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Il bombardamento israeliano nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco di venerdì 2 maggio, giustificato da Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Katz come “avvertimento” alle nuove autorità siriane perché provvedano alla protezione della minoranza drusa, attaccata da milizie affiliate al nuovo governo islamista, rende l’idea dell’instabilità che regna in Siria quasi cinque mesi mesi dopo la caduta dell’ultracinquantennale regime della famiglia Assad.
Agli attacchi contro la minoranza drusa siriana, i cui gruppi armati pongono molte condizioni per deporre le armi che hanno preso al tempo dell’insurrezione del 2011, si aggiungono i rapimenti e le uccisioni di elementi della minoranza alawita nella regione di Homs, l’eccidio della regione di Latakia del marzo scorso, attacchi da parte dell’aviazione turca e del filo-turco Esercito siriano nazionale contro le Forze democratiche siriane (Fds, in maggioranza curdi della regione autogovernata della Rojava) e contro obiettivi c...
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