Sua figlia si complimenta con lui per tutte le sue gesta sacrileghe per rassicurarlo, ma ciò non fa che inquietarlo: se Virtù diventa crudele come lui, cosa potrebbe trattenerla dallo sgozzarlo?
La scena è toccante per la sua intimità: una giovane fra i 16 e i 18 anni rade la barba di suo padre con gusci di noce. Nessun barbiere, nessuna lama. Solamente il legame familiare, la dolcezza della scorza, e questo padre che sorride con tenerezza, attento a ogni movimento della figlia, con la mano appoggiata sul suo braccio per accompagnare il gesto.Siamo all’Ortigia, l’isola delle quaglie. È qui, dice la leggenda, che la ninfa Aretusa, inseguita dal fiume Alfeo, si è sottratta alla sua violenza trasformandosi in fonte. «E se le lacrime fossero la sorgente?», dice il padre alla figlia. «Se esse fossero la vera traversata? Non hanno questo gusto di sale come il mare? Era il bravo Filosseno di Citera che mi diceva queste parole. Gliele ho ricordate quando l’ho gettato in prigione. Si era messo a piangere per la condanna. Gli ho dovuto ricordare le sue lezioni…».
Il tiranno e gli dei
Lo stratêgos autokrâtor scruta l’effetto delle sue parole sul volto di Virtù (Arêtè è il nome che...