«Le tasse da noi hanno pochi confronti al mondo». «Gli italiani non sono dei sudditi»

Di Redazione
14 Marzo 2012
Luigi Giampaolino, Corte dei Conti: «Pressione fiscale eccessiva, superiore al 45%». Francesco Pizzetti, garante per la Privacy: «È proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli, troppi controlli».

«Ci avviamo verso una pressione fiscale superiore al 45% del prodotto, un livello che ha pochi confronti nel mondo». A lanciare l’allarme è la valutazione fatta dal presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, durante un’audizione in commissione Bilancio della Camera. «Se a ciò si aggiunge che le stime più accreditate ipotizzano un livello di evasione fiscale dell’ordine del 10-12% del prodotto – ha aggiunto Giampaolino – ne consegue che il nostro sistema è disegnato in modo tale da far gravare un carico tributario sui contribuenti fedeli sicuramente eccessivo». Bisogna dunque «rilanciare gli investimenti pubblici, particolarmente sacrificati negli ultimi anni».

Per diminuire il carico «eccessivo» delle tasse, «il contenimento della spesa è uno dei principali momenti ai fini della crescita» perché può «aprire lo spazio ad una riduzione della pressione fiscale che aiuti il rilancio dell’economia ma non comprometta l’equilibrio di bilancio» e «salvaguardare per quanto possibile quella sua parte che ha effetti benefici sulla propensione alla crescita».

Una bella stoccata all’esecutivo arriva anche dal Garante per la privacy Francesco Pizzetti sulle nuove norme introdotte dal governo in materia fiscale. Queste rappresenterebbero «strappi forti allo Stato di diritto»: «Siamo in una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto», ha detto. Altrimenti «lo spread fra democrazia italiana e occidentali crescerebbe». Poi l’attacca duro e diretto: «È proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli. È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori». «Sentiamo il bisogno di lanciare questo monito – ha aggiunto Pizzetti – anche perchè vediamo che è in atto, a ogni livello dell’amministrazione, e specialmente in ambito locale, una spinta al controllo e all’acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno. Un fenomeno che, unito all’amministrazione digitale, a una concezione potenzialmente illimitata dell’open data e all’invocazione della trasparenza declinata come diritto di ogni cittadino di conoscere tutto, può condurre a fenomeni di controllo sociale di dimensioni spaventose».

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