È omofobo dire che il matrimonio gay apre all’utero in affitto? Chiedetelo a chi è già sul “mercato”
L’idea che l’introduzione e la legalizzazione di nuovi tipi di famiglia possa aprire il “vaso di Pandora” foraggiando certe pratiche biomediche e biogiuridiche di dubbia liceità etica come la maternità surrogata, il cosiddetto utero in affitto, è sempre stata definita una esagerazione pessimistica che tradisce un certo spirito omofobo tipico di certi ambienti dell’estremismo religioso cattolico.
È proprio così? E se il ricorso alla maternità surrogata fosse candidamente ammesso dalle stesse comunità Lgbt? E se le stesse comunità Lgbt vi ricorressero per rivendicare il (presunto) loro diritto alla famiglia? E se invece fossero le stesse comunità Lgbt ad essere preda di chi, tramite le loro pretese, gonfia il proprio portafoglio arricchendosi oltre ogni immaginazione? Ebbene, pare che così sia.
Un articolo pubblicato questa estate sulla prestigiosa rivista economica Forbes, infatti, riporta proprio quanto segue.
Sono state intervistate Staci Swiderski e Zara Griswold che, nel 2007, hanno fondato e dirigono tutt’ora la “Family Source Consultants”, una agenzia di maternità surrogata sita in Illinois.
[pubblicita_articolo]Forbes riporta che la suddetta agenzia lavora molto con le coppie non tradizionali, gay e lesbiche e con tutti gli individui di ogni razza, religione ed etnia.
Staci Swiderski e Zara Griswold sono due grandi sostenitrici della sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che lo scorso giugno ha legalizzato il matrimonio omosessuale in tutto il paese, poiché, affermano, «grazie alla nuova sentenza della Corte suprema sul same-sex marriage legalizzato a livello nazionale, più coppie sposate dello stesso sesso potranno avere tutelati maggiormente in futuro i loro diritti di diventare genitori surrogati».
Del resto, continuano le due direttrici della agenzia, «la surrogazione di maternità rappresenta per gli individui Lgbt l’opportunità di avere una famiglia». Le donne, rifacendosi alle statistiche in vigore negli Usa, tengono a precisare che attualmente lì vi sono oltre 34 mila coppie dello stesso sesso, di cui il 21 per cento sta già allevando dei figli, e molte di queste coppie scelgono di diventare genitori attraverso la surrogazione di maternità.
Si intuisce, dunque, quanti interessi economici vi siano dietro il supporto delle coppie e delle famiglie Lgbt.
Se, infatti, dapprima, ricorreva alla maternità surrogata solo una parte delle coppie eterosessuali, adesso che il matrimonio è garantito anche a tutte le altre coppie, chiaramente il mercato della maternità surrogata è destinato a espandersi.
Del resto, considerando gli autorevoli studi della professoressa Debora Spar, della Harvard Business School, ogni intervento di surrogazione, negli Stati Uniti, secondo i rilevamenti effettuati nel 2007, hanno un prezzo che può variare da 30 mila a 120 mila dollari ciascuno; a titolo di ipotesi, tuttavia verosimile, facendo una media di circa 70mila dollari per ogni intervento, e supponendo che anche solo una coppia su tre delle oltre 34 mila coppie Lgbt presenti negli Usa, cioè circa 11.300 coppie, decidesse di ricorrere alla maternità surrogata, si tratterebbe di sfruttare un mercato con un valore pari a circa 791 milioni di dollari: danari succulenti che agenzie come quella di Staci Swiderski e Zara Griswold sarebbero ben contente di accaparrarsi, come si comprende.
Da tutto ciò si evince quanto segue.
In primo luogo: la riproduzione in genere e il settore della maternità surrogata in particolare costituiscono ormai da decenni una industria molto redditizia per chi vi investe, lasciando trasparire tutti gli interrogativi etici e giuridici che sul punto si possono immaginare.
In secondo luogo: il riconoscimento legale di forme di unione diverse da quella eterosessuale comporta necessariamente l’ampliamento del mercato della maternità surrogata, a dimostrazione che non è una mera ipotesi, ma la realtà già in corso d’opera.
