Lettera aperta a Renzi perché «salvi educazione, famiglia e libertà»
Caro direttore, l’equilibrio della scena politica si sta facendo di giorno in giorno sempre più instabile. In questa situazione si accentuano per i Nonni2.0 le preoccupazioni riguardo il futuro dei loro nipoti per possibili scelte obbligate che il Governo potrà essere costretto ad assumere in materia dei c.d. “diritti civili”, scelte che potranno avere ricadute negative per la strutturazione della persona (vedi introduzione teoria gender nelle scuole), per il disfacimento dell’istituto famigliare che potrà conseguire dall’introduzione del “matrimonio same sex”, per le ferite della libertà di espressione che potranno derivare da una legge mal formulata contro l’omofobia.
Pressati da questa preoccupazione hanno sentito la necessità di indirizzare al premier Matteo Renzi la lettera che segue, auspicando che tale loro richiamo lo induca correggere o bloccare i provvedimenti calendarizzati per il prossimo autunno.
Egregio Presidente, desideriamo congratularci con Lei per il tentativo di rimettere in moto l’Italia e per il dinamismo da Lei impresso all’azione di governo, dopo anni di sostanziale immobilismo.
Confidiamo che le riforme da Lei messe in atto in così breve tempo abbiano la forza di rendere più moderno ed efficiente il nostro caro Paese.
Noi nonni ci auguriamo che i risultati di questo suo lavoro possano aprire finalmente ai nostri nipoti prospettive che il languore di questi ultimi anni sembra aver precluso.
Ci permettiamo tuttavia di farle presente una preoccupazione, basata sulla nostra lunga e bella esperienza di vita.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]La preoccupazione è questa: le riforme da lei promosse rischiano di essere compromesse nel tempo da alcune iniziative che, stando alla stampa, lei non solo avallerebbe, ma nella sostanza promuove. Riteniamo che tali iniziative sconvolgerebbero l’antropologia di un intero popolo, che ha permesso all’Italia di essere, nei secoli, un faro per tutto il mondo quale creatrice di una cultura distintiva ed unica. Ciò indebolirebbe le certezze della nostra gente e senza certezze non si può costruire nulla di duraturo.
Avrà certo compreso che ci riferiamo:
1) al fatto che nella recente riforma della Buona Scuola si è voluto indebitamente inserire un riferimento (esplicito) all’educazione gender in tutte le scuole italiane, che finirà con il confondere la mente di intere generazioni, a partire dall’età infantile;
2) al fatto che si vuole violare l’art.29 della Costituzione, dando un colpo micidiale all’istituzione familiare ed all’istituto dell’adozione;
3) al fatto che si vogliono annullare gli effetti dell’art. 21 della Costituzione, eliminando la libertà di opinione in un tema così delicato come quello relativo all’affettività ed al sesso.
Senza volerlo, Lei metterebbe in atto un attacco all’educazione, alla famiglia ed alla libertà, che finirebbe con l’annullare gli effetti positivi delle Sue riforme.
Sappiamo che Lei ama molto il grande Chesterton: noi siamo sicuri che se GKC fosse in vita, userebbe tutta la sua ironia e tutto il suo paradossale sarcasmo per condannare senza mezzi termini le iniziative sopra accennate, che egli vedeva come “derive impazzite”, concepite come “una persecuzione nei confronti dell’uomo comune”.
La preghiamo: se vuole veramente passare alla storia del nostro fantastico Paese, salvi educazione, famiglia e libertà. In tal modo, farebbe fare uno storico passo in avanti all’Italia, senza cedere alle lobby di altre culture ed a sedicenti direttive europee, che tali non sono, perché nessuno ha dato la competenza giuridica all’Europa di occuparsi di famiglia.
Evitare le “derive impazzite” sarebbe, in fondo, riaffermare un sano orgoglio nazionale, a cui Lei, spesso, fa riferimento.
Siamo disponibili ad ogni chiarimento.
