Questa notte è stato incendiato un presidio No Tav a Vaie (Torino). Secondo gli antitreno si tratta di un gesto avvenuto per mano “dolosa e mafiosa”. Solidarietà è stata espressa al movimento anche da Stefano Esposito, il senatore del Pd noto per le sue posizioni a favore dell’alta velocità.
Intanto, mentre Susa, non proprio con tranquillità, attende la manifestazione nazionale anti-Tav del 16 novembre prossimo, le attenzioni si concentrano su quanto accade dall’altro lato delle Alpi. I No Tav insistono nel dire che non è per nulla certa la volontà francese di procedere con la nuova linea ferroviaria.
L’INTERVISTA DELLE IENE. Dapprima grande eco, da parte del fronte antitreno, era stata data all’intervista a “Le Iene” di Yves Crozet, membro di Mobilité 21, la commissione – dieci persone: sei tra deputati e senatori e quattro esperti – nominata dal ministro per studiare l’insieme delle infrastrutture dei trasporti in Francia.
“La principale conclusione del rapporto della Mobilitè 21 – sosteneva in quell’intervista il tecnico – era di fare attenzione alla realizzazione di progetti di linee ad alta velocità, anche perché queste linee nuove creerebbero problemi di saturazione sugli snodi ferroviari esistenti. Perciò – ha aggiunto Crozet – piuttosto che concentrarsi sulla costruzione di centinaia di chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità, era meglio concentrarsi sui nodi ferroviari parigini, di Lione e Marsiglia”.
LA SMENTITA. Il contenuto dell’intervista, però, è stato velocemente smentito dal presidente della medesima commissione, Louis Besson. “Con incredulità devo constatare – scrive in una nota – che un professore di economia dei trasporti possa esser così lontano dalla realtà della politica europea dei trasporti. E’ davvero desolante poiché, naturalmente, l’Europa non è solo finanziamenti: ci sono delle volontà, a cominciare da quella della creazione di una Rete Transeuropea che richiede l’interconnessione delle reti nazionali e quella del recepimento di un Trattato che protegga il massiccio alpino come previsto dalla “Convenzione Alpina” firmata da 7 paesi e dall’Unione Europea. Questo richiede di dotarsi di mezzi di report modale seguendo il modello svizzero, ma ciò sembra, ahimè, totalmente estraneo alla riflessione del professor Crozet”.
LA CONFERMA FRANCESE. A conferma della volontà politica francese, ma i No Tav contestano anche questo, è arrivato il voto dell’Assemblèe Nationale, la Camera dei Deputati d’oltralpe, il 31 ottobre scorso, che dà l’ok alla nuova linea ferroviaria Torino–Lione attraverso le Alpi. A opporsi solo gli ecologisti. La legge ratifica l’accordo franco-italiano in materia. Il Senato francese procederà il prossimo 18 novembre, due giorni prima dell’incontro bilaterale di Roma, ad esaminare il progetto, che dovrebbe poi approvare in via definitiva.
“Si tratta – replicano i No Tav – di un voto politico e non stabilisce nulla sull’avvio dei lavori”. Sarà, ma la domanda nasce spontanea: perché, allora, se non per fare un altro passo verso l’opera è stato approvato?