«Chi fuma gli spinelli e si droga indebolisce se stesso e aiuta le mafie». Ne è convinto Ernesto Olivero, fondatore a Torino del Sermig (servizio missionario giovani) e profondo conoscitore del problema della droga. Dopo la bocciatura (per motivazioni ridicole e a otto anni di distanza) da parte della Consulta della legge Fini-Giovanardi, mette in guardia il Parlamento perché le droghe leggere sono un pericolo: «I giovani sono un patrimonio per l’Italia sì o no?», dichiara al Corriere della Sera.
«DROGA BRUCIA IL CERVELLO». «La droga la conosciamo tutti: finora ha fatto bene o ha fatto male alle persone?», continua. «Bisogna chiederselo, altrimenti qualunque legge sarà inutile e sbagliata».
Olivero di ragazzi rovinati dalla droga ne ha incontri migliaia e a chi avanza già ipotesi di liberalizzazione della marijuana, magari con la scusa che aiuterebbe a sconfiggere la mafia, risponde: «Quando parlo con i ragazzi entro un po’ in crisi. Tutti sono pronti a battersi contro la mafia e nessuno disposto a dire che la droga brucia il cervello? Io ogni volta li esorto: “Avete la possibilità di mandare in crisi un commercio, fatelo! Siate intelligenti, la droga è soltanto una scorciatoia da niente”».
«CHI FUMA AIUTA LA MAFIA». Combattere la droga e combattere la mafia vanno di pari passo: «Chi si spinella e si droga è irresponsabile due volte. Anzitutto perché senza accorgersene uccide la sua sicurezza, il suo credere in sé, la capacità di resistere alle debolezze umane suggerite dagli stereotipi di moda. E lo è perché alimenta un mercato criminale, perché diventa “amico” delle mafie». Per aiutarli, però, serve anche «l’autorità morale dello Stato per aiutarli a crescere».