In terzo luogo: il mercato, anti-giuridico e lesivo della dignità dell’uomo, dell’utero in affitto è cinicamente sostenuto e incrementato dalle comunità Lgbt, che lo finanziano così cospicuamente da interessare una testata economico-finanziaria del calibro di Forbes.
In quarto luogo: le comunità Lgbt, pur di perseguire i propri interessi, sono disposte ad alimentare il mercato dell’utero in affitto che, per come è strutturato, viola proprio i diritti più elementari dei bambini, come, per esempio, il loro diritto alla conoscenza della propria origine biologica.
In quinto luogo: gli stessi attivisti Lgbt, accecati dalla pretesa prometeica di poter essere genitori ad ogni costo nonostante la natura biologica ponga ovvi impedimenti in tal senso, sono a loro volta strumentalizzati dall’industria della riproduzione globale che tramite le loro aspirazioni rimpingua le proprie casse e si rende protagonista di aberranti distorsioni bio-giuridiche come appunto è la maternità surrogata.
Del resto, le stesse Swiderski e Griswold ammettono candidamente che «la base dei nostri clienti dello stesso sesso è incrementata ogni anno e ora circa il 50 per cento dei nostri clienti sono coppie dello stesso sesso. Noi prevediamo che questa percentuale adesso si incrementerà molto con la nuova sentenza sul matrimonio».
Si dovrebbe, dunque, riflettere attentamente sulle conseguenze, non piccole, etiche e giuridiche che discendono inevitabilmente dal riconoscimento legale di forme alternative di famiglia o di equiparazione di forme diverse di unione rispetto alla unione monogamica tra uomo e donna nel matrimonio.
Si innalza fieramente e trionfalisticamente il principio utilitaristico che glorifica il denaro e mercifica l’uomo stropicciandone la dignità.
E su tutto, nella dormiente e silente vallata del senso morale di quanti si adoperando in simili procedure bio-mediche, sembra che risuoni l’eco potente delle parole del giovane Karl Marx: «Poiché il denaro, in quanto concetto esistente e attuale del valore, confonde e scambia tutte le cose, esso costituisce la generale confusione e inversione di ogni cosa, dunque il mondo sovvertito, la confusione e inversione di tutte le qualità naturali e umane […]. Il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata della proprietà, è stato fatto signore del mondo. L’uomo ha cessato di essere schiavo dell’uomo ed è diventato schiavo della cosa; il capovolgimento dei rapporti umani è compiuto; la servitù del moderno mondo di trafficanti, la venalità giunta a perfezione e divenuta universale è più disumana e più comprensiva della servitù della gleba dell’era feudale».
Foto gay pride da Shutterstock
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39 commenti
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Noto con un certo interesse che la maggior parte degli amici che sono favorevoli a varie pratiche di dubbio gusto che riguardano i bambini e che postano su questo sito hanno qualche difficoltà con la logica…
I nostri amici (Nino, Pippo, etc.) sostengono che utero in affitto e matrimonio omosessuale non siano correlati.
Si noti prima di tutto, che l’articolo parla di ampliamento del mercato dell’utero in affitto (di cui nessuno nega l’esistenza, né che a ricorrervi siano anche coppie etero) e dell’interesse di varie associazioni LGBT per regolarizzare questa pratica in vari paesi.
1. sul primo punto non vi sono dubbi: nella maggior parte dei paesi dove la pratica è permessa bisogna essere sposati o conviventi riconosciuti civilmente. Non è permessa ai single. Quindi, aumentare il numero dei matrimoni certamente aumenterà il ricorso a questa pratica.
Va anche precisato che, mentre per una coppia etero, tale pratica rappresenta l’ultima spiaggia dopo fecondazione naturale, fecondazione artificiale, donazione di gameti, etc. Per una coppia di gay rappresenta l’unica spiaggia.
2. Il secondo punto è legato al primo: due gay non potranno mai concepire un figlio in autonomia ed avranno sempre bisogno di una donna. Per questo solitamente le varie associazioni LGBT sono favorevoli a questa pratica.
