Lettere al direttore

Lettori filo catalani ballano sulle macerie dell’insipiente Rajoy

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Pubblichiamo la rubrica delle “lettere al direttore” contenuta in Tempi n. 41 (vai alla pagina degli abbonamenti). Per scrivere ad Alessandro Giuli: direttore.giu

Caro direttore, non sono per niente d’accordo con quello che ha scritto su tempi.it il nostro connazionale che vive a Barcellona, e anche con quello che ha scritto lei («Se la Spagna, come già altre nazioni europee, non avesse trasformato la monarchia in un orpello da rotocalco, sarebbe bastata l’ostensione pubblica del sovrano, se non la sua semplice presenza, per disinnescare ogni irrequietezza catalana»). Ogni popolo ha diritto di esprimersi. In Spagna sono venuti meno tutti i canoni della democrazia e della libertà, con la complicità della tanto amata Unione Europea. Si inneggia alla democrazia e poi, giusto o no, non si permette a un popolo di esprimere il proprio parere. E il tanto decantato premier spagnolo Rajoy si è rilevato una mezzacalzetta peggio del nostro Renzi: nei giorni antecedenti il referendum non ha saputo intavolare con il governatore della Catalogna un ben che minimo dibattito politico.
[Pietro Lorito Bernalda Matera]

Vorrei rispondere all’italiano che vive a Barcellona e crede di sapere tutto. È scandaloso che un diritto come quello del referendum possa essere definito non valido. Da decenni in Catalogna esiste l’aspirazione di staccarsi da Madrid, per molti motivi. È normale che non vada a votare il cento per cento degli elettori. Non avremmo mai avuto un governo neanche noi. La democrazia presuppone una maggioranza. L’autore della cronaca è solo un incredibile reazionario, non ha visto i filmati della gente manganellata quando era già a terra, gli anziani spintonati, i seggi sfondati per entrare e terrorizzare le persone perché votare non fosse un atto sereno? Come in Italia, anche in Spagna la polizia non ha sigle o numeri, magari sui caschi, per poter identificare i soggetti che compiono azioni ripugnanti. Non c’erano violenti tra i manifestanti, per cui è molto più facile che sia stata la polizia a esagerare sui suoi feriti. Voglio ricordare che al G8 di Genova 2001, dei black bloc furono fotografati mentre parlavamo con dei poliziotti in un vicolo nei pressi della manifestazione.
[Elisabetta Mazza via internet]

Rajoy si è dimostrato del tutto inabile a far valere i princìpi fondamentali della persuasione e della prevenzione, prima ancora che quelli costituzionali della repressione nei confronti di una scelta sediziosa. E che delusione anche il monarca, così divisivo anziché no: occasione sprecata. Né col re né con la repubblica. 

Foto Ansa

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