Milano, il menù vegano nelle mense scolastiche? «Un rischio»

Di Elisabetta Longo
23 Agosto 2013
«L'alimentazione vegana è povera in ferro e vitamina B12. non va bene per i bambini». Intervista al primario di pediatria Cino Galluzzo

Dal 1° ottobre, le mense scolastiche di Milano proporranno ai bambini delle elementari un menù vegano, cioè senza latte, né uova, né proteine animali di alcun genere. Un’iniziativa singola, che se i bambini gradiranno verrà ripetuta nel corso dell’anno. Il menù vegano fa parte di una serie di giornate alimentari particolari, pensate da Milano Ristorazione, come la giornata mediorientale, celiaca o greca, per far capire ai bambini le differenze alimentari, per cultura o necessità. Il menù della giornata vegana proporrà del grano saraceno condito con zucca e zucchine e un’insalata di tofu (formaggio vegetale derivato dalla soia). Ma questo tipo di alimentazione giova ai bambini? Lo abbiamo chiesto al dottor Cino Galluzzo, primario di pediatria dell’ospedale di Erba (Co), specializzato in alimentazione infantile.

Dottor Galluzzo, cosa ne pensa dell’iniziativa? L’alimentazione vegana è corretta per i bambini?
L’idea di far conoscere ai bambini altri tipi di cucina e di alimentazione, al di fuori di quella mediterranea, è buona. Compresa quella vegana, più estrema rispetto alla scelta vegetariana. Altra cosa è invece far passare l’alimentazione vegana come la migliore delle possibili, visto che è povera in ferro e vitamina B12. Lo sviluppo cerebrale va avanti fino ai tre anni di vita, e necessita proprio di ferro, per questo un infante alimentato in maniera vegana, per via delle scelte dei genitori, rischia parecchio. Nel caso in cui proprio non si volesse rinunciare, occorrono comunque delle supplenze sintetiche, da somministrare per non fargli avere carenze.

La scelta vegana è sempre sbagliata?
Dipende. Se a intraprendere un’alimentazione priva di latte, uova, carne o pesce è un adulto, quasi sedentario, non c’è nessun problema. Ma se già si tratta di un adulto con l’hobby del fitness, questo non va bene, perché le proteine sono necessarie ai muscoli. Nemmeno per un anziano potrebbe andare bene. Certamente intraprenderla una volta ogni tanto non crea nessun problema.

Ai bambini quindi non deve mai mancare il ferro.
Un professore americano, Ajit Varki, ha studiato in che modo si è evoluto il cervello, qual è stato il passaggio evolutivo che ha dato il via allo sviluppo dell’uomo come lo conosciamo oggi. Inizialmente gli ominidi erano onnivori, ma tendenzialmente vegetariani. È stato un periodo di carestia che ha spinto l’antenato dell’uomo a cominciare a cacciare, ed è stata una grande scoperta. Perché la carne era a disposizione tutto l’anno, non solo a seconda delle stagioni, come per la frutta e la verdura. È stato in quel momento, sostiene il prof. Varki, che il cervello si è come sbloccato, ed è partito lo sviluppo vero e proprio. Con il ferro che era contenuto nella carne.

Qual è l’errore più frequente che si commette con l’alimentazione dei bambini?
Sicuramente l’eccesso di proteine e grassi, abbondando con formaggi, carne, pasta e altro. Il problema degli zuccheri raffinati e dei grassi è che sono sostanze che in natura non si trovano, e vengono ottenuti tramite processi laboriosi. Lo zucchero viene estratto dalla canna, il burro è un derivato del latte. Il nostro corpo, per questo, è come se non arrivasse mai a saziarsene, e così si finisce in un consumo eccessivo.

È inoltre sempre acceso il dibattito sull’importanza dell’allattamento al seno, rispetto a quello artificiale.
La differenza tra un vitellino e un neonato sta, di nuovo, nello sviluppo cerebrale. Il vitellino, e qualsiasi altro animale, alla nascita, ha un cervello formato al 97 per cento. Per questo è da subito in grado di camminare e sapere come succhiare il latte dalla mammella della mamma. Il cervello del neonato invece è formato al 70 per cento, questo perché la natura fa sì che nasca con una scatola cranica piccina, giusta per il parto. Quindi dal momento in cui comincia a prendere il latte della mamma il cervello del neonato comincia il suo sviluppo. Ad oggi non si conoscono ancora esattamente tutte le sostanze contenute nel latte materno, ma si cerca lo stesso di replicarlo. Il latte artificiale riesce solo in parte a riprodurlo. L’ingrediente negativo del latte artificiale è l’“insulin grow factor”, un elemento che viene dato alle mucche per farle crescere più velocemente, perciò presente in un prodotto derivato dal latte bovino. Per questo che i bambini nutriti con latte artificiale sono più grossi degli altri. Quando possibile, è quindi meglio preferire l’allattamento al seno.