Ricordo anche che statisticamente l’omosessualità è più diffusa tra i maschi.
emanuele, se il problema ad accedere all’utero in affitto è solo l’essere o meno sposati, oggi una coppia gay può benissimo sposarsi in qualunque paese in europa, tranne in Italia ovvio ma tanto in Italia non potrebbe cmq usare “l’utero in affitto”.
sposarsi a Porto per esempio costa poche centinaia di euro. costa molto meno di una scrittura privata qui in Italia. tale matrimonio non sarebbe riconosciuto dall’Italia ma lo sarebbe da tutti quei paesi che ammettono la pratica degli uteri in affitto.
come vedi il negare i matrimoni gay non ha nessun effetto sulla possibilità e/o necessità di usare la pratica degli uteri in affitto.
l’ho già detto 1000 volte, è come se tu volessi vietare l’uso delle automobili perchè qualcuno potrebbe decidere di usare un’automobile per suicidarsi. quanta relazione potrà mai esserci tra automobili e suicidi?
ecco, tu insisti nel dire che permettere alle persone di guidare farà aumentare il tasso di suicidi.
lo sai vero che le donne lesbiche sono tante quanto gli uomini gay? la tua ultima affermazione mi fa sorgere il dubbio che tu in materia LGBT non sappia nulla se non per vaghe ipotesi formulate senza nessuna esperienza diretta o indiretta. se vuoi parlare di diritti LGBT forse sarebbe il caso che tu conoscessi un minimo l’argomento
Sostenere che occorre vietare i matrimoni gay solo per limitare la pratica dell’utero in affitto mi pare parimenti stupido che sostenere che la legalizzazione dei matrimoni gay non avrebbe effetti in quell’ambito e, soprattutto, che chi lo fa notare lo faccia per omofobia.
La realtà è la realtà.
Giannino, mi spiace ma in effetti è così. l’approvazione di un matrimonio gay in Italia non cambierebbe nulla nell’ambito degli uteri in affitto. anche perchè come ho già detto una coppia italiana può sposarsi in spagna e andare in Inghilterra e “usare” un utero in affitto.
Forse non hai ancora capito quello che faccio io, io affronto un’argomentazione alla volta. ogni volta che presentate un’argomentazione tramite un articolo io semplicemente vi dimostro che tale argomentazione è pretestuosa o non valida.
l’ho fatto quando si è parlato dei costi del matrimonio, l’ho fatto ora che si parla di uteri in affitto.
ogni vostra argomentazione contro i matrimoni gay si smonta in 5 minuti
Mi pare che non ci siamo.
L’esistenza di alternative e scappatoie più o meno legali non può escludere che l’approvazione del matrimonio gay determinerebbe un aumento del ricorso a queste pratiche.
E’ semplicemente contrario al buon senso.
Come dire che la legalizzazione della cannabis non comporterebbe un aumento del consumo di questa droga.
In ogni caso, è da perfetti cretini definire omofobi quelli che constatano dati di fatto, a meno che non lo si faccia intendendo applicare tecniche propagandistiche da fascisti.
Mi fa specie che uno con una preparazione scientifica come la tua ragioni con tanta approssimazione.
“lo sai vero che le donne lesbiche sono tante quanto gli uomini gay?”
Sarà, forse, ma si sposano molto meno:
” l’1,3% degli uomini e lo 0,7% delle donne tra i 18 e i 59 anni di età si identifica come omosessuale” (Canadian Statistic)
“Dei matrimoni omosessuali in Spagna, 923 sono avvenuti tra uomini e 352 tra donne.” (Zenit.org, 2006)
“Dai sondaggi olandesi risulta che il 2,8% degli uomini e l’1,4% delle donne sarebbero omosessuali.” (Zenit.org, 2006)
…se hai altri dati, postali, magari con il tempo le percentuali si sono modificate…
ma quante boiate,
un single etero o gay che sia può benissimo ricorrere a tutte le tecniche di concepimento “alternative”.
non si capisce il nesso tra matrimonio e utero in affitto.
