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«Il Natale dei libanesi è come quello di Gesù duemila anni fa»

Di Leone Grotti
25 Dicembre 2024
La popolazione festeggia tra sollievo per il cessate il fuoco e paura di un nuovo conflitto tra Israele e Hezbollah. Ma centinaia di migliaia di persone non hanno più una casa. Intervista a monsignor Jules Boutros
Luminarie di Natale a Beirut, in Libano
Luminarie di Natale a Beirut, in Libano (foto Ansa)

«Quest'anno il Natale dei libanesi assomiglia molto a quello della sacra famiglia: tanti sono lontani da casa, tanti hanno trovato rifugio in luoghi poco più confortevoli della stalla dove è nato Gesù duemila anni fa». Parla così a Tempi monsignor Jules Boutros, che guida in Libano la Chiesa patriarcale di Antiochia dei siri.

Il ritorno degli sfollati in Libano

Dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco di 60 giorni, il 28 novembre, la maggior parte degli 1,2 milioni di sfollati a causa della guerra tra Hezbollah e Israele hanno fatto ritorno alle proprie case, principalmente nel sud del paese. Spesso solo per trovare abitazioni rase al suolo o rese inagibili dalle bombe.

«Quanti cristiani e musulmani non hanno più una casa dove andare», continua monsignor Boutros, «e quanti come Giuseppe e Maria hanno trovato un posto grazie alla generosità di qualcuno: uno spazio in una parrocchia, in un monastero, in una scuola».

Le "sacre famiglie" del Libano

Il Libano vive ques...

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