In morte di De Mita, avversario politico con un senso sincero del bene comune

Di Roberto Formigoni
26 Maggio 2022
Eravamo entrambi della Dc, ma lui preferiva il Pci e Scalfari. Ci siamo contrapposti su molte cose, ma il suo è stato un esempio di passione per la politica
Roberto Formigoni con Ciriaco De Mita al 16/o congresso nazionale della Dc il 27 febbraio 1984
Roberto Formigoni con Ciriaco De Mita al 16/o congresso nazionale della Dc il 27 febbraio 1984

Nel maggio 1982 Ciriaco De Mita divenne segretario della Dc in un periodo critico per il partito. Un anno prima i cattolici, e la stessa Dc, avevano perso il referendum teso a eliminare la legge sull’aborto, e fu una sconfitta pesante (59 per cento a 31).

Il partito in quegli anni aveva dato vita alla cosiddetta “Assemblea degli esterni”, per cercare di recuperare il rapporto con il mondo esterno, cattolico e non. L’Assemblea si svolse nel dicembre dell’81 e io ne fui indubbiamente uno dei principali protagonisti. Nella primavera successiva si tenne il Congresso e con gli amici di Movimento Popolare appoggiammo De Mita segretario, nella speranza di un vero rinnovamento. De Mita mi fece una corte spietata perché mi candidassi alle politiche dell’83, ma io rifiutai, preferendo rimanere presidente nazionale del Movimento Popolare. Fu una nuova sconfitta per la Dc, che passò dal 38 al 32 per cento.

A quel punto accettai la candidatura alle europee del giugno 1984. La Dc risalì ma fu comunque superata per la prima volta dal Pci. Io risultai primo degli eletti e fui scelto, con l’assenso di De Mita, come presidente della prima e più importante commissione del Parlamento europeo.

Da quella fase in poi, tuttavia, i nostri rapporti si deteriorarono perché De Mita preferì optare per un rapporto preferenziale col Pci (ed Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica). Noi ritenevamo più coerente e più vicino ai nostri valori proseguire in un’alleanza con i partiti laici e il Psi.

Ho rivisto altre volte De Mita, ovviamente, ci siamo confrontati spesso senza trovare un punto d’accordo. Per questo le nostre alleanze furono piuttosto con Andreotti, Forlani, Donat Cattin e i loro amici.

Esprimo il dolore e il cordoglio alla famiglia e ai suoi amici. Un uomo come De Mita, che arriva a far politica fino quasi a cento anni, come sindaco del suo piccolo paese, Nusco, è un esempio di passione e di senso del bene comune che va ammirato.

Abbiamo discusso e ci siamo contrapposti su molte cose, oggi ribadisco il rispetto per la sua testimonianza.

Foto Ansa

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