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«Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”. Domandiamo alle vittime». Questo è il testo del punto 261 dell’enciclica Fratelli tutti e, spiega a Tempi Simona Beretta, docente di Politica economica all’Università Cattolica di Milano e direttrice del Centro di ateneo per la Dottrina sociale, è uno dei tanti giudizi della Chiesa sulla guerra. Non una novità. Ampio e continuo è l’insegnamento sul tema, anche se, nota Beretta, «la Chiesa parla molto di guerra, e il suo “no” è chiaro e senza ambiguità, ma parla con ancora più insistenza di pace».
Questo è un aspetto, se si vuole, meno considerato, soprattutto nel dibatti...
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