Gli esami di maturità sono alle porte. Si comincia il prossimo 19 giugno con la prima prova scritta e, come ogni anno, migliaia saranno gli studenti italiani alle prese con il tema d’italiano. Manca poco più di un mese, quindi, ma già in questi giorni cominciano i primi malumori. Non degli studenti in preda all’ansia ma dei presidi, preoccupati che l’invasione di smartphone e tablet di ogni tipo possano falsare i risultati delle prove.
RILEVATORI. Per questo l’Anp, l’Associazione nazionale presidi, ha inviato una lettera al Ministro Maria Chiara Carrozza per chiedere l’acquisto di rilevatori elettronici da utilizzare in sede d’esame di Stato: «È forse giusto che prove sempre più importanti per l’accesso all’università vengano adulterate?», ha chiesto il presidente dell’associazione Giorgio Rembado, che ha supportato la sua richiesta fornendo al neo ministro i costi medi di alcuni rilevatori di smartphone, che si aggirano tra i venti e i cento euro. Una cifra irrisoria che però, moltiplicata per le 22.5000 classi coinvolte nella maturità 2013, potrebbe diventare importante. Ma secondo il presidente Rembaldo «basterebbe un solo rilevatore per scuola» per ridurre notevolmente i costi senza rinunciare al controllo.
JAMES BOND. Copiare, si sa, è un’arte che esiste da quando esistono gli esami, ma è innegabile che la tecnologia abbia fornito un’ulteriore spinta al fenomeno. Da anni le tracce della maturità vengono rese disponibili pochi minuti dopo l’inizio delle prove e spesso le soluzioni alle versioni di latino o agli esercizi di matematica sono a portata di click. Ma forse la soluzione non si nasconde in un rilevatore imbracciato come un’arma da una commissione d’esame trasformata per l’occasione in uno stuolo di improbabili James Bond.