Lasciate perdere Mussolini e Hitler. Per capire Grillo leggete Hannah Arendt

Di Redazione
08 Marzo 2013
Circolano in rete paralleli tra il leader del M5S e i due dittatori. Per chi cerchi una chiave di lettura meno astrusa, ecco qui cosa scriveva la grande Arendt in "Origini del totalitarismo"

Caro direttore, circolano in rete paralleli tra Beppe Grillo e hitler e Mussolini. Io la vedo in altra maniera. La notizia della nuova fase di M5S mi sorprende nella (ri)lettura delle ultime pagine di Origini del totalitarismo, Hannah Arendt, anno 1954. Credo possano risultare utili per comprendere l’aria che tira in società quando il capo di un movimento che ha già conquistato importanti consensi dice che non scenderà a patti con nessuno perché lui vuole “cambiare il mondo” e conquistare “il 100 per cento del parlamento”. E intanto denuncia il peggio: giornalisti “pagati per sputtanarci” e profezie di “violenza in strada se falliamo noi”.
Filippo Roscioni  

L’unica capacità della mente umana che non ha bisogno dell’io, dell’altro o del mondo per funzionare e che è indipendente dall’esperienza come dalla riflessione è il ragionamento logico che ha la sua premessa nell’evidente. Le norme elementari dell’evidenza cogente, la tautologia della proposizione «due più due fanno quattro», non possono essere snaturate neppure in condizioni di assoluta estraniazione. È l’unica «verità» sicura su cui gli esseri umani possono ripiegare una volta persa la reciproca garanzia, il senso comune, di cui hanno bisogno per fare esperienza, vivere e conoscere la loro via in un mondo comune. Ma questa verità è vuota o, meglio, non è affatto verità, perché non rivela alcunché. (Definire la coerenza come verità, alla maniera di certi logici moderni, significa negare l’esistenza della verità). Nell’estraniazione l’evidente non è più quindi un semplice mezzo dell’intelletto e comincia ad essere produttivo, a sviluppare proprie linee di «pensiero ». Che i processi mentali caratterizzati da una rigorosa logìcità evidente, da cui non c’è manifestamente via di scampo, abbiano qualche attinenza con l’estraniazione, è stato già osservato da Lutero (…) in una nota poco conosciuta al passo della Bibbia in cui si dice che non è bene che l’uomo sia solo. Un uomo estraniato, osserva Lutero, «deduce sempre una cosa dall’altra e pensa tutto per il peggio». L’estremismo dei movimenti totalitari, lungi dall’aver qualcosa a che fare col vero radicalismo, consiste in effetti in questo pensare «tutto per il peggio», in questo processo deduttivo che giunge sempre alle peggiori conclusioni possibili.

Quel che prepara così bene gli uomini moderni al dominio totalitario è l’estraniazione che da esperienza limite, usualmente subìta in certe condizioni sociali marginali come la vecchiaia, è diventata un’esperienza quotidiana delle masse crescenti del nostro secolo. L’inesorabile processo in cui il totalitarismo inserisce le masse da esso organizzate appare come un’evasione suicida da questa realtà. La «freddezza glaciale del ragionamento » e il «poderoso tentacolo» della dialettica che «vi afferra come in una morsa» si presentano come l’ultimo punto d’appoggio in un mondo dove non ci si può fidare di niente e di nessuno. È l’intima coercizione, il cui unico contenuto consiste nell’evitare rigorosamente le contraddizioni, che sembra confermare l’identità di un uomo al di fuori di ogni rapporto con altri. (…) Se si confronta questa pratica con quella della tirannide, si ha l’impressione che si sia trovato il modo di mettere in moto il deserto, di scatenare una tempesta di sabbia capace di coprire ogni parte della terra abitata.

Le condizioni della nostra esistenza politica sono oggi minacciate da tali tempeste di sabbia devastatrici. Il pericolo non è che possano creare qualcosa di durevole. Il dominio totalitario, al pari della tirannide, racchiude in sé i germi della propria distruzione. Come la paura e l’impotenza, da cui quella deriva, sono principi antipolitici e gettano gli uomini in una situazione contraria alla azione politica, così l’estraniazione e la deduzione logico-ideologica del peggio, ad essa legata, rappresentano una situazione antisociale e contengono un principio distruttivo per ogni convivenza umana. Cionondimeno, l’estraniazione organizzata è infinitamente più pericolosa dell’impotenza disorganizzata di tutte le persone soggette alla volontà tirannica e arbitraria di un singolo. Essa minaccia di devastare il mondo così come lo conosciamo.

Articoli correlati

7 commenti

  1. Jessica

    Oltre a non avere uno straccio di programma politico decente, nè conoscere la nostra Costituzione, Grillo ci sta portando ancora più velocemente verso il baratro, e credo sia palese sopratutto ora. cosa sta facendo di concreto per fare in modo che si formi un governo, in modo da intervenire il più temepestivamente possibile in soccorso delle imprese e dell’Italia in generale? i suoi “vaffanculo”, oltre ad essere poco eleganti, hanno stancato tutti e non portano a nessun risultato concreto

  2. Aldo

    É completamente pazzo lui e l’altro Casaleggio….no dico….l’avete visto il video su youtube della Casaleggio associati Prometeus e Gaia? Questi sono fuori di testa …1984 di Orwell gli fa un baffo.

  3. Filippo

    Grillo mi ricorda molto Mussolini. Se non lo fermiamo al più presto rischiamo davvero tanto

  4. monica

    meglio la peggior democrazia che il migliore totalitarismo!!! Grillo va neutralizzato altrimenti non so dove ci porterà

    1. GeertWilders4president

      Finalmente qualcuno che ragiona in modo intelligente.

  5. andrea

    Lasciate perdere anche Hannah Arendt.

    La gente vota Grillo perchè dei politici “classici” non ha più nessuna fiducia: non è estraniata, è incazzata.

    Stop.

    1. andrea

      si ma quelli convinti, quelli duri e puri (vedi i parlamentari e senatori) sono proprio estraniati

I commenti sono chiusi.