
Libia: quattro cristiani arrestati con l’accusa di proselitismo. «Minano la sicurezza nazionale»
Quattro stranieri sono stati arrestati in Libia con l’accusa di essere missionari intenti a fare proselitismo distribuendo materiale cristiano. È successo ieri a Bengasi e, come sottolinea Hussein Bin Hmeid, membro della sicurezza libica, «fare proselitismo è vietato in Libia. Siamo un paese composto al 100 per cento da musulmani e questo tipo di azioni mina la sicurezza nazionale».
CRISTIANI SOTTO ATTACCO. In Libia il proselitismo, secondo una legge dell’era Gheddafi, è punibile anche con la pena di morte, anche se non si sono mai verificati incidenti di questo tipo. Da quando il regime è caduto, due anni fa, la vita dei cristiani (3% della popolazione) è andata peggiorando costantemente: molte suore sono state costrette ad abbandonare la Cirenaica, perché minacciate da bande armate di estremisti islamici, e come dichiarato da Daimasso Bruno, giardiniere del cimitero italiano a Tripoli, «non passa giorno senza che le nostre tombe siano profanate e vandalizzate».
TORNANO GLI ISLAMISTI. E mentre nel paese si festeggia il secondo anniversario della caduta di Gheddafi, fortunatamente in modo pacifico, preoccupa la notizia che Ansar al-Sharia, milizia composta da terroristi responsabili dell’assassinio dell’ambasciatore americano a Bengasi Chris Stevens, è tornata ad occupare la città più importante della Cirenaica. Dopo l’attentato a Stevens, il gruppo era stato cacciato dai cittadini, ora però ha ripreso il controllo dell’entrata ovest della città e di alcuni ospedali. Se molti cittadini si sono lamentati del loro ritorno, altri sono felici. Come testimoniato da alcuni medici al Washington Post: «I miliziani sono gli unici in grado di garantire la sicurezza in città. Il ministro degli Interni, invece, non è in grado di tutelarci».
ISOLAMENTO INTERNAZIONALE. La Libia è in forte difficoltà dalla fine della rivoluzione: nella speranza di bloccare l’afflusso di terroristi sul suolo libico, il governo ha già chiuso le frontiere con Chad, Niger, Sudan e Algeria. In occasione del secondo anniversario della rivoluzione, il governo ha annunciato che chiuderà per quattro giorni anche le frontiere con Egitto e Tunisia. La Libia quindi si isolerà completamente. Non solo, l’intero sud del paese è stato dichiarato zona militare, nel tentativo di liberarlo dalle milizie irregolari che lo governano di fatto al posto dello Stato.
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2 commenti
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questo è il risultato di chi nelle cancellerie di roma, parigi, londra, washington, ha nutrito protetto e fomentato tagliagole salafiti per saccheggiare il petrolio, migliaai di cristiani in iraq, israele, siria, egitto, libia sono martirizzati da questi pupazzi dell’occidente . sveglia fretelli!basta votare per politici guerrafondai che si dicono cristiani!ipocriti come i farisei.anche la pace sancita dalla costituzione deve essere un valore irrinunciabile per noi come la difesa della vita.
Ma c’è in giro qualcuno che abbia il coraggio di parlare di primavera in questa notte di gelo polare?