Memento Milena Gabanelli
Philipp Mainländer è stato uno dei padri nobili del pessimismo filosofico contemporaneo e senza dubbio alcuno uno dei più radicali pensatori nichilisti. Fu lui, sia pure involontariamente, a conciliare a Nietzsche il quale non lo amava per niente, l’idea della morte di Dio.
Mainländer fu talmente coerente con i postulati da lui predicati tra le pagine di Filosofia della redenzione, sua unica opera, che quando gli vennero recapitate a casa le prime copie a stampa del libro le usò come scalino per impiccarsi a una trave.
Non aveva compiuto venticinque anni.
Il mondo immaginato da Mainländer è epidermide decomposta di Dio, una landa oscura e brulla popolata solo da incubi spettrali, non diversamente dalla furia che decenni dopo sarà ripresa da Albert Caraco e che avrebbe reso, al confronto, un Emil Cioran allegro e zompettante come un Teletubbie.
Ora, se qualcuno volesse contestare al Mainländer e al seguente Caraco di aver premuto un po’ troppo sull’acceleratore del nichilismo e della depressione elevati a sistema filosofico probabilmente sarebbe solo perché non si è mai prestata la dovuta e giusta attenzione alla complessiva visione del mondo che emerge, escatologicamente, dalla rubrica Dataroom curata da Milena Gabanelli per il Corriere della Sera.
Milena Gabanelli nel fosco mondo delle autostrade mangiasoldi
Nel mondo dipinto e denunciato dalla Gabanelli, con commendevole enfasi critica e socialmente consapevole, si coglie la forte eco delle medievali danze macabre, affreschi morali che volevano rammentare all’essere umano la sua caducità e la necessità di mantenere una via il più retta possibile, zig-zagando con consapevolezza lucida tra le tentazioni e le ipotetiche cadute.
Una radicale antropologia-negativa intessuta e imbevuta di sigarette elettroniche che potrebbero fare male, obsolescenza degli strumenti di sorveglianza sanitaria, filtri per l’acqua che potrebbero non funzionare, autostrade “mangiasoldi”, e qui uno si immagina scenari alla Ballard di autostrade senzienti e animate che pasteggiano davvero coi nostri sudati denari dopo essersi apparecchiate al ristorante, sistemi scolastici che “fabbricano” precari, modello Willy Wonka del tardo-capitalismo aggressivo, fregature nelle liste di attesa della sanità pubblica.
Un mondo fosco, oscuro, forse non disperante come quello di Mainländer ma comunque roso sempre da distorsioni, disfunzioni, fregature, e soprattutto dal dubbio.
Il dubbio, antico elemento nodale della filosofia, nella Weltanschauung gabanelliana è non solo convitato di pietra irrinunciabile ma forma totale che tutto permea e tutto plasma; pneuma quasi divino che infonde vitalità a qualunque atto, fatto, notizia, analisi.
Nel mondo dipinto dalla Gabanelli si coglie la forte eco delle medievali danze macabre, affreschi morali che volevano rammentare all’essere umano la sua caducità
Il nuovo cittadino liberato da Dataroom: «Dottore, quando ha fatto la revisione del macchinario per la Tac?»
E questo dubbio si trasla dalle righe composte con cura, a base di ricerca, analisi, immancabili dati, denunce, alla mente di qualunque cittadino che diventerà così cittadino “informato” e dubbioso, nuovo genus di operoso individuo chiamato a non fidarsi di nessuno, forse solo di Dataroom; e tu te lo vedi infatti questo cittadino informato, senza più nemmeno le virgolette, nato nuovo a se stesso, consapevole, epifanicamente liberato, intento a chiedere ai medici e ai tecnici di laboratorio la data della revisione del macchinario per la Tac oppure tutti i dettagli tecnici del filtro per l’acqua appena ordinato o ancora sceso energicamente in piazza per sostenere con forza le ragioni del fotovoltaico e avere così bollette meno care da pagare.
Dopo quindici articoli, mi sono sentito, lo confesso, come il Cioran insonne, disperato e vagolante di Al culmine della disperazione, dopo venticinque ero praticamente un reduce dal Vietnam.
Nessuna certezza, scandali ovunque, un Mad Max dei consumatori
Nessuna certezza, dubbi e fantasmi ovunque, un mondo cinico, devastato da fregature, scandali, avidità, profitto predatorio, una sorta di Mad Max dei consumatori.
