La Grande Moschea di Parigi denuncia Houellebecq per «incitamento all’odio»

Di Mauro Zanon
30 Dicembre 2022
Lo scrittore francese è finito di nuovo nel bersaglio dei musulmani per certe sue affermazioni sull'islam. «Ci saranno dei Bataclan al contrario»
Lo scrittore francese Michel Houellebecq
Lo scrittore francese Michel Houellebecq (Ansa)

Parigi. Pochi giorni fa, in Francia, è uscito un numero speciale della rivista Front Populaire, contenente un’intervista incrociata tra il fondatore, il filosofo Michel Onfray, e il più grande scrittore francese contemporaneo, Michel Houellebecq: quaranta pagine a tutto campo sulle grandi questioni che agitano la nostra società, dalla crisi dell’occidente al nichilismo, dall’eutanasia all’identità europea, dal politicamente corretto al multiculturalismo, fino ai temi altamente infiammabili dell’immigrazione e dell’islam.

I due pensatori, come da tradizione, non si sono risparmiati: hanno esposto la loro visione del mondo senza autocensure né precauzioni woke. Ma la loro franchezza, come già accaduto in altre occasioni, non è piaciuta a tutti. Il 28 dicembre, la Grande Moschea di Parigi ha annunciato infatti di aver sporto denuncia contro Michel Houellebecq per «incitamento all’odio», a seguito di alcune sue considerazioni sull’islam in Francia e più in generale sulla problematica integrazione dei musulmani presenti nel colloquio con Onfray.

Se lo dice Houellebecq

«Le persone si armano. Si procurano dei fucili, seguono corsi nei poligoni di tiro. E non sono delle teste bruciate. Quando interi territori saranno sotto il controllo islamico, penso che si verificheranno degli atti di resistenza. Ci saranno degli attentati e delle sparatorie nelle moschee, nei caffè frequentati dai musulmani, insomma dei Bataclan al contrario», ha dichiarato Houellebecq. Sul rischio di secessione di intere porzioni del territorio francese, irrigate dall’islam e ostili ai valori della République, si sono espressi più volte anche esponenti di sinistra come l’ex presidente socialista François Hollande, l’ex ministro dell’Interno, Gérard Collomb, o addirittura l’attuale inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, ma se a dirlo è Houellebecq scatta subito l’indignazione, la levata di scudi.

La Grande Moschea di Parigi cita infatti queste frasi dello scrittore nel comunicato in cui viene annunciata la denuncia nei suoi confronti. «Queste frasi lapidarie di Michel Houellebecq sono inaccettabili. Non intendono far luce su alcun dibattito pubblico ma fomentare discorsi e atti discriminatori», ha reagito Chems-eddine Mohamed Hafiz, rettore della Grande Moschea di Parigi dal 2020.

Incitamento all’odio

Le altre osservazioni che hanno spinto la principale istituzione musulmana di Francia a trascinare in tribunale Houellebecq riguardano «il desiderio della popolazione nativa francese» rispetto ai musulmani. Secondo lo scrittore, la maggior parte dei francesi autoctoni non vuole «che i musulmani si assimilino, ma che smettano di derubarli e attaccarli. Oppure, altra soluzione, che se ne vadano». Va da sé che Houellebecq fa riferimento a quei musulmani che non manifestano alcun desiderio di adattarsi, come quel 57 per cento dei giovani che considera la sharia, ossia la legge islamica, superiore alle leggi della République (sondaggio del Point di due anni fa).

Ma per la Grande Moschea di Parigi e il suo rettore queste esternazioni avvicinano il romanziere alle posizioni di Éric Zemmour, polemista e presidente del partito sovranista Réconquête! condannato a più riprese per «incitamento all’odio». «La lotta contro le discriminazioni è un dovere perché queste discriminazioni alimentano gli stereotipi negativi e distruggono la vita sociale», si legge nel comunicato della Grande Moschea. Su Twitter, è subito intervenuta la sindaca socialista di Parigi Anne Hidalgo, manifestando «tutto il (suo) sostegno» al rettore.

Nemico giurato della sinistra

Houellebecq, ormai, è diventato il nemico giurato della gauche parigina, lo scrittore più infrequentabile di Francia, il guastafeste che odora di “razzismo”, “islamofobia”, “sessismo” perché dice quello che pensa e soprattutto quello che vede. Nel passato, aveva già espresso alcune critiche nei confronti dall’islam, scatenando la canea delle associazioni cosiddette “antirazziste”. E per capire quanto sia ormai ostracizzato dai circoletti progressisti basta riprendere in mano Le Monde di due settimane fa, dove l’autore di Serotonina viene dipinto come un estremista di destra, un criptofascista. «La radicalizzazione all’estrema destra di uno scrittore a successo», scrive l’autore dell’articolo, Marc-Olivier Bherer, parlando di «deriva».

Articoli correlati

1 commento

  1. Amedeo Orlandini

    Ok bisogna essere tolleranti. Ma la Gran Moschea sa che tolleranza c’é nella maggior parte dei paesi dove governano i mussulmani? O sono di un altra religione?

I commenti sono chiusi.