Con i più cordiali saluti.
per ASSOCIAZIONE NONNI 2.0
il presidente Dott. Pierluigi Ramorino
il vice presidente Avv. Giuseppe Zola
Foto Ansa
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8 commenti
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cosa ci si può aspettare da uno che non dice una parola sul dramma dell’immigrazione ma si coccola una come la cirinnà? cari nonni, dite due paroline chiare anche a quel cafone di don galantino. non si è mai visto nella cei un personaggio simile. ruini l’avrebbe già liquidato. evidentemente è lasciato fare da chi lo ha voluto li. e chi si somiglia si piglia.
Questo il racconto di una vacanza in Danimarca riportato da un utente sulla mia pagina Facebook che dovrebbe far riflettere chi crede al complotto del pensiero unico!!!
Dopo una settimana in Danimarca, se chiudo gli occhi le prime cose che la memoria mi fa vedere sono 1) una quantità immensa di biciclette (ma questo lo sapevo dal 1979, quando venni qui la prima volta) 2) una quantità immensa di giovani famiglie, di bambini e di passeggini. Non credo di aver mai visto così tanti bambini. Dappertutto, a Copenhagen, sulle spiagge, nei paesi della provincia, a Legoland che dev’essere per loro il paradiso terrestre: dovunque ci sono giovani coppie con il passeggino (una variante: lui porta il passeggino e lei ha il pancione della gravidanza), e bimbi che ridono, saltano, giocano, si divertono con le migliaia di parchi giochi e di giardini colmi di scivoli, di quadrati svedesi, di giostre. Non puoi girare la testa senza vedere decine di bambini, identici fra loro e identici a papà e mamma: tutti biondi e con gli occhi azzurri. E tutti, sorpresa, sommamente educati: i danesi sono un popolo simpatico, e i figli crescono nell’ideale della tolleranza e della gentilezza.
Insomma: la Danimarca è una specie di réclame della famiglia come la intendono, che so, Giovanardi, Mons. Bagnasco, le Associazioni dei Genitori, quelli che protestano “in difesa di…” etc etc. Tutto regolare, tutto in linea con i dettami: qui si sposano presto, hanno presto figli, e tanti, li portano a giocare dedicando tempo ed energia. E i bimbi crescono bene. Questa sì che è una società di sani principi, una società le cui radici non sono intaccate dalle sozzure del gender e del matrimonio gay.
Ma… un momento… qualcosa non torna.
In questo momento mi sembra di vedere la faccetta affilata, il ghignetto, le labbra sottili e piegate a cul di gallina del capo del vescovame italiano quando emette il solito “duro richiamo”, il solito “severo monito”: no a unioni civili, matrimoni gay, teoria gender, adozioni da parte di coppie omosessuali, e sempre per lo stesso motivo, perché queste porcherie “mettono in pericolo i fondamenti della società civile”, “distruggono la famiglia come base della civiltà”, “costituiscono una grave minaccia per i bambini”, rappresentano “uno sbaglio della mente umana” che “edifica un transumano”, e “minano alla base la naturale evoluzione dell’umanità” (questa espressione, “minare alla base”, è una delle più ridicole mai inventata da mente umana). Dal che si deduce che la Danimarca, che è stracolma di famiglie giovani, di pancioni, di allegri bambini e di passeggini, non sia mai stata “minata alla base” dai gay, dal gender e da tutti gli altri “cavalli di Troia” di cui sopra.
Bene: la Danimarca è stato il primo Paese al mondo a legalizzare le unioni civili, eterosessuali e omosessuali, nel 1989. Nel 2009 sono state legalizzate le adozioni da parte delle coppie omosessuali. Nel 2012 è divenuto legge il matrimonio omosessuale. Dal 1997 le unioni omosessuali posso essere benedette dalla Chiesa evangelica luterana. “Minata alla base”? La Danimarca, con queste sue luride leggi, dovrebbe essere un mare di fango, una cloaca di vizi, una terra inaridita dove non v’è spazio per le giovani famiglie e per i bambini. Solo che basta fare cento metri a piedi in qualsiasi città o paesello per accorgersi che è esattamente il contrario e che il sorriso dei bimbi illumina ogni angolo di via.
