Le sanzioni fanno perdere all’Iran 100 milioni di dollari al giorno. Ma Teheran non cede sul nucleare

Di Leone Grotti
14 Novembre 2012
Teheran perde 109 milioni di dollari al giorno, 3 miliardi al mese. Prolungando il calcolo fino alla fine dell'anno, si scopre che nel 2012 l'Iran ha guadagnato 33 miliardi in meno rispetto al 2011.

Centonove milioni di dollari al giorno sono una bella cifra ed è quanto l’Iran ci sta rimettendo in mancate esportazioni petrolifere, danneggiate seriamente dalle sanzioni economiche. Il primo luglio sono entrate in vigore le sanzioni dell’Unione Europea, che ha seguito quelle già applicate dagli Stati Uniti che prevedono il divieto di comprare greggio, cioè petrolio non raffinato, dalla Repubblica islamica. L’obiettivo è convincere il regime degli ayatollah a recedere sul programma nucleare ma Teheran non ha ceduto e ora paga le conseguenze di una crisi economica sempre più pesante.

DANNI PER 33 MILIARDI. Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia internazionale per l’energia, l’Iran ha esportato in ottobre 1,3 milioni di barili di petrolio al giorno. L’anno scorso ne esportava 2,3 milioni al giorno, quasi il doppio. Calcolando il costo attuale del greggio, Teheran perde 109 milioni di dollari al giorno, 3 miliardi al mese. Prolungando il calcolo fino alla fine dell’anno, si scopre che nel 2012 l’Iran ha guadagnato 33 miliardi in meno rispetto al 2011. Se si pensa che il budget previsto dal governo iraniano per il 2012/2013 è di 113 miliardi di dollari, ecco che un 30 per cento è già andato in fumo.

DIMINUISCE ANCHE IL PETROLIO ESTRATTO. Impedendo la vendita di greggio, le sanzioni hanno anche obbligato l’Iran a interrompere l’estrazione di petrolio in alcuni pozzi del paese. Se fino a qualche mese fa il paese estraeva 3 milioni di barili di petrolio al giorno, secondo produttore mondiale dopo l’Arabia Saudita, quest’anno i numeri sono scesi a 2,7 milioni e l’Iran nella classifica è stato superato da Iraq e Kuwait.

L’ALTERNATIVA ALLE SANZIONI. Nonostante i mancati guadagni e i drammi economici che ne derivano per il paese, Teheran non sembra intenzionata a interrompere il suo programma nucleare e soddisfare le richieste internazionali:  cioè abbandonare il progetto di arricchire l’uranio al 20 per cento, soglia tecnica molto difficile da raggiungere e da cui si può poi facilmente arrivare al 90 per cento e ottenere la bomba atomica, e trasferire tutto l’uranio già arricchito in un paese terzo in cambio di aiuti economici e tecnologia.

@LeoneGrotti

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