Misericordia e giudizio. Cosa ci insegnano Madre Teresa e le suorine di Calcutta

Di Emanuele Boffi
01 Novembre 2015
Un aneddoto raccontato dal confessore della beata e la decisione di chiudere i centri di adozione. Ecco perché la questione non è trovare il compromesso tra empatia e dottrina

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Padre Rosario Stroscio, 94 anni, è stato per cinquant’anni amico e confessore di Madre Teresa di Calcutta. Di recente, ha raccontato al Corriere della Sera che una volta «venne a intervistarla una giornalista americana, prevenuta, altera (per le sue posizioni sull’aborto, ndr). Rifiutò di mettersi a piedi nudi. Il suono dei suoi tacchi a spillo risuonava per il convento. Madre Teresa la ricevette mentre toglieva i vermi dal corpo di un moribondo, raccolto all’angolo della strada. Alzò lo sguardo, la vide, le disse: “Abbia pazienza, alla mia età non vedo più bene. Mi aiuterebbe?”. La giornalista si buttò ai suoi piedi in lacrime. Madre Teresa le aveva toccato il cuore. Era davvero una santa».

Sempre nei giorni scorsi le suore della Carità hanno rinunciato volontariamente allo status giuridico che permette loro di gestire in India una quindicina di centri di adozione. Da agosto, infatti, è in vigore nel paese una nuova legge che permette le adozioni anche a single e divorziati. In nome delle disposizioni lasciate dalla beata di Calcutta, le religiose hanno chiuso i loro servizi, «perché i bambini hanno bisogno di entrambi i genitori, maschio e femmina».

In un periodo in cui si discute molto di empatia e dottrina, di casuistica e precetti morali, le suorine di Madre Teresa ci ricordano che la questione non è trovare un compromesso, seppur nobile e alto, tra compassione e princìpi morali, ma di esercitare sempre il massimo della misericordia con il massimo della chiarezza di giudizio.

Foto Ansa Ap

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3 commenti

  1. SUSANNA ROLLI

    A mmmemmmi frullano quandomi toccano i Santi; quindi, ad breve distanza dalla Solennità a loro dedicata, in onore di Santa Madre Teresa di Calcutta posterò una mia vecchia poesia scritta in suo onore. e spero che le sia piaciuta.

    A MADRE TERESA.

    Madre….
    è il titolo che più rispecchia
    la tua personalità: non riuscirei
    ad attribuirtene un altro,
    non ce c’è di più nobile,
    di più alto.
    Avremmo voluto ancora
    averti tra noi per molto tempo
    ma sei tornata a Casa.
    Eri piccolina e un po’ curva
    ma al tuo fianco
    ci sentivamo sicuri, e forti.
    Madre, Teresa,
    eri, sei un’artista.
    I tuoi piedi, importanti e forti,
    han solcato terre lontane e vicine,
    lindi pavimenti di palazzi, atenei, case
    ma ancor più corridoi d’ospedali,
    neri marciapiedi, …chiese.
    Tracciando i percorsi da te camminati
    ne viene un astratto di curve e linee
    rimasto incompiuto.
    Le tue mani han saputo plasmare
    le carezze più calde, più vere.
    I tuoi occhi han versato le lacrime
    che versan tutti i comuni mortali:
    di gioia, tristezza, dolore,
    ma occhi lucenti e sicuri
    di chi sa con certezza
    dove vuole arrivare.
    Le tue rughe
    il riflesso dell’amore
    che è sì, pace e gioia,
    ma anche fatica e dolore.
    Da grande artista
    hai saputo forgiare
    i sorrisi più belli
    scaturiti dal cuore:
    migliaia, milioni, miliardi di sorrisi
    che con tanto amore
    hai saputo donare.
    Un cuore che ama,il tuo
    di Amore di Padre..
    il tuo gran cuore:
    mi fermo,
    chè non trovo le giuste parole.
    Madre…come Maria, Santissima.
    Madre…di nome, di fatto.
    Madre…artista in terra, ed in Cielo.

    Piccolina, un poco curva
    ma che potenza, che forza, che grandezza!
    Avremmo voluto averti tra noi
    ancora per molto tempo;
    tra noi ci sei già,
    ieri, oggi, domani…
    …per l’eternità!

    5 Settembre 1997, data della “morte”.

  2. Tony Pecoretti

    Madre Teresa e le “suorine” hanno insegnato quanto può essere drammatico e orribile il fondamentalismo religioso di chi sceglie deliberatamenre di non curare le persone e di laciarle morire per offrirle alle proprie divinità:

    “La qualità delle cure è stata criticata dalla stampa medica, fra cui The Lancet e il British Medical Journal, che hanno riferito il riutilizzo degli aghi delle siringhe, le cattive condizioni di vita (per via ad esempio dei bagni freddi per tutti i pazienti), e un approccio antimaterialista che impediva delle diagnosi sistematiche.”

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