La preghiera del mattino

La demagogia di Elly Schlein è eccessiva perfino per Bertinotti

Di Lodovico Festa
22 Giugno 2023
Rassegna ragionata dal web su: le critiche boomerang della segretaria dem alla riforma della giustizia di Nordio, i suoi discorsi più sanremesi che gramsciani, le crisi di rigetto del Pd
Elly Schlein
La segretaria del Pd Elly Schlein (foto Ansa)

Su Strisciarossa Oreste Pivetta scrive: «Elly Schlein, quasi alla conclusione del lungo discorso d’apertura della Direzione del Pd, ha chiamato in causa, dopo Fabi e Silvestri, cantautori, pure Diodato. Avrei magari preferito, in questo “mondo grande e terribile”, una citazione di Gramsci, però il richiamo alla canzone sanremese ha il suo senso, il senso di una necessità: “Fai rumore…”».

Non è difficile leggere nelle parole di un intelligente osservatore dei tempi qual è Oreste Pivetta, sia la speranza che la sinistra si rimetta in movimento sia la preoccupazione di vedere sostituito Antonio Gramsci con il Festival di Sanremo, la necessità di avere una visione generale con quella di fare rumore.

* * *

Su Affaritaliani Giuseppe Vatinno scrive: «Il vecchio sindacalista e rifondatore comunista, lui che comunista – tra l’altro – non fu mai, semmai socialista, ci fa sapere che è giusto abrogare il reato di abuso d’ufficio, ma siccome un giudizio tira l’altro, un po’ come le ciliegie (restiamo in tema cerasa), non si riesce a trattenere ed elogia il premier: “L’abrogazione dell’abuso d’ufficio è sacrosanta, si ascoltino i sindaci. Meloni fascista? Non scherziamo, la premier è afascista. Con Meloni non vedo il pericolo di una deriva fascista né autoritaria, vedo piuttosto il tentativo di espansione e controllo, questo sì totalitario, di tutti i gangli vitali della società. Come se, tra un’elezione e l’altra, la democrazia si sospendesse. Il centrodestra a guida Meloni ha tre teste: una liberaldraghiana, una corporativa, una illiberale. Ma il suo governo non deve fare paura”».

Un mondo nel quale Fausto Bertinottiun’ottima lezione di antidemagogia a Elly Schlein proprio non l’avevo previsto.

* * *

Sul sito di Tgcom 24 si scrive: «Elly Schlein attacca il ministro Carlo Nordio in tema di evasione fiscale. “Non so quale sia l’idea di futuro del governo, in questi mesi avete colpito i più fragili e i più poveri e sono preoccupata per le dichiarazioni di Nordio che legittimano l’evasione. Ci faccia capire se la linea del governo Meloni è quella di usare la clava con i poveri e fare le carezze agli evasori, perché noi non siamo d’accordo”».

Dopo aver fatto uscire dai gangheri gli amministratori di sinistra per la sua opposizione alla riforma Nordio sull’abuso di ufficio, adesso si scaglia lancia in resta contro il guardasigilli per le sue parole contro la fumosità del fisco italiano che crea trappole anche agli imprenditori onesti. Una genialata contro droghieri e idraulici, albergatori e coltivatori diretti innanzi tutto emiliani, riccastri usualmente dotati di almeno tre nazionalità tipo svizzera, americana oltre a quella italiana.

* * *

Sulla Nuova Bussola quotidiana Ruben Razzante scrive: «Ormai si è capito chiaro e tondo che Elly Schlein è diventata segretario del suo partito per un accidente storico e nulla più, visto che gran parte della classe dirigente dem mostra crescenti crisi di rigetto nei confronti della sua linea politica. L’imbarazzo è evidente a tutti. Nelle riunioni di direzione volano gli stracci, ma soprattutto ogni azione o dichiarazione della nuova guida del partito viene puntualmente sconfessata dalle varie correnti interne e dagli amministratori locali, a riprova del totale scollamento tra i nuovi vertici e la base».

Razzante coglie il nocciolo del caos schleiniano: quello di essere diventata segreteria per caso grazie a quell’infinito pasticcione di Walter Veltroni che volendo “far l’americano” alla Carosone (mi si perdoni una citazione da settantenne), anziché selezionare con primarie aperte il candidato a Palazzo Chigi (negli Stati Uniti così si sceglie il capo dello Stato e insieme dell’esecutivo), ha adottato questo metodo per eleggere il segretario di un partito che invece dovrebbe rispondere ai propri iscritti. La demagogia produce demagogia. Poi la Schlein, dalla sua, esagera.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.