Inverno demografico industriale. L’Italia non fa più figli né imprese

Di Redazione
18 Giugno 2025
Il video integrale dell’incontro a Caorle con l'inviato del "Sole 24 Ore" Paolo Bricco e l'ex ministro Maurizio Sacconi. Un'occasione per capire l'origine della "crisi spirituale" che ha reso il nostro paese "sterile"

Negli ultimi cinque anni, il nostro paese ha perso 59 mila aziende manifatturiere. È sparita oltre un’impresa su dieci rispetto al 2019 (da 556.188 a 497.423). Non solo muoiono, ma non ne nascono di nuove. Come per i bambini, anche per quanto riguarda le imprese, il nostro paese sta vivendo un inverno demografico. Perché? Cosa è successo? Come si può rimediare a questa situazione di “sterilità industriale?”.

Tempi ne ha discusso a Caorle, all’incontro “Inverno demografico industriale. L’Italia non fa più figli né imprese“, svoltosi durante il festival “Chiamare le cose con il loro nome”, con l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e l’inviato del Sole 24 Ore Paolo Bricco, cui, al termine, è stato consegnato il premio Luigi Amicone – Città di Caorle 2025.

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Vitalità demografica e vitalità imprenditoriale

Per Bricco, negli ultimi venti-venticinque anni c’è stata una mutazione che ha portato gli imprenditori, da un lato, a diventare degli «investitori» e, dall’altro, a creare aziende al solo fine poi di «venderle per fare denari». Risultato? «Che tu non possiedi più quello che fai, non è più tuo, e questa è una delle cause dell’isterilimento produttivo». Al fondo della questione, sia biologica sia imprenditoriale, per l’inviato del Sole 24 Ore c’è una «crisi spirituale». Perché negli anni del boom economico «le condizioni date non era migliori di oggi, anzi c’era una grande povertà, ma c’era il desiderio di fare, di “fabbricare” il futuro. Oggi questo desiderio è assente sia nei singoli sia nella classe dirigente».

Secondo Sacconi il nostro capitalismo si è costruito intorno alla famiglia, «infatti non a caso è stato definito un “capitalismo familiare e popolare”, caratterizzato da una straordinaria “distruzione creatrice” che ha permesso di rimettere continuamente in discussione le cose». Per l’ex ministro «l’anello di congiunzione tra la vitalità demografica e la vitalità industriale è la famiglia. Vogliamo ripartire dalla famiglia e dal suo valore pubblico ed economico? Una famiglia, numerosa e operosa, che operi in un contesto di regole semplici e certe. In un contesto in cui lo Stato, come disse Giorgia Meloni, “non disturbi chi vuole fare”».

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