Legge elettorale, Renzi presenta il suo modello in direzione Pd

Di Chiara Rizzo
20 Gennaio 2014
L'ipotesi di una convergenza con Forza Italia su un modello spagnolo corretto scandalizza però il Pd. Intanto oggi Renzi dovrebbe incontrare anche Alfano che ha assicurato: «La legge senza di noi non si farà»

È il giorno della verità per il Pd, oggi si terrà la direzione del Pd in cui il segretario Matteo Renzi presenterà la bozza di legge elettorale. Un incontro atteso dopo l’incontro sabato tra Renzi e Silvio Berlusconi.

A PATTI COL “DIAVOLO”. L’incontro con Berlusconi, più che scandaloso dovrebbe essere considerato come naturale dal Pd, considerato che Renzi da dicembre ha incontrato tutti i leader dei partiti in parlamento, e persino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (oggi è atteso l’incontro con il leader di Ncd Angelino Alfano). Renzi ha cercato di spiegarlo ai suoi con tweet e facebook: «L’accordo con Berlusconi è trasparente e alla luce del sole. In un mese è a portata di mano quel che in venti anni di chiacchiere non si è mai realizzato» ha ribadito nelle ultime ore. Ma non è servito: restano ancora nelle orecchie di tutti le parole polemiche di Stefano Fassina, dopo l’incontro al Nazareno tra Renzi e Berlusconi: «Come dirigente mi sono vergognato».

L’ISPANICO. Le ipotesi si sono succedute in queste ore, ma quella più gettonata è che l’accordo con Berlusconi verta su un modello spagnolo, con un premio di maggioranza riservato alle coalizioni. Si sono già levati gli scudi, ma il segretario ha continuato a ripetere: «A chi critica suggerisco almeno di aspettare di vedere com’è fatta la legge, oggi pomeriggio». Ma contro l’Ispanico, come è definito dai media il nuovo modello elettorale frutto dell’accordo Renzi-Berlusconi, si schiera non solo una fetta dello stesso Pd, ma anche Nuovo centrodetrsa di Alfano: «Abbiamo impedito un infanticidio (quello di Ncd, ndr) – ha detto Alfano ieri alla convention dei giovani del partito – e di soffocare in una culla una creatura appena nata»: l’Ispanico ucciderebbe i piccoli partiti, e quindi rischierebbe grosso anche Ncd. Alfano però ha assicurato: «Possiamo già registratre questo primo successo, perché senza di noi o contro di noi la legge elettorale non si fa». Oggi si capirà come Alfano intende portare avanti questa trattativa politica con il Pd e se ci riuscirà davvero.

DALL’ISPANICO ALL’ITALICUM. Col passare delle ore, in attesa dell’avvio della direzione Pd dove la proposta per la legge elettorale sarà ufficializzata, si susseguono le anticipazioni. Matteo Renzi avrebbe iniziato a divulgarle per preparare il terreno con i suoi. Dall’Ispanico, adesso si è passati ad un modello elettorale prontamente ribattezzato dai media come “Italicum” perché un modello spagnolo ricorretto all’italiana, su cui anche Ncd avrebbe dato per gran parte l’assenso nell’incontro post pranzo tra Alfano e Renzi. Anzitutto è previsto un premio di coalizione del 20 per cento dei seggi in più, il che significa che per raggiungere la vittoria occorrebbe al minimo arrivare al 35 per cento dei voti su base nazionale. Se questo non accadesse e tutte le coalizioni restassero al di sotto del 35 per cento, i seggi verrebbero ripartiti proporzionalmente. In attesa della riforma costituzionale del Senato, l’Italicum prevede che quest’ultima camera sia eletta grazie ad un premio nazionale, un modo per superare la bocciatura della Consulta al premio regionale di maggioranza previsto dal Porcellum. La ripartizione dei voti tra i partiti sarà attribuita da un collegio unico nazionale, per garantire anche i partiti piccoli. Ma per evitare troppa frammentazione, si è pensato ad una soglia di sbarramento del 5 per cento per i partiti in coalizione, o dell’8 per cento per i partiti che si presentano da soli. L’Italicum infine prevede liste bloccate solo per un massimo però di 4 o 6 candidati, che permettano con maggiore semplicità al cittadino di orientarsi e capire chi verrebbe eletto con il suo voto.

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