La cosa più bella, con Luigino, era leggere insieme i giornali al mattino. Non c’era titolo o fatto che non sembrasse accadere davanti a lui in quel momento e che quindi non lo riguardasse e non lo dovesse “assorbire”. Ogni cosa che leggeva lo interpellava e si sentiva di dover rispondere sempre mettendo a repentaglio quello in cui credeva, quello che sapeva già. Non c’era titolo o fatto che non generasse, oltre ai suoi commenti al fulmicotone, una telefonata a questo piuttosto che a quello per dire: «Hai sentito?». Non so quante migliaia di persone conoscesse per nome e delle quali avesse il numero di telefono: ma dall’eclatante fatto internazionale al piccolo fatto di cronaca, aveva sempre qualcuno da sentire assolutamente e urgentemente e con il quale interloquire, condividere o infuriarsi. Non aveva periferie da frequentare, Luigi, perché per lui era tutto centro.
«Nell’esperienza di un grande amore, tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito» (Guardini): ...
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