India. La “Fabbrica dei bambini” vuole diventare il centro di maternità surrogata più grande (e danaroso) del mondo

Di Leone Grotti
11 Marzo 2014
La dottoressa Nayana patel vuole costruire entro febbraio 2015 un ospedale per madri surrogate, genitori biologici e bambini prodotti con «un'atmosfera familiare»

Il suo nome ufficiale è “Akanksha Infertility and IVF Hospital” ma tutti la chiamano “Fabbrica dei bambini“. Aperta nel 2003 a Anand, nello Stato indiano di Gujarat, la clinica permette agli stranieri di affittare l’utero di poverissime donne indiane per concepire il proprio figlio. In dieci anni, sono stati partoriti con la maternità surrogata commerciale 744 bambini e più di tremila con l’inseminazione artificiale.

FABBRICA DEI BAMBINI. Ora la “Fabbrica dei bambini” vuole espandersi per diventare il centro di maternità surrogata e fecondazione assistita più grande del mondo. La volontà della fondatrice, la dottoressa Nayana Patel, è di costruire entro febbraio 2015 un ospedale con «dormitori speciali per le madri surrogate, 25 stanze per i pazienti della fecondazione, 15 per i neonati e 40 speciali per le coppie», genitori biologici dei bambini commissionati alle donne indiane.

patel-india-madri-surrogateATMOSFERA FAMILIARE. Il costo della nuova “fabbrica” si aggira intorno ai sei milioni di euro: una cifra ragguardevole ma non enorme se si pensa che ogni maternità surrogata costa circa 20 mila euro, dei quali quasi seimila dovrebbero andare alla madre surrogata. Lo scopo del progetto è, secondo le parole della dottoressa Patel (al centro nella foto), «creare un nido dove la famiglia» composta da genitori biologici, madri surrogate e bambini “prodotti” «viva e stringa legami».
Nell’ospedale verranno anche assunti parenti delle madri surrogate, così da «aumentare l’atmosfera familiare» della clinica.

DONNE SFRUTTATE. Resta il problema dello sfruttamento delle donne, costrette dalla povertà a vendere il proprio corpo. Ma Patel convince le coppie che i soldi sono ciò di cui queste donne hanno davvero bisogno: «Questo posto aiuta le persone. Non solo me e mio marito ad avere un figlio, anche le madri surrogate e le loro famiglie ci guadagnano perché per loro questi soldi significano molto», dichiara una coppia che si è recata ad Anand per avere un figlio. «Le donne partecipano in modo volontario e non sono sfruttate. Noi ovviamente teniamo molto ai diritti umani». Ovviamente.

@LeoneGrotti

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14 commenti

  1. Enrico Z

    Dopo 20 giorni mia moglie fece l’ecografia e il dottore mi fece sentire il cuoricino che batteva….in quel preciso istante capii che mi avevano raccontato balle per decenni….

    1. filomena

      Poverino per una vita ti hanno raccontato le bugie… ma dove vivi? Il fatto che già alla prima ecografia senti battere il cuore non significa che stiamo parlando di un essere umano senziente infatti di cerebrale c’è ben poco a quell’epoca gestazionale. Altra cosa è il significato affettivo che tu dai all’esperienza che hai vissuto peraltro rispettabilissima anche in considerazione delle aspettative legittime di chi ha deciso di mettere al mondo un figlio.

      1. beppe

        come sei comprensiva, filome’. a che punto della gravidanza è consentito al genitore (A o B ?) di affezionarsi al PRODOTTO DEL CONCEPIMENTO? dobbiamo attendere il tuo beneplacito? l’aspirante papà mi sembra UN ESSERE UMANO SENZIENTE, e sente molto bene.

      2. beppe

        e poi, filomè’, che diamine, questi padri sempre attaccati al pancione. metteteli al mondo, ‘sti figli, ma mantenete un po’ di DISTACCO , non fatevi coinvolgere così, mammoni!