ancora una volta: se siete contrari all’utero in affitto chiedete a gran voce delle leggi che regolamentino tale pratica.
utero in affitto e matrimoni (gay e non) non hanno nulla a che vedere e se continuate a cavalcare il cavallo dell’utero in affitto con lo scopo di gettare discredito sul matrimonio gay non fate altro che palesare la vostra visione strumentale di certi discorsi.
se siete contro il matrimonio gay usate le vere ragioni che vi fanno essere contrari, non usate strumentalmente questioni etiche che poco hanno a che vedere perchè altrimenti passate per opportunisti cinici.
se invece siete sinceramente e candidamente preoccupati per l’uso e l’abuso della pratica dell’utero in affitto chiedete che tale pratica sia regolamentata da leggi più severe
La precisione dei termini è fondamentale.
Se si è contrari non si chiede di regolamentarla, si chiede di vietarla.
Lei ha affermato di essere gay, giochiamo quindi a carte scoperte:
1) sei favorevole alla pratica dell’utero in affitto?
2) vorresti avere figli?
3) se si, con quale “tecnica”? (surrogata con ovuli terzi, surrogata senza aggiunta ovuli terzi, amica etero, amica lesbica, adozione)
4) a prescindere dal modo, vorrebbe che fosse adottabile dal compagno?
5) nel caso di ricorso ad una amica o gestante surrogata, è disponibile a coinvolgerla nella cura dei figli? vorrebbe che suo figlio conoscesse la madre?
6) la step child la vede come un fatto che in qualche modo possa incentivare lei o altre coppie gay nella decisione positiva di metter su prole?
7) come giudica le tecniche riproduttive a cui ricorrono le altre coppie omossessuali? Le ritiene lecite?
Se discutiamo in modo chiaro fra di noi di quello che pensiamo e desideriamo, diventa tutto più facile.
1) non sono universalmente favorevole, anzi lo sono in pochissimi casi. sono favorevole alle adozioni sia da parte di etero che di gay. cmq credo che sulla pratica dell’utero in affitto ci sia bisogno di una buona legge.
2) no, non credo di volere figli
3) se un giorno decidessi di avere un figlio, vorrei adottarne uno.
4) certo che mio figlio, dovrebbe essere anche figlio del mio compagno. solo così potremmo sinergicamente prestare lui tutte le cure necessarie.
5) non credo avrei mai un figlio in quel modo
6) no, la vedo solo come una buona tutela per i figli che comunque crescono con al fianco due uomini o due donne. negare la step child non cambia la situazione abitativa e/o famigliare del bambino, ne impoverisce solo i diritti
7) le tecniche riproduttive artificiali secondo me sono poco lecite sia quando sono usate dai gay che dagli etero. voler dare ad un bambino il proprio dna a tutti i costi mi sembra una cosa egoistica. un bambino è tuo perchè lo ami non perchè ha il tuo dna. detto questo sono consapevole che la legge non offre piena protezione ai genitori non biologici (sia etero che gay) e per questo avere un bambino con il tuo Dna può essere una scelta lecita
Certo che essere adottati da due maschi-i attori porno….faccio fatica a pensare qualcosa di peggio per un bambino abbandonato!
Giovanna pensa se fosse adottato da te… sarebbe cmq molto peggio
@Pippo
“voler dare ad un bambino il proprio dna a tutti i costi mi sembra una cosa egoistica.”
Già, e invece togliergli la madre a tutti i costi è un gesto altruistico! Ma facci il piacere facci !
@Pippo
Ah dimenticavo: “favorevole all’utero in affitto in pochissimi casi”
Quali? Giusto per fre il confronto con l’egoismo del DNA…
caro Pippo,
Dici: “un single etero o gay che sia può benissimo ricorrere a tutte le tecniche di concepimento “alternative” ”
No, in molti paesi (es. Inghilterra) la pratica dell’utero in affitto non è ammessa ai single.
