontariamente allo status giuridico che permette loro di gestire in India una quindicina di centri di adozione. Da agosto, infatti, è in vigore nel paese una nuova legge che permette le adozioni anche a single e divorziati. In nome delle disposizioni lasciate dalla beata di Calcutta, le religiose hanno chiuso i loro servizi, «perché i bambini hanno bisogno di entrambi i genitori, maschio e femmina».
In un periodo in cui si discute molto di empatia e dottrina, di casuistica e precetti morali, le suorine di Madre Teresa ci ricordano che la questione non è trovare un compromesso, seppur nobile e alto, tra compassione e princìpi morali, ma di esercitare sempre il massimo della misericordia con il massimo della chiarezza di giudizio.
Foto Ansa Ap
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A mmmemmmi frullano quandomi toccano i Santi; quindi, ad breve distanza dalla Solennità a loro dedicata, in onore di Santa Madre Teresa di Calcutta posterò una mia vecchia poesia scritta in suo onore. e spero che le sia piaciuta.
A MADRE TERESA.
Madre….
è il titolo che più rispecchia
la tua personalità: non riuscirei
ad attribuirtene un altro,
non ce c’è di più nobile,
di più alto.
Avremmo voluto ancora
averti tra noi per molto tempo
ma sei tornata a Casa.
Eri piccolina e un po’ curva
ma al tuo fianco
ci sentivamo sicuri, e forti.
Madre, Teresa,
eri, sei un’artista.
I tuoi piedi, importanti e forti,
han solcato terre lontane e vicine,
lindi pavimenti di palazzi, atenei, case
ma ancor più corridoi d’ospedali,
neri marciapiedi, …chiese.
Tracciando i percorsi da te camminati
ne viene un astratto di curve e linee
rimasto incompiuto.
Le tue mani han saputo plasmare
le carezze più calde, più vere.
I tuoi occhi han versato le lacrime
che versan tutti i comuni mortali:
di gioia, tristezza, dolore,
ma occhi lucenti e sicuri
di chi sa con certezza
dove vuole arrivare.
Le tue rughe
il riflesso dell’amore
che è sì, pace e gioia,
ma anche fatica e dolore.
Da grande artista
hai saputo forgiare
i sorrisi più belli
scaturiti dal cuore:
migliaia, milioni, miliardi di sorrisi
che con tanto amore
hai saputo donare.
Un cuore che ama,il tuo
di Amore di Padre..
il tuo gran cuore:
mi fermo,
chè non trovo le giuste parole.
Madre…come Maria, Santissima.
Madre…di nome, di fatto.
Madre…artista in terra, ed in Cielo.
Piccolina, un poco curva
ma che potenza, che forza, che grandezza!
Avremmo voluto averti tra noi
ancora per molto tempo;
tra noi ci sei già,
ieri, oggi, domani…
…per l’eternità!
5 Settembre 1997, data della “morte”.
Madre Teresa e le “suorine” hanno insegnato quanto può essere drammatico e orribile il fondamentalismo religioso di chi sceglie deliberatamenre di non curare le persone e di laciarle morire per offrirle alle proprie divinità:
“La qualità delle cure è stata criticata dalla stampa medica, fra cui The Lancet e il British Medical Journal, che hanno riferito il riutilizzo degli aghi delle siringhe, le cattive condizioni di vita (per via ad esempio dei bagni freddi per tutti i pazienti), e un approccio antimaterialista che impediva delle diagnosi sistematiche.”