        1. filomena

          Guarda che il mio tono non era ironico. Io rispetto davvero i sentimenti altrui. Il problema è che mi piacerebbe sentire lo stesso da chi la pensa diversamente nei miei confronti. Il rispetto dovrebbe essere reciproco non credi?

  2. filomena

    Sarebbe fin troppo facile risponderti che non tutte le donne sentono il bisogno della maternità e quindi non vivono psicologicamente la maternità surrogata come uno sfruttamento (almeno dal punto di vista psichico).
    Detto questo però è vero che dal punto di vista fisico significa mettete a repentaglio la propria salute sia pure non più delle grandi pluripare.
    In sintesi per rispondere alle provocazioni di chi mi ha preceduto, sono in linea di massima contraria a questa pratica ma per motivi diversi.

    1. LawFirstpope

      Il bisogno di maternità non si estingue con il portare un individuo in grembo…
      Sicura che queste povere donne, oltre ad essere galline dalle uova d’oro per alcuni, non abbiano impatti emotivi forti? Che riescano a vivere psicologicamente bene?

      1. Ellas

        Anche secondo me hanno impatti forti: portano la vita per nove mesi dentro di loro, la sentono crescere, muoversi. Fa parte di loro. E poi…più nulla. Avanti con un altro parto.

    2. Giorgio

      A questo punto lo hanno capito anche i sassi tutti che “Filomena” è il solo solito trollone travestito da donna.
      Sprizza femminilità da tutti i pori, come Vladimir Luxuria!

      1. Ellas

        @Giorgio: 😀 😀

        sì, è chiaro già da tempo. Per me è anche un allenamento: tempo fa mi sarebbe stato difficile esprimere la mia opinione su internet perchè sono timida.

      2. filomena

        Trollone travestito da uomo sarai tu, io sono una donna felice di esserlo come sempre più sono oggi per fortuna le donne. Solo qui a Tempi le donne sono rimaste all’ottocento.

  3. Davide

    Mamma mia!
    Huxley aveva il dono della profezia… evidentemente!
    Andatevi a leggere “Il mondo nuovo” (del 1932!!)… è tutto scritto lì…

    speriamo che, almeno in alcune cose, si sbagli!!

    1. Ellas

      O forse ha avuto una visione dato che faceva un certo uso di allucinogeni.

      Comunque aveva ragione. Leggetevi “Brave new world”. Trovate la trama anche su wiki.

      Pazzesco! Mi verrebbe da chiedere a Filomena…secondo te il loro istinto materno, quando sanno che non possono neanche tenere il bambino dato che sono considerate contenitori, a che livello è?

      E vorrei anche chiedere alla signora/signorina se da buona femminista lei è favorevole o contraria l’utero in affitto. Se lo è un punto a suo sfavore, perchè essa è un’autentica svalutazione per la donna.

      La signora Agacinski (femminista) se le definisce schiave moderne un motivo c’è.

      Proporre questa cosa alle donne indiane…è come offrire un pranzo luculliano ad uno che muore di fame: una vera tentazione.
      Facile che le donne in questione siano paria: vedove o non indù, come ad esempio cristiane o musulmane, comunque fuori casta.

      Una volta le vedove le bruciavano con il marito, ora vivono di carità. E guai a sposare un o una paria: pena la morte.

      Bisogna vedere questa cosa non solo dal punto di vista del sì, prenderebbero i soldi, darebbero la possibilità a coppie gay o etero di avere un figlio e così via. Quel che dico è…sulla pelle di quante poveracce bisogna costruire il futuro altrui?

      Io lo vedo proprio come lo chiamano: una fabbrica.

  4. domenico b.

    In tempi in cui l’agricoltura è in crisi ( si dice che consumiamo meno carne), l’allevamento di esseri umani potrebbe essere una soluzione per nuovi investimenti. Le stalle italiane potrebbero essere riconvertite e adattate a questa nuova economia, magari con un bell’orto vicino per una rigorosa dieta vegana.

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