Oggi si sono tenute a Palermo le repliche del pm Nino di Matteo, nel corso del cosiddetto “Cuffaro bis”, processo che vede imputato l’ex governatore siciliano per “concorso esterno in associazione mafiosa”. Cuffaro è già stato condannato a 7 anni di reclusione (attualmente sta scontando la pena nel carcere di Rebibbia) per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.
Nel caso di ulteriore condanna, l’ex senatore di Raffadali vedrebbe la sua pena aumentare di qualche anno (la richiesta è di 10). Gli avvocati di Cuffaro difendono il loro assistito con la formula del “ne bis in idem” (cioè nessuno può essere condannato due volte per lo stesso reato).
La replica oggi in tribunale del pm Di Matteo è stata, quindi, volta a dimostrare che esistono altre prove che attesterebbero un coinvolgimento “più stretto” con ambienti mafiosi da parte di Cuffaro che non il semplice favoreggiamento. L’udienza è stata rinviata al 16 febbraio per le controrepliche degli avvocati difensori e la sentenza.
Nel numero 5 in edicola, Tempi spiega chi sia realmente l’ex governatore nell’articolo “La profezia di Totò vasa vasa”. Di seguito pubblichiamo due passi dell’articolo, con relativi video. Nel primo si dimostra come sia inattendibile una delle tante “leggende nere” che circondano Cuffaro. Nel secondo si dà conto di un curioso episodio che ha messo in serio imbarazzo la dipietrista Sonia Alfano, una delle più accanite avversarie politiche dell’ex presidente siciliano.
L’intervento a Samarcanda di Santoro
Una delle tante “leggende nere” che circondano Totò Cuffaro riguarda il suo intervento nel corso della trasmissione Samarcanda del 26 settembre 1991, andata in onda in staffetta con il Maurizio Costanzo Show, in cui veniva intervistato il pentito Rosario Spatola, uomo chiave dell’inchiesta condotta dal giudice Francesco Taurisano su alcuni politici dc. Presente in studio c’era Giovanni Falcone che fu attaccato da Leoluca Orlando. La trasmissione metteva alla gogna in particolare Calogero Mannino (non presente in studio) e fu a quel punto che Cuffaro prese la parola per difenderlo criticando, invece, chi aveva dato peso alle presunte rivelazioni di Spatola. Durante l’intervento di Cuffaro la regia inquadrò Falcone, suggerendo ai telespettatori l’identità del giudice attaccato. Che, invece, era Taurisano, non Falcone. Per la cronaca: Spatola risultò inattendibile e Taurisano fu trasferito.
Cannoli e baci
Sonia Alfano, europarlamentare Idv, è da sempre una fiera avversaria di Totò Cuffaro. Dopo la condanna ha giustificato chi è andato a festeggiare in piazza (il “Cannolo day”, lo hanno chiamato) spiegando che «si è trattato di un atto di liberazione». Su Youtube ha però cominciato a circolare un vecchio video che vede la Alfano, prima del suo ingresso in politica, scambiare due baci con l’allora governatore. La Alfano ha spiegato che in quella specifica occasione «non le fu possibile tirarsi indietro». I commenti degli utenti, però, non sono stati molto comprensivi nei confronti di chi ha sempre sbandierato la propria estraneità al “cuffarismo”.