Litigare al Nord, fare pace al Sud
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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Un po’ come quando si vuol salvare qualcuno che si stima da una strada sbagliata e un po’ come un avvertimento. Sembrava questo il tono di Carlo Bonomi, rivolgendosi al presidente di Confindustria che era seduto in prima fila, durante l’assemblea del 13 giugno che lo ha incoronato sedicesimo presidente di Assolombarda (il primo è stato nel 1946 Giovanni Falck). «Caro Vincenzo, noi ti daremo un grande supporto», ha detto Bonomi in modo quasi confidenziale, «entrambi però abbiamo ereditato una situazione difficile che, per il nostro ruolo, non possiamo ignorare: dalla vicenda del Sole non usciamo bene… Noi saremo pronti a dare tutto il sostegno necessario perché il Sole torni ad avere solidità finanziaria ed efficienza gestionale».
[pubblicita_articolo allineam=”destra”] Poi ha incalzato: «Ma tutti insieme dobbiamo dare prova che quei gravi errori che ci hanno insegnato molto non siano più destinati a ripetersi». Un’offerta di aiuto con tutti i crismi, ma che pone dei paletti, sembra. E il presidente Boccia era lì ad ascoltare, sapendo di dover incassare perché in parte se l’aspettava che dalla potente Assolombarda sarebbe potuta arrivare qualche provocazione forte nel momento in cui si stanno decidendo gli schieramenti politici per le prossime elezioni e si sta affrontando la grave crisi del quotidiano confindustriale.
Ma, intanto, Boccia rimuginava sul modo di ricucire, appianare, riconciliare. Lui che in questo ha dimostrato doti non comuni. E così, a quanto pare, è stato, complice una trasferta inaspettata di Bonomi a Napoli. Ma andiamo per gradi. L’Assolombarda, che raggruppa le province di Milano, Lodi, Monza e Brianza, è per dimensioni e rappresentatività l’associazione più importante di tutto il sistema confindustriale con 5.800 imprese iscritte. Non è un mistero che da tempo sia attraversata da una certa insofferenza nei confronti di quel sistema di potere e relazioni romano-meridionali che in associazione fa sentire un certo peso (“Il Nord non è Roma, come Roma non è il Sud”). Abbastanza scontata è anche la tentazione federalista che arriva da una certa base degli imprenditori iscritti all’associazione milanese. Quello che forse non ci si aspettava era che il neo presidente ripetesse più e più volte la parola «Nord» e frasi come «il metodo associativo del Nord» sottolineando, seppure indirettamente, tutta la forza in termini di Pil prodotto e di quote di iscrizione versate nelle casse di Confindustria rispetto ad altre realtà territoriali.
Davanti alla maxi torta
Insomma, quasi una presa di distanza, che il presidente Boccia ha preso molto sul serio, visto anche il rapporto di stima che lega i due. Così, si è rivelato fondamentale per un chiarimento l’incontro che c’è stato a Napoli solo pochi giorni dopo in occasione dei festeggiamenti per il centenario della Confindustria partenopea (21-22 giugno). Boccia e Bonomi, immortalati insieme nella serata dei festeggiamenti davanti alla maxi torta, si sono anche parlati a tutto tondo ritrovando a quanto pare sintonia e coesione su vari temi. Tutto bene dunque? Si vedrà. Intanto, Bonomi, interpellato nei giorni scorsi sul tema dell’aumento di capitale aperto a soci sopra la soglia del 2 per cento, ha fatto sapere di «non essere parte in causa in questo momento» e che semmai gli verrà chiesto, ma non crede che questo avverrà, «saranno valutate tutte le opzioni possibili».
Foto Ansa
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