Il titolo più grottesco l’ha fatto Repubblica: “Un vento riformista sulla regione corrotta”. Parli di Lazio? Campania? No. La regione caricaturata è ovviamente la Lombardia e il grottesco d’autore è firmato Gad Lerner, uno dei privilegiati ricchi sfondati del monocolore tv. Uno che sogna (ce l’ha detto lui) il cardinal Tettamanzi al Cupolone e Prodi al Quirinale. Insomma, uno dei grandi occhi orbi al sistema che ha fatto secca l’Italia da Torino in giù. (Ma quante intercettazioni avete letto sui giornali del caso Mps-establishment Pd? E del caso Penati, già capo della segreteria del Pd di Bersani, vi risulta pervenuto un solo starnutino telefonico?).
Ma loro si ripetono. “Vento del cambiamento”. Sì, con sul palco del “cambiamento” sotto la Madonnina il trio Giuliano Pisapia (autore di una formidabile frenata dell’economia milanese e addetto alla moltiplicazione delle tasse), Bruno Tabacci (ex presidente democristiano della bollita Lombardia di Prima Repubblica e che adesso veste Vendola), Romano Prodi (l’uomo che ha negoziato l’euro a misura tedesca e adesso si coltiva la Cina). Questo infatti sarebbe il rinnovamento: la sinistra che da quarant’anni manca il governo del Pirellone – e perciò la Lombardia è stata economicamente forte, socialmente libera – che adesso ne tenta “di ogni” pur di mettere in scacco un posto italiano dove regime non c’è.
Lerner sente la vittoria a portata di mano. Perché è convinto che la gente sia ben cucinata dalle inchieste e perché non vede reazione alla boria del Bersani-Monti. Noi, invece, che crediamo nell’intelligenza dei lombardi, siamo speranzosi che Lerner e i suoi no pasarán. E speriamo in un Bobo Maroni alla Abramo Lincoln.