Questi discorsi su famiglie e bambini… da dove vengono? Da tetre infanzie e adolescenze trascorse nelle penombre delle sagrestie, nei corridoi dei seminari ecclesiastici, fra brusii, malignità, desideri inconfessati ma spesso soddisfatti ai danni dei più deboli, odore d’incenso e di refettorio, spalle curve, mani pendule, guance di cera, teste pettinate col riporto, terrore della femmina, vocine querule, arti di gelatina. Che ne sanno di famiglie, di procreazione, di bambini? Ma soprattutto che ne sanno della vita sana, della tolleranza, dell’apertura, dell’aria aperta? E parlano, parlano, parlano, buffonata dopo buffonata, e tengono in ostaggio questo nostro disgraziato Paese…
Che ne sai tu di bambini -erano tanto felici al parco anche i bambini tedeschi al tempo delle deportazioni
nei campi di concentramento, per dirne una!, tutti favorevoli alla razza ariana!-? Che ne sai dell’evolversi della cultura della morte? Che ne sai tu di apertura, dialogo, aria aperta? Forse ne sai qualcosa grazie ad una amica -sarà vero?- ed ad una pagina facebook?
Mamma mia, multitrollhorror,in questo caso Xyzwk, che copiaincollata !
Ma c’era bisogno di tutto questo copia e incollaggio per scrivere sempre la stessa broda ?
Manco ti rendi conto del pappone di retorica che hai postato !
chiacchiere in libertà, senza sostanza, imbottite di pregiudizi !
Ma non ti vergogni di copiaincollare certe banalità superficiali ?
Non ti bastano le tue ?
Ma stai al tema, una volta tanto, invece di scopiazzare a destra e a sinistra e cambiare disorso, sproloquiando di tutt’altro.
p.s.: saluto eventuali nick d’appoggio, di solito puntuali come la morte !
A Copenaghen, Helsingor e Roskilde, in anni pre- e post 11 settembre, ho visto islamici, somali e afghani, seguiti da donne col velo, sia donne africane che bianche, a giudicare dal lembo di fronte scoperta quando non erano intabarrate nel burqa. Dal 2000 al 2007, in discreto aumento. La Danimarca è il Paese dello “Jyllands-Posten”: anche quest’anno attaccato dai “Je ne suis Charlie”, mentre i suoi redattori, da Lars Vilks a Flemming Rose, vivono sotto protezione non islamica.
Inutile girarci intorno: la libertà di espressione, nell’Ue, è soggetta ai placet di chi accogliamo e minaccia, taglia e spara. Altro che “vescovame italiano”!
Così proni al Pensiero Unico, ai vertici della Cei, da fare del “sì all’immigrazione” sempre e comunque, senza discussione e senza regole, senza limitazioni di cifre di arrivi e spese conseguenti, da averne fatto un dogma di fede: e gli anatemi li lanciano addosso a chi obietti o dica NO. Così aperturisti, i vertici ecclesiali, da sdoganare in modo soft le direttive eurocratiche in tema di nozze e adozioni gay: e da sconfessare cristiani e non che manifestano a favore della famiglia tradizionale.
Sviste madornali, su Danimarca e “vescovame”, che non depongono a favore di lucidità, obiettività e affidabilità di chi, anti-cristiano, non osa pronunciare il proprio nickame e rappattuma lettere alfabetiche che non figurao o sono rare nella ligua italiana: devoto omaggio, consapevole o meno, al rifiuto di quella identità, categoria personale, sessuale, nazionale, storica, che tanto dispiace alla cultura dominante.
Caro Beppe Zola,
Ti parlo forte di una esperienza più che trentennale nello stesso movimento ecclesiale: non sarebbe più efficace non invitarlo al Meeting spiegando le ragioni? Se facciamo prevalere altri interessi su queste questioni, abbiamo già perso.
Con stima e affetto.
Sergio
Ha già perso, su tutta la linea, chi pensa di mettere steccati a una vita che nasce per l’opera di un’Altro. Chi sei tu per decidere? Trentanni sprecati: è ora di ricomiciare…
Carissimi dell’ Associazione,
voi ce la mettete tutta. Lui vi ascolterà? Perchè a volte ci sono persone che parlano, parlano (e sembrano in dialogo con l’angelo custode) ma che sembra non sappiano ascoltare. Sono piuttosto sfiduciata…