In onore di Simona, morta «martire» nella strage di Dacca, «costruiremo una chiesa in Bangladesh»
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tratto da Acs – «Simona è stata uccisa in odio alla fede e per questo abbiamo voluto ricordarla anche sostenendo i cristiani perseguitati». Così don Luca Monti, fratello della vittima, spiega la decisione di fare una donazione ad Aiuto alla Chiesa che Soffre in onore di Simona, uccisa a 33 anni assieme al bambino che portava in grembo nel tragico attentato alla Holey Artisan Bakery di Dacca, avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 luglio scorsi.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]La famiglia Monti contribuirà, tramite ACS, alla costruzione della Chiesa di San Michele ad Harintana, piccola cittadina del Bangladesh meridionale appartenente alla diocesi di Khulna. «La nostra è una famiglia cristiana – afferma don Luca, parroco della Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo di Santa Lucia di Serino in provincia di Avellino – e consideriamo martirio la morte di Simona e di tutte le altre vittime di quel drammatico attacco. Abbiamo quindi preferito delle esequie semplici, per poter realizzare un’opera di bene in favore dei cristiani perseguitati. E lo abbiamo fatto attraverso Aiuto alla Chiesa che Soffre, perché è una fondazione pontificia e perché realizza splendidi progetti per i nostri fratelli perseguitati in odio alla fede».
Di sua sorella don Luca ricorda in particolare la dedizione al lavoro e la «amorevole determinazione». Il sacerdote nota inoltre come al di là della grande sofferenza, la famiglia Monti tragga forza dalla consapevolezza che Simona sia stata uccisa in ragione della sua fede. «È stato molto toccante ascoltare mio padre dire: “Ho dato a Dio un figlio sacerdote ed una figlia martire”».
Foto Ansa
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