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«Abbiamo commesso un errore terribile». Il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, tutte le certezze di Yuri Kostenko sono definitivamente crollate. Il politico ucraino negli anni Novanta è stato a capo per sei mesi della squadra che ha negoziato la rinuncia di Kiev all’enorme arsenale nucleare con il quale il paese si era ritrovato all’indomani della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Contribuendo a barattare una solida certezza con promesse che si sarebbero rivelate senza valore.
Il disarmo nucleare dell’Ucraina
Quando l’Ucraina divenne uno stato indipendente, nel 1991, ereditò un terzo dell’arsenale nucleare dell’Urss, diventando all’improvviso la terza potenza nucleare del mondo con 1.900 testate nucleari strategiche e circa 3.000 ordigni nucleari tattici. Senza contare 176 missili balistici intercontinentali e 44 bombardieri, Kiev poteva ritenersi relativamente certa di non essere mai attaccata da nessuno.
Ma il 5 dicembre 1994 l’Ucraina cedett...
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