La bellezza salverà l’Italia. Lo dice il 30 per cento degli italiani

Di Daniele Ciacci
27 Gennaio 2012
Giulio De Rita, esperto del Censis che ha condotto una ricerca della fondazione Marilena Ferrari e dell'istituto Censis, illustra a tempi.it i risultati dell'indagine. «Gli italiani non si rassegnano alla tristezza imposta da una certa lettura della realtà. ci serve trovare il significato di quello che facciamo. E la bellezza dà significato».

Come può, il Belpaese, uscire dalla crisi? Secondo una ricerca della fondazione Marilena Ferrari e dell’istituto Censis, gli italiani puntano tutto sulla cultura. «È sorprendente come ci sia, nonostante tutto quello che è successo, una profonda fiducia nel 2012». L’affermazione è di Giulio De Rita, esperto del Censis che ha condotto la ricerca e che a tempi.it ha spiega i risultati dell’indagine. «Gli italiani non si rassegnano alla tristezza imposta da una certa lettura della realtà»

Cosa vuole dimostrare questa nuova ricerca?
Dopo un anno così difficile abbiamo cercato di capire che cosa è brutto e che cosa è bello per gli italiani e come il bello possa agevolare comportamenti buoni. Abbiamo notato un forte legame che unisce etica ed estetica. Abbiamo scoperto che il 75 per cento degli intervistati avvicina la bruttezza a comportamenti disdicevoli, con particolare riferimento alla politica. D’altra parte, oltre il 50 per cento dei soggetti ha fiducia nel futuro e crede nella forza spirituale degli italiani. Credono ancora nella bellezza e nella cultura e hanno voglia di una società migliore.

Come viene indirizzata questa “forza spirituale”?
Deve diventare una spinta attiva verso il futuro. Qualcosa deve cambiare. Solo il 5 per cento degli italiani ha fiducia nella classe dirigente. È molto triste che non ci siano prospettive positive verso la politica, che essa possa condurci fuori dalla situazione attuale. Quindi è necessario che questa necessità di cambiamento diventi tensione a una società migliore. Oltre il 50 per cento degli intervistati ritiene che la coesione sociale abbia arginato la deriva che si stava imboccando. Eppure i rapporti positivi di sussistenza e contributo tra persone non vengono abbastanza pubblicizzati dai mass media.

Su cosa basano gli italiani la possibilità di uscire dalla crisi?
Sulla bellezza della cultura. Il 32 per cento degli italiani alla domanda: «Su che cosa punterebbe se fosse presidente del consiglio?» rispondono: «La cultura». È circa un terzo del totale. Ma non parliamo di cultura nel senso di  business turistico, ma come la molla per far scattare nuovi desideri, nuove motivazioni, un nuovo senso etico. Non ci serve una terza lavatrice o un quinto telefonino: ci serve trovare il significato di quello che facciamo. E la bellezza dà significato.

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