Continui: “se invece siete sinceramente e candidamente preoccupati per l’uso e l’abuso della pratica dell’utero in affitto chiedete che tale pratica sia regolamentata da leggi più severe”
…noi siamo talmente preoccupati che vorremmo fosse impedita. Punto. …o hai letto da qualche parte che siamo favorevoli per le coppie etero?
emanuele, sarete contrari alla pratica degli uteri in affitto ma vi vedo muovervi solo contro i matrimoni gay.
Così, a livello di battuta, mi chiedo cosa direbbero i due genitori ripresi di spalle con la loro figlia se sapessero che una loro foto viene utilizzata per un articolo come questo. Perchè, seppur di spalle, i tre sono riconoscibilissimi!
Se guardi, la foto è comprata da un sito di foto commerciali, perciò essi lo hanno pubblicato sapendo di vendere questa foto. Adesso la foto è di tempi, e quello che pensano le che la hanno pubblicata è irrilevante. Altrimenti potevano anche non venderla.
Sarà stata venduta da chi l’ha fatta. Ed essendo i tre di spalle si è dato per assodato che le persone non fossero riconoscibili 🙂 tutto qui.
…tralasciando la norma di legge che prevede che sulla pubblica via si possa fotografare chiunque e pubblicare la foto senza liberatoria se il soggetto non è riconoscibile (come nel caso di specie), dato che per “non riconoscibile” si intende “con il vonto non visibile”, i due “papà” stavano manifestando in un luogo pubblico… direi che era tutto loro interesse essere visti da più persone possibili (se no, un corteo che lo fai a fare?). Ed era loro interesse essere visti proprio da coloro che sono contrari alla compravendita di bambini, o qualunque altro strataggemma abbiamo usato per possederne una. Quindi saranno ben felici di campeggiare nella nostra home.
… e meno male che avevo scritto “a livello di battuta” 🙂
Questo registro “nino” non fa che vantarsi di conoscere compratori di bambini !
Non so quante volte l’ha sottolineato !
Ma che vorresti, una medaglia ?
Che poi, queste coppie non fanno che mostrarsi ovunque con il loro acquisto , dalla tv ai quotidiani, ai settimanali al web !
Come li hai visti tu, li abbiamo visti noi, caro “nino”, registro zuzzurellone, con faccine, untuoso e viscido !
Anche i registri migliori, che il sistema antiquato, a parer tuo, di moderazione di tempi non intercetta come horror-nick, fanno quell’errorino che li fa beccare….come scrivere di avere dei figli all’asilo e l’anno dopo scrivere di avere dei figli che lavorano !
Ciao horror, stammi bene !
Non è omofobo dire che il matrimonio omosessuale apre all’utero in affitto, è solo stupido. Se una coppia omosessuale sceglie di avere un figlio lo fa, ricorrendo all’utero in affitto o (molto più spesso, ma l’utero in affitto fa giustamente più sensazione e quindi è quello che viene citato) alla fecondazione artificiale, a prescindere dal matrimonio (esattamente come una coppia etero sceglie di avere un figlio anche se non è sposata).
Le due cose sono assolutamente scorrelate ma questo è l’unico spauracchio che si riesce ormai ad agitare per tentare di fermare la legge sulle unioni civili omosessuali
No, Nino, è essere realisti.
@Yoyo: i due fenomeni non sono correlati, ciò che principalmente frena le coppie omosessuali sono i costi dell’operazione, e quelli non cambiano. Costi che sono di qualche decina di migliaia di euro per una fecondazione artificiale e di oltre 100.000 euro per una “surrogacy”. Già oggi chi sceglie (e si può permettere) di avere un figlio all’interno di una coppia omosessuale lo fa.
Ma proprio la produzione in serie (in grandi numeri) abbassa considerevolmente i costo. E la previsione di un bacino di utenza allargato porterá molte aziende a ridurre i costi
@Stefano: è proprio questo il punto, con il matrimonio omosessuale il bacino di potenziale utenza non si allarga nè si restringe (e comunque qui il concetto di produzione in serie non si applica, la maggior parte dei costi, se non tutti, sono costi ricorrenti). Il bacino di utenza esiste già, anche in italia, ed è operativo.
