Meriam: «Sono preoccupata per mio figlio Martin. Potrà stare con me solo fino ai due anni». Poi rischia l’orfanotrofio

Di Redazione
10 Giugno 2014
La donna sudanese condannata a morte per presunta apostasia l'ha fatto sapere ad Avvenire attraverso l'avvocato. Secondo la sharia, infatti, è un figlio nato da nozze illegittime

meriam-ibrahim-sudan-maya-martin«Sono preoccupata per mio figlio Martin: potrà stare con me solo fino al compimento dei due anni di vita». Dichiara così  ad Avvenire Meriam Ibrahim, la cristiana condannata a morte in Sudan per presunta apostasia e a 100 frustate per adulterio, che si trova in carcere dal 17 febbraio scorso con il figlio Martin e la piccola Maya, partorita in cella lo scorso 27 maggio.

RISCHIO ORFANOTROFIO. La donna ha aggiunto attraverso il suo avvocato Mohamed Elnour: «Tra meno di quattro mesi le cose potrebbero cambiare in peggio». I giudici hanno condannato Meriam per essersi convertita al cristianesimo dall’islam in base alle accuse del “fratello”, nonostante la donna non sia mai stata musulmana, e hanno annullato le nozze con il cristiano Daniel Wani. Secondo la sharia infatti un matrimonio tra una musulmana e un cristiano è illegittimo.
Di conseguenza, «Martin è considerato figlio illegittimo. [Quando compirà due anni] potrebbe essere affidato alla mia famiglia, se avessi qui qualche parente. Ma io ho solo Daniel, e a lui il bambino non verrà mai affidato. Martin rischia di essere mandato in una sorta di orfanotrofio».

NIENTE FRUSTATE. La speranza è che la Corte di appello modifichi la sentenza di condanna a morte in favore di Meriam entro quattro mesi. «La Corte d’appello ha iniziato a rivedere il caso la scorsa settimana – fa sapere l’avvocato – ma non abbiamo ancora indicazioni sui tempi di inizio del nuovo processo». Una buona notizia è che le 100 frustate, al contrario di quanto precedentemente affermato, non saranno inflitte alla donna prima che si esprimano tutti i gradi di giudizio.

FESTA IN CARCERE. Ieri, intanto, nel carcere di Omdurman dove è rinchiusa la donna si è festeggiata la nascita della piccola Maya. Il marito Daniel ha voluto celebrare l’evento «portando due pecore e si è festeggiato mangiandone la carne, con un evento tipico da queste parti. Si è trattato di un momento di allegria anche per Meriam, a dispetto delle difficili condizioni in cui è costretta da questa situazione».

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1 commento

  1. domenico b.

    L’islam sempre più mostra la sua faccia violenta e negativa. I nostri pensatori politicamente corretti gli corrono dietro come pecoroni, anche quelli che fanno il pride non si rendono conto di essere utili idioti degli sceicchi, che li usano per distruggere I nostri valori.
    Grazie comunque sempre a Meriam per la sua testimonianza, e al marito che sta facendo di tutto per salvarla e per mostrare al mondo la “bellezza” dell’islam

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