Uruguay. All’indomani del voto del Senato che ha approvato in via definitiva la legalizzazione di produzione, commercio e consumo della cannabis, arrivano le reazioni dure dell’International Narcotics Control Board, l’organo che contrasta il narcotraffico e la diffusione di droghe per conto delle Nazioni Unite e di cui l’Uruguay è membro. «Sono sorpreso che un corpo legislativo che ha sostenuto una legge internazionale e degli accordi abbia deciso scientemente di rompere l’appoggio legale ad un trattato condiviso universalmente e sostenuto a livello internazionale», ha detto Raymond Yans, presidente dell’Incb.
«COLPISCE ALCUNE FUNZIONI MENTALI». Il Board si basa sulla difesa della Convenzione unica sugli stupefacenti, un testo redatto nel ’61 e attivo dal ’75, «il cui scopo principale è proteggere la salute e il benessere dell’umanità», continua Yans, nel comunicato emesso dall’Incb. «La Cannabis è sottoposta al controllo della Convenzione del ’61, che chiede agli stati membri di limitare il suo uso a scopi medici e scientifici, a causa della sua potenziale capacità a dare dipendenza». Stupisce infatti come l’Uruguay si sia totalmente dimenticato dei rischi per la salute cui l’uso di marijuana porta nei consumatori, specie tra i più giovani: «Non solo dà dipendenza, ma può anche colpire alcune funzioni mentali fondamentali, il quoziente intellettivo, le performance accademiche e lavorative, e compromettere l’abilità alla guida. Fumare cannabis è più pericoloso di fumare tabacco», continua il comunicato, appoggiandosi sul giudizio della comunità scientifica, di cui il Governo si è totalmente dimenticato.
«DECISIONE CHE SPINGE I GIOVANI A PROVARE». La proposta del presidente uruguayano Mujica si basava sulla teoria secondo cui liberalizzando l’uso e il commercio di droga si sarebbe contrastato il narcotraffico, contro cui ben poco avevano fatto, a detta del Premier, anni e anni di proibizionismo. L’approvazione di ieri ha subito richiamato l’attenzione di tanti consumatori abituali di cannabis, che ieri hanno chiamato diverse ambasciate uruguayane per sapere come trasferirsi a Montevideo e dare il via al “turismo della marijuana”, tendenza che lo stesso Mujica vorrebbe contrastare concedendo la vendita degli spinelli solo alla popolazione locale.
Intanto però, è sempre l’Incb a smentire il Governo sudamericano, spiegando come lo scopo di contrastare il crimine si basi su «congetture precarie e non comprovate. Una simile decisione non protegge i giovani, piuttosto ha l’effetto perverso di incoraggiare una sperimentazione precoce, abbassando l’età del primo uso, e quindi contribuendo a problemi di sviluppo, un più veloce inizio di dipendenza e altri disordini».