Il bacino potenziale non si modifica mai, per nessun prodotto. In questo caso sono tutte le coppie, omosessuali e eterosessuali sterili.Per bacino potenziale intendo quelli che erano indecisi, ma che vedendo approvato il matrimonio omosessuale, si sentono più portati a queste pratiche. La psicologia sociale ormai detta gli studi di mercato. E’ comunque una produzione in serie, per lo meno dei presidi medici necessari ai trattamenti (il concetto di comprare grandi stock di materiali è sempre valido), e anche la riduzione dei rischi (e relativi costi) dovuti alla ripetizione delle pratiche. Il costo si riduce considerevolmente. E’ come quando nacquero le prime auto: all’inizio era cosa per pochi ricchi, poi con la produzione in serie (per serie intendo nel caso specifico dell’utero in affitto ed eterologa ripetizione in grande numero della pratica, che è sempre la stessa, anche se cambia il bimbo) molta più gente ha potuto possederne una.
Mi diverto sempre a pesare che tutto ciò che è legato a questo universo gay in tutti i suoi risvolti ti immergi al punto da considerare aspetti impensabili. Cavilli e difendi fino allo spasimo, diventi giurista, medico, filosofo della scienza. Più gay di un gay ma con il biglietto da visita di un padre di un coscienzioso padre famiglia.
Che schifo!
” i due fenomeni non sono correlati..”
Grazie Nino, grazie.
Ogni tuo commento rafforza la mia convinzione che questa battaglia culturale e antropologica dei cattolici sia buona, giusta e razionale. Una battaglia che atei, credenti, bianchi neri e gialli dovrebbero fare propria.
Grazie anche per avermi ricordato dei costi: non sia mai che si perda di vista “i nodi della questione”.
Se passa la “step child”, se passa questa visione dell’uomo, della vita, del diritto unilaterale che non si sofferma mai nell’interrogarsi su cosa sia meglio per i ragazzi prima o poi, nel futuro, qualcuno chiederà i bio_bonus per l’acquisto bebè.
Perchè se è un diritto avere figli costi quel che costi, allora lo stato deve facilitarti nella fruizione di questo diritto per non lasciarlo ad esclusivo beneficio dei ricchi ricchioni alla Elton John.
Io davvero non capisco la sua/LGBT logica, non la capisco.
Sembra che consideri gli uteri in affitto come l’abusivismo edilizio.
Non riesco a fermare il fenomeno? Condono “uterizio” e ci guadagnamo pure.
Più case/figli per tutti, che diamine!!!
Allora, andiamo dritti dritti al punto:
1) la ritiene una pratica giusta. In quel caso mi spiace per lei, per le gestanti.
2) la ritiene una pratica ingiusta. In questo caso, secondo logica (e non dogma), impedisce OGNI pratica che ne possa favorire, FOSSE ANCHE IN MANIERA MARGINALE, la diffusione.
3) non esiste altra opzione o scorciatoia di comodo: scelga.
dalla tua risposta mi sembra ovvio che a te della pratica degli uteri in affitto non importa nulla. vuoi solo usarla come mezzo per poter screditare il matrimonio gay.
d’altronde apri il tuo post proprio ammettendo che utero in affitto e matrimonio gay hanno poco in comune.
quanto può essere deplorevole usare un argomento etico delicato come quello degli uteri in affitto in maniera strumentale solo per far vincere le proprie convinzioni in un ambito che non c’entra niente?
ma possibile che tu non abbia delle argomentazione “serie” e “oneste” contro il matrimonio gay?
è come odiare i francesi perchè si odiano i biondi. capisci che non ha senso? ci sono biondi non francesi e ci sono francesi non biondi, quindi l’argomentazione “odio i francesi perchè odio i biondi” semplicemente non funziona.