Mia madre mi ha telefonato per invitarmi a pranzo una domenica ma ho preferito declinare, non si sa mai. Quel filtro, quel filtro che usa in cucina, sarà stato davvero utile? E gli alimenti che mi avrebbe voluto cucinare, da dove arrivano? No, tante grazie, come se avessi accettato ma resto qui. A informarmi.
In questa visione del mondo, non c’è spazio per alcuna fiducia, né negli altri individui e nemmeno negli organismi che dovrebbero essere preposti, loro, a controllare e garantirci una qualche serenità.
E, necessitata ciliegina assoluta per consolidare l’impermanenza e la richiamata caducità dell’essere umano in questa crepuscolare epoca di demagogia e per farci capire che in fondo non c’è da dormire sonni tranquilli confidando nelle istituzioni, non possono mancare richiami, sostanziali, ai pericoli, pure qui escatologici, rappresentati dall’avanzata dell’estrema destra ovunque.
Nessuna certezza, dubbi e fantasmi ovunque, un mondo cinico, devastato da fregature, scandali, avidità, profitto predatorio, una sorta di Mad Max dei consumatori
Filtri dell’acqua e destra radicale
Filtri dell’acqua e destra radicale. Un nesso di senso e contesto che reputo sublime, e sarebbe piaciuto, ne sono certo, a William S. Burroughs, magari lo avrebbe usato per I ragazzi selvaggi se avesse avuto modo di seguire puntata dopo puntata la vulgata gabanelliana.
E proprio in questa distopia dentro cui danzano tutela del consumatore e foschi scenari politici, la Brexit ha presentato conto salato, certo, ma nulla come Alternative für Deutschland di cui vengono analizzati, mostrati e decostruiti gli inganni elettorali. Come se poi la politica partitica tutta fosse, soprattutto nella costruzione dei programmi elettorali e peggio ancora delle promesse elettorali, l’arte della granitica certezza e della assoluta coerenza.
Però mi rendo conto faccia più specie e sia più terrorizzante l’avanzata della demagogica estrema destra germanica. E proprio per rafforzare questo assunto, l’articolo su AfD è del 30 settembre; solo pochi mesi prima, a giugno 2024, troviamo un significativo “Chi tradisce le nostre vittime dei nazisti?”.
Gabanelli sempre sul pezzo (del 2014)
La questione è oggettivamente drammatica, ma è tanto risalente da essere divenuta notissima nella cerchia accademica degli studiosi del diritto pubblico e da aver meritato una delle più significative pronunce della Corte Costituzionale, la sentenza numero 238 del 2014, in tema di sovranità e “contro-limiti”.
2014 appunto, per una vicenda originata anni prima.
La Germania sono decenni che non paga risarcimenti per eccidi commessi dai suoi militari durante gli infernali giorni della Seconda guerra mondiale. E sono almeno venti anni, tanto per stare non alla storia ma alla carta bollata dei tribunali, che la notizia è “attuale”.
Non può mancare, in tutto questo regno della incertezza che al confronto Heisenberg e principio di indeterminazione scansatevi proprio, e altro che cigni neri alla Taleb, l’ombra della Intelligenza Artificiale, usata per manipolare il voto, per ingannare i cittadini.
Mia madre mi ha telefonato per invitarmi a pranzo una domenica ma ho preferito declinare. Quel filtro che usa in cucina sarà davvero utile?
Che c’entra la Tac con l’AfD? C’entra con la filosofia del dubbio
D’altronde, ci si spiega in altro articolo, e in altro video perché dimenticavo di specificare che il format non è solo cartolare ma anche vocale, audio e video, tanto per rendere ancora più stringente l’effetto grancassa, ci si spiega dicevo per quale motivo l’Europa serva e si debba andare a votare.
Viene da chiedersi, la Gabanelli consentirà a questo punto il mio di dubbio, cosa c’entrino Tac usurate o filtri per l’acqua con il senso civico elettorale o con AfD? L’unica spiegazione che riesco a darmi ha le vesti proprio di questa determinatissima filosofia escatologica che vuole metterci davanti la pastosa consistenza della oscurità, del dubbio, del male, delle fregature.
Meglio non fidarsi.
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