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11 commenti

  1. Lela

    Nell’articolo non si scrive che ai bambini verrà imposta una dieta vegana, ma che verrà proposto, una volta, come esperimento, un menu vegano. Oltre a svariati altri menu in altre occasioni. Quindi non penso che ci sia alcun pericolo di malnutrizione (che con un menu vegano tutti i giorni indubbiamente ci sarebbe). Poi, dato che si dice che l’esperimento verrà ripetuto in caso di gradimento da parte dei bambini, a maggior ragione penso che il pericolo non sussista. A meno che i bambini italiani abbiano improvvisamente sviluppato un amore viscerale per le verdure cotte e il formaggio (il tofu a quello somiglia) e un odio per le cotolette con patatine 🙂

    1. Antony

      Non è che viene a costare meno quel menù?

  2. Antonio

    I vegani non possono sviluppare muscoli bene ditelo a questi personaggi moderatamente famosi Leilani Munter (vegeriana, pilota di auto)
    Kara Marie Lawson (vegana, cestista professionista nella WNBA)
    Arian Foster (vegano, giocatore di football)
    Robert Harper (vegano, personal trainer, apparso in TV)
    Bryan Danielson (vegano, wrestler)
    Patrik Baboumian (vegano)
    Surya Bonaly (vegetariana, campionessa nazionale francese di pattinaggio)
    Venus Williams (vegetariana, tennista)
    Scott Jurek (vegano)
    Ronda Rousey (vegetariana, attual detenitrice del record mondiale di arti marziali)
    Robert Lee Parish (vegetariano, allenatore di pallacanestro, professionista nella NBA)
    Elena Walendzik (vegetariana, pugile)
    Keith Holmes (vegano, pugile)
    Martina Navratilova (vegana, tennista,è considerata una dei maggiori atleti del ventesimo secolo)
    Dave Scott (vegano, per oltre venti anni la stella del triathlon)

    1. beppe

      e chi se se frega!

    2. beppe

      e chi se se frega! moderatore slow down

    3. Piero

      Che strano… tutti sportivi professionisti…
      Mai pensato che potrebbero far uso di “aiutini” chimici per le loro performance, no?
      (specialmente vedendo Navratilova, che sembra piu’ un uomo che una donna).

      1. Antonio

        Speravo che qualcuno mi rispondesse! cominciamo, ho fatto solo alcuni esempi, l’intervista in questo articolo e chiaramente di parte ed è sicuro che gli atleti che ho elencato non sono sempre stati vegani, ma quella che ho dato e la prova che i vagani non sono necessariamente un mucchio di ossa.

        1. Piero

          Direi che ti sei risposto da solo. Questi atleti NON SONO SEMPRE stati vegani, verosimilmente lo sono diventati in eta’ ADULTA, qua si parla di bambini.
          Inoltre, questi atleti hanno altri mezzi, alcuni sicuramente leciti, altri FORSE meno, per rimediare alle carenze di una alimentazione vegana.
          Infine, qui se noti bene, si parla anche di sviluppo del cervello, e gli sportivi, si sa, sono famosi per utilizzarla poco, quella parte del proprio corpo… 😉
          Una mia cugina (e ti prego di non considerarla una scusa “eliesca”) invece, tanto per fare un esempio, e’ VEGETARIANA (manco VEGANA) eppure e’ pelle e ossa, e sta avendo seri problemi all’universita’, mentre prima andava molto bene…

        2. Piero

          Ah, dimenticavo, scusa… come mai si fa tanto casino sul battesimo, che non dovrebbe essere IMPOSTO, e bla bla bla, solo in eta’ adulta, bla bla bla, presa di coscienza bla bla bla, i genitori non devono imporre e bla bla bla, e invece il dogma dell’alimentazione VEGANA DEVE ESSERE IMPOSTO, tra l’altro dalla SCUOLA, e quindi dallo STATO, manco dai genitori?

  3. angelo

    Si tratta di una cosa chiaramente ideologica, come tra quarti delle “innovazioni” partorite da questa giunta.
    Le storie di “far conoscere ai bambini altri tipi di alimentazione” è la solita copertura ipocrita.
    In realtà il menu vegano è solo un modo per assoggettarsi alla dittatura animalista.
    Non c’ entra la “salute alimnetantare”, ma l’ ideologia per cui gli gli animali sono allo stesso livello degli uomini, per cui deve essere vietato usarli e cibarsene.
    I Vegani e tutti gli altri tiranni animalisti cercano di imporre con le buone o con le cattive alla gente di non mangiare più carne e di impedire ai laboratori di analisi di fare il loro mestiere (in questo ci sono già riusciti, pare).
    Insomma la solita dittatura rossa e verde. Come ai tempi del ’68, se non peggio.

    1. Michele

      No, si tratta semplicemente di dare una scelta.

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