è chiara la metafora? “sono contro i matrimoni gay perchè sono contro gli uteri in affitto”, poi ti rendi conto che ci sono coppie gay che non vogliono ricorrere agli uteri in affitto (magari non vogliono figli) e ci sono coppie non gay che ricorrono agli uteri in affitto…. da qui, la tua motivazione è pretestuosa e scorretta
@Andrea: io in linea di principio sono contrario alla pratica dell’utero in affitto. Che è solo uno dei due modi con cui una coppia omosessuale può avere un figlio (l’altro, nel caso delle coppie femminili, è la fecondazione artificiale). Ma continuo a non vedere il nesso tra matrimonio ed utero in affitto. Nel caso tu non lo sappia, la stragrande maggioranza delle coppie che ricorrono all’utero in affitto sono etero. Che facciamo, proibiamo il matrimonio anche alle coppie etero così avranno meno incentivo a ricorrere a detta pratica?
@Pippo /Nino
Sinceramente non capisco se ci siete o ci fate: lo avete letto l’articolo ? La surrogazione non è nata con il matrimonio gay, questo nessuno lo nega; così come non si può negare che è proprio il matrimonio gay ad avere incrementato in maniera decisiva il ricorso a questa pratica, almeno negli USA. Il costo non è un problema, l’avanguardia per i diritti LGBTQI e’ formata da milionari in stile Elton John.
Quindi la correlazione esiste eccome.
Interessante osservazione, ma non credo cosí vera; certo, se una coppia omosessuale vuole un figlio lo ottiene. Indubbio. Io credo che l’aumento di coppie che ricorrono all’utero in affitto sia da ricercarsi tra gli indecisi, che una volta ottenuto il matrimonio, e vedendo che tutti hanno un Bimbo, si sentano piú spronati a ricorrere a questa pratica. Non sarebbe la prima volta che una previsione económica aziendale si basi su uno studio di psicología sociale. Le due signore dell’azienda hanno fatto bene i conti, altroché stupide
Se quello che dici è vero, allora la partita è persa in partenza perchè già molte coppie omosessuali hanno dei figli e , contrariamente al passato, sono figli “visibili”, che vanno all’asilo e poi a scuola, che fanno le feste di compleanno ed invitano tutta la classe ecc. … l’essere coppia omosessuale con figli è già stato sdoganato, anche senza il matrimonio omosessuale, ed è evidente che si può senza per questo essere emarginati dalla società
“Se una coppia omosessuale sceglie di avere un figlio lo fa, ricorrendo all’utero in affitto o (molto più spesso, […]) alla fecondazione artificiale”
…mi spieghi una cosa? Come può essere di aiuto la fecondazione artificiale nel caso di due gay maschi? …senza un utero, la vedo dura far nascere un bambino.
Aggiungo…
Giustamente il filosofo Fusaro (marxista, a scanso di equivoci ) sostiene che tutte queste modifiche alle relazioni familiari hanno un solo scopo: frammentare il più possibile la società (ed ormai la famiglia è l’unica cellula della società che ha resistito a questa frammentazione ) in modo che qualunque relazione con il prossimo sia monetizzabile. Fusaro parla di atomizzazione della società come estremo atto del capitalismo.
È importante anche abbattere ogni barriera all’acquisto e vincere i freni interni che limitano i nostri desideri. Bisogna abbattere l’idea che sia immorale comprare alcune cose o servizi, per diventare consumatori perfetti (in sostanza acritici e facilmente manipolabili).
Ora, se uno è disposto a comprare un figlio, se lo si convince che non solo non c’è niente di male, ma addirittura che è un suo diritto, si farà scrupoli a comprare tutto il resto? Si porrà dubbi etici sui suoi acquisti (se non quelli imposti dall’alto per far levitare i prezzi)?
Si badi bene, i figli comprati ci sono sempre stati… ma prima erano segreti riservatissimi, oggi sono striscioni da portare in corteo. Un tempo c’era la consapevolezza di aver compiuto un crimine, oggi quella di aver esercitato un diritto.
Ora arriverà il solito Michele L. … Forbes non è attendibile, l’APA non riporta questa notizia, etc., etc.
Ormai comunque si evince solo che i bambini non sono più persone, possono essere comprati, venduti, regalati, fabbricati, scelti a catalogo… servono solo a soddisfare i desideri degli adulti….
Che pena…