![Cosa ci dice l’esibita cordialità tra Obama e Trump](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/obama-trump-ansa-345x194.jpg)
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L’uscita del volumetto Panini a te dedicato con la raccolta completa di “Che aria tira a…” che effetto ti fa? Già quella del Grande Splash aveva aperto la via, ma qui si decide di pubblicare il tuo grosso sforzo per aprire ogni settimana il fumetto più letto in Italia. è importante che i nomi in copertina vengano sdoganati, specie in Disney? E quanto è complesso trovare l’idea giusta, sempre?
Mi fa un bell’effetto, ovviamente! E mi fa impressione vedere che le vignette sono così tante. A volte non mi rendo esattamente conto della quantità di tavole e vignette che faccio. Sono contenta che Panini abbia deciso di ripubblicarle, come già aveva fatto con il Grande Splash.
E’ giusto che ci siano i nomi degli autori, in un lavoro collettivo come quello con i personaggi Disney. E’ un riconoscimento al lavoro svolto. E credo che sia un bene anche per gli appassionati: io da ragazzina adoravo il segno di Giorgio Cavazzano, ma per scoprire il suo nome ho dovuto fare ricerche degne di Sherlock Holmes.
Non so dire come arrivino le idee, né se sia complesso trovarle. Io faccio questo lavoro perché mi piace ma anche, banalmente, perché mi viene naturale. Mi diverto a inventare storie e situazioni divertenti. Con gli anni ho anche sviluppato un certo allenamento. Qualche difficoltà ce l’ho solo nei momenti di grande stress e stanchezza. Ma di solito riesco anche in quei casi, anche se con un po’ di difficoltà in più, a trovare la concentrazione, giusta.
Lucrezia e Alice, un binomio interessante. Sono due lati del tuo carattere oppure insieme non possono convivere?
Direi che entrambe sono un po’ il mio alter ego, in due momenti diversi della mia vita. Alice mi serviva, intorno ai vent’anni, a raccontare il mio spaesamento di fronte alle difficoltà della vita, e l’idealismo di quel periodo, in parte derivante anche da una totale inesperienza della vita. Con Lucrezia, una decina d’anni dopo, ho raccontato il restringimento degli orizzonti causato dalla frustrazione degli ideali, dalle delusioni, dallo sfumare dei sogni. Quindi direi che Lucrezia è un po’ la versione cagliata, inacidita, di Alice.
Adesso, rispetto a quando ho cominciato a lavorare io, la situazione è parecchio cambiata. Ci sono molte più donne autrici di fumetti. Ancora molte meno dei maschi, quello è vero. Penso che sia solo una questione culturale: una volta i maschi leggevano più fumetti, e quindi avevano anche il desiderio di farli. Ora non è più così, anche le ragazze ne leggono tantissimi, ne scrivono e ne disegnano tantissimi. Con il tempo si raggiungerà un maggiore equilibrio tra autori e autrici.
Per il resto, penso che qualsiasi norma, regola, legge, che consenta la parità di genere sia la benvenuta. Questo fino a quando la vera parità sarà raggiunta: in quel momento non ci sarà più bisogno di regole che la tutelino perché, a parità di capacità, ogni donna avrà esattamente le stesse possibilità di un uomo di realizzare la propria vita e i propri progetti.
Infine, tu sei una grande autrice completa, ma come ti trovi a lavorare con altri sceneggiatori? e come è stato il rapporto che hai avuto con il versatile Vincenzo Cerami, relativo alla saga di “Olimpo S.p.a.”?
Per me è fondamentale lavorare anche con altri autori. E’ il modo migliore per allargare i propri orizzonti, per prendere punti di vista diversi dal proprio. L’esperienza con Cerami è stata bellissima, per questo ma anche perché ho potuto veder lavorare uno scrittore con una grandissima esperienza. Ho avuto il privilegio di spiare il suo modo di lavorare, la sua visione del mondo, i suoi trucchi del mestiere.
Grazie mille Silvia del tempo che ci hai dedicato. Ora tutti in edicola e in fumetteria per comprare “Che aria tira a… Paperopoli e Topolinia” (di Silvia Ziche, editore Panini Comics, 340 pagine, 6€).
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