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Perché l’irrigidimento della Bce frenerà l’economia ma non questa inflazione

Di Daniele Forti
21 Dicembre 2022
Con le mosse sui tassi d’interesse Francoforte “invita” i governi all’austerity, per la gioia dei falchi. Il rischio è colpire la crescita senza agire sulle vere cause degli aumenti dei prezzi
La presidente della Bce Christine Lagarde
La presidente della Bce Christine Lagarde (foto Ansa)

Nella riunione del suo Consiglio direttivo del 15 dicembre la Banca centrale europea ha preso alcune decisioni:

ha alzato nuovamente i suoi tre tassi di interesse chiave, ma dello 0,50 per cento invece che dello 0,75 per cento dei due rialzi precedenti; ritiene di tornare ad innalzarli nuovamente in base all’andamento dell’economia e dell’inflazione;
ha annunciato la sua decisione di ridurre a partire dal marzo 2023 gli investimenti già detenuti in titoli di Stato, dando inizio a una restrizione quantitativa della liquidità nel sistema finanziario.

I tre tassi chiave della Bce hanno così raggiunto rispettivamente il 2,5, il 2,75 e il 2 per cento, in seguito a quattro aumenti per un totale di 2,5 punti percentuali. Detto livello in assoluto non stupisce; sorprende invece la decisione di comunicare l’intenzione di continuare ad alzarli affinché raggiungano livelli tali da dispiegare effetti volutamente depressivi sulla domanda aggregata e sull’economia, fino a quando...

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