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Su Atlantico quotidiano Federico Punzi scrive: «Nonostante la pessima figura della sua collega pochi secondi prima, anche il rettore di Harvard risponde sfrontatamente: “Può essere, dipende dal contesto“. Stefanik: “Quale contesto?”. Gay: “Mirato ad una singola persona”. Stefanik: “È mirato a studenti ebrei, persone ebree. Comprende che la sua risposta li sta disumanizzando? Comprende che la disumanizzazione è parte dell’antisemitismo? Le chiederò un’altra volta: invocare il genocidio di ebrei viola le regole di Harvard su bullismo e molestia, sì o no?”. Gay: “La retorica antisemita, quando diventa condotta assimilabile a bullismo, molestia, intimidazione, è perseguibile e noi agiamo”. Stefanik: “Quindi la risposta è sì, invocare il genocidio di ebrei viola il codice di condotta di Harvard, corretto?”. Gay: “Di nuovo, dipende dal contesto“».
Questo dialogo tra la deputata repubblicana Elise Stefanik e il rettore di Harvard Claudine Gay spiega abbastanza bene la sorta di nichilismo che...
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