Contenuto riservato agli abbonati

La politica estera a egemonia variabile di Kamala Harris

Di Rodolfo Casadei
05 Novembre 2024
Convinta sostenitrice della necessità di una supremazia Usa nel mondo, la candidata dem non spicca per visione internazionale nemmeno secondo i suoi supporter. Se sarà eletta non si discosterà molto dalla linea di Biden
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca il 26 settembre scorso
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca il 26 settembre scorso (foto Ansa)

Nemmeno i sostenitori più leali e convinti di Kamala Harris mostrano entusiasmo per le sue credenziali in materia di politica estera. Il Financial Times ha scritto che in caso di vittoria alle elezioni del 5 novembre costei «entrerebbe nello Studio Ovale con una delle visioni del mondo e del posto dell’America nello stesso meno articolate rispetto a qualsiasi presidente entrante nella storia moderna». E Slate, che pure mette in evidenza che da vicepresidente l’ex procuratrice ha visitato 21 paesi nel corso di 17 missioni all’estero e incontrato più di 150 leader internazionali (grosso modo la stessa performance di un Roberto Formigoni da governatore di Regione Lombardia), subito dopo aggiunge: «Alcuni di questi viaggi equivalevano a meccanici frammenti di protocollo».

Dunque la politica estera di una Kamala Harris presidente degli Stati Uniti sarà sfocata o – echeggiando l’accusa rivolta ai quattro anni di presidenza Trump – imprevedibile? Assolutamente no. Da presidente la ex proc...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati