In Francia con la maglia della Manif non si può votare: «La famiglia è un simbolo politico» ([link url=www.tempi.it/in-francia-con-la-maglia-della-manif-non-si-puo-votare-la-famiglia-e-un-simbolo-politico-video]Video[/link])

Di Leone Grotti
27 Marzo 2014
È quanto successo a Bruno, 54 anni, domenica scorsa a Tolosa: «È una violazione della libertà di pensiero e di voto, una negazione della democrazia»

francia-manif-tolosa-famiglia-votoIndossi la maglietta della Manif pour tous? Allora non puoi votare. È l’incredibile situazione che si è trovato a vivere domenica scorsa Bruno, cittadino di Tolosa di 54 anni, che si è recato a votare in Francia per le elezioni municipali della sua città.

DIVIETO DI VOTARE. Bruno è entrato nel seggio elettorale numero 20 con la maglia senza slogan raffigurante un padre e una madre che tengono per mano due bambini. E Pierre Vanicat (nella foto con Bruno), presidente del seggio, non l’ha lasciato entrare perché «portatore di un evidente simbolo politico».
Dopo dieci minuti di discussioni, Bruno è stato costretto a tornare a casa a cambiarsi, mentre altri cittadini assistevano increduli. Come André-Joseph, che ha dichiarato al Le Figaro: «È una violazione della libertà di pensiero e di voto, una negazione della democrazia».

«LA FAMIGLIA È POLITICA». Un breve filmato riprende l’epilogo della discussione tra Bruno e il presidente del seggio: «Quindi non posso votare per questa immagine della famiglia?», chiede Bruno. «Esatto». «La famiglia è politica forse?». «Esattamente», è la risposta di Pierre Vanicat.

«IDEOLOGIA MORTIFERA». L’articolo 3 della Costituzione proibisce ai cittadini di entrare in cabina di voto esponendo un segno visibile dell’intenzione di voto. Ma la Manif pour tous non è un partito e non ha politici di riferimento. Ecco perché Bruno «si riserva la possibilità di fare causa per abuso di interpretazione del diritto». Un altro cittadino presente al seggio ha commentato: «Rifiutare l’accesso al voto a qualcuno solo perché difende la famiglia è segno dell’ideologia mortifera che ammorba la Francia».

I PRECEDENTI. Il caso di Bruno ricorda quello di Franck Talleu, a cui è stato impedito di fare un pic-nic in un parco di Parigi con la sua famiglia perché aveva la maglia della Manif. Fermato, è stato portato di forza al commissariato. Come denunciato dalla presidente Ludovine de la Rochère a Tempi, «con la nostra maglietta non ti fanno entrare neanche nei musei».
A inizio mese infine è scoppiato il caso di Anna, giovane russa a cui la polizia ha negato il permesso di soggiorno a meno che non avesse accettato di spiare i suoi compagni della Manif pour tous.

@LeoneGrotti

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35 commenti

  1. Il Perculatore

    A me piacciono le donne e quindi ho tutto il diritto di creare una famiglia che pero’ non la posso chiamare tradizionale o naturale perche’ si offendono gli omosessuali.
    In compenso gli omosessuali hanno il diritto di impedirmi di considerare la mia famiglia come tradizionale o naturale, un controsenso non trovate?
    Dato che nel loro nucleo famigliare non possono essere padre e madre ma solo padre e padre o madre e madre, tolgono a me il titolo di padre un controsenso non trovate?
    Praticamente loro possono imporre il loro modo di vedere sempre e cmq e tolgono a me tutte le cose a cui tengo … bisogna fare qualcosa di definitivo!!!

  2. guido

    La famiglia esiste da sempre. Ogni tentativo di etchettatura è sterile e oretestuodo. La famiglia non è ne’di destra ne di sinistra. La famiglia non dipende da un credo religioso. Semmai al contrario ci si dovrebbe stupire del fatto che solo alcuni partiti e solo alcuni credi religiosi ne riconoscano l’importanza sociale mentre altri stiano cercando di distruggerla.

  3. guido

    La famiglia esiste da sempre. Ogni tentativo di etchettatura è sterile e oretestuodo. La famiglia non è ne’di destra ne di sinistra. La famiglia non dipende da un credo religioso. Semmai al contraruo ci si dovrebbe stupire del fatto che solo alcuni partiti e solo alcuni credi religiosi ne riconoscano l’importanza sociale mentre altri stiano cercando di distruggerla.

  4. filomena

    @Toni
    Personalmente…senti senti non ho mai fatto uso di droga e credo che perdere il contatto con la realtà che ti circonda sia una…. boiata pazzesca per dirla alla Fantozzi. Inoltre quel genere di dipendenza è molto pericolosa quindi me ne sono tenuta sempre alla larga. Vedi dunque che non tutti quelli che approvano il 68 rientrano in quegli stereotipi da te descritti.
    Poi è vero che non ho la pretesa di dare risposte univoche che valgano per tutti, quindi non mi scandalizzo se uno mi dice che approva questo tipo di esperienza.
    Ognuno fa quello che vuole della propria vita e qui so tu ci andrai duro con le critiche.

    1. Toni

      @Filomena

      Che ragionamento è? Non puoi pensare di essere il centro del mondo, … e non puoi giudicare una realtà partendo dal fatto che tu non ti droghi!
      La diffusione della droga ha avuto dal 68 un imput FONDAMENTALE! Punto!

      Questo fatto poi … di essere accomodante… “ognuno fa quello che vuole della propria vita” è si… una boiata! Se Io mi drogo…. e guido la macchina? Se io mi drogo… e non vedo mio figlio che gioca con la corrente elettrica? Ognuno ha delle responsabilità verso se stesso e verso gli altri.

      PS – ” Ognuno fa quello che vuole…” mi ricorda l’8 falsa somiglianza buddista: “(I) L’(dis)interesse personale, erroneamente preso per altruismo.”

      1. filomena

        Io non mi considero il centro del mondo, era solo per dire che non si possono costruire stereotipi del tipo tutti quelli che approvano il 68 sono dei drogati. E’ troppo semplicistico ragionare così.
        Del resto proprio perché non sono il centro del mondo non posso nemmeno essere responsabile del comportamento degli altri, ognuno risponde per se. Il discorso della guida poi non riguarda solo l’uso di stupefacenti ma anche per esempio di alcool che mi risulta essere un problema che risale a ben prima del 68 anche in termini soprattutto di violenza domestica. Inoltre mi sembra che ci sono giustamente leggi che colpiscono chi si mette alla guida sotto l’effetto di droghe o alcool. Se però uno scusa da solo a casa sua si fa una canna credo che sia affar suo non credi?

        1. Toni

          @Filomena

          non svuotare un discorso in questo modo… parlavamo di droga della sua diffusione e di come sia diventata anche avallata culturalmente. Me lo riduci al fatto che tu non ti sei drogata e ad … una canna… fai finta di non capire?

          Non essere centro del mondo significa appunto non leggere la realtà egotisticamente ed interessarsi… senza imporsi, al bene degli altri. E’ difficile?

          PS – Sarò dogmatico e retrò, ma non trattarmi da sciocco.

          1. filomena

            Non ti tratto da sciocco, almeno se l’ho fatto non era certamente voluto e mi scuso. Interessarsi al bene degli altri può significare tante cose ma credo sia sbagliato dare giudizi morali sui comportamenti altrui. Si può per esempio concretamente aiutare chi ne ha bisogno ma senza avere la pretesa di dirgli come deve comportarsi. La droga é un problema se parliamo di dipendenza oltre ai danni fisici che certe droghe sintetiche causano. Aiutare queste persone significa conoscere la loro storia far si che vengano presi in carico dai servizi che di questo problema si occupano, non credo che li aiuti dar loro giudizi sul comportamento in se. Rispetto alla cultura del 68 che avrebbe determinato un incremento delle tossicodipendenze, questo é vero solo in parte in quanto l’uso di queste sostanze arriva da molto lontano. Se ti interessa ti posso dare degli articoli e atti di convegno che raccontano la storia dell’uso delle sostanze a partire da molti secoli fa.

          2. Toni

            @ Filomena

            Credo che sia sbagliato esprimere giudizi morali sui comportamenti altrui in maniera farisaica, non per dire come stanno le cose, accompagnando questo dalla partecipazione ed il rispetto.

            E’ chiaro che nel caso della droga ci sono “servizi” che devono aiutare (medici, psicologi), ma è il minimo. La cosa più importante se vuoi bene ad una persona è la presenza. Preoccuparti per lui, essere disponibile a qualsiasi ora a lui e alla sua famiglia, confortare una madre che piange, una moglie sconfortata, giocare con i suoi figli. Fare sentire che lui è importante per te , che non è solo, e che su di te può contarci. Questo per me trasmette l’amore per la vita… “i servizi” alleviano sintomi… e basta.

            Non consideralo una mancanza di rispetto il fatto che ti dico (ed in fondo ti giudico) che il tuo è un ragionamento freddo (nota…stesso rimprovero che altri ti fanno), perché esclude una gamma di sentimenti umani per riporre la soluzione in un moloch chiamato Stato (con i servizi).

          3. filomena

            OK nessun problema di rispetto se argomenti il motivo. In realtà io non intendevo escludere tutte quelle azioni che hai citato, che vanno benissimo.La mia era una risposta più mirata ai servizi sanitari per deformazione professionale. La verità è che le risposte sanitarie che vengono date, almeno per la realtà che conosco io, sono integrate con i servizi sociali e con le associazioni oltre che con la famiglia all’interno di progetti personalizzati che si avvalgono di strumenti come per esempio il budget di salute. Se vuoi posso continuare a parlare dei servizi rivolti alla tossicodipendenza e ti assicurò che si lavora assolutamente on una ottica di collaborazione tra pubblico (cioè quello stato che cita i tu) e volontariato, terzo settore.
            Come vedi io pur accettando le tue critiche ti faccio notare che conosco l’argomento più approfonditamente di quanto magari ti aspettassi

  5. VivalItalia

    Aarriga ma facciamocela sta maglietta o no???

  6. Giovanni

    Non ci sono famiglie inferiori o superiori, esiste solo LA FAMIGLIA: uomo e donna uniti per tutta la vita. Il resto è IDEOLOGIA-LAVAGGIO DEL CERVELLO.

  7. michele

    Davvero credi che i credenti agiscano per eterodirezione?
    Quali pregiudizi e quale presunzione! Li avrà sfruttati il Mussolini, ma quelli che elenchi sono i principi che hanno mandato avanti il mondo fino al 1968, quando è subentrata la società del io voglio, io misento.

  8. filomena

    La famiglia in Italia è sempre stata un cavallo di battaglia della destra il cui slogan è appunto: Dio, Patria e Famiglia.
    Poi se la patria in un mondo sempre più globalizzato ha perso il senso dei confini, la famiglia tradizionale non risponde più ai bisogni dei cittadini e diventa opprimente e alla fine nessuno per definizione ha le prove che Dio esista, allora magari uno si può finalmente rendere conto di essere cresciuto e non aver più bisogno di un padre padrone che lo faccia votare a destra.

    1. viccrep

      sig filomena
      la famiglia non è di destra ne di sinistra è la famiglia uomo donna bambini o meglio padre madre figli, non c’è ne un’ altra è così fin dalla creazione.
      se ancora non è riuscita a dimostrare l’esistenza di dio con la sua sola ragione e osservazione almeno si chieda come mai non ha bisogno di comandare il proprio respiro, il battito del proprio cuore?
      nella materia del corpo dell’uomo non esistono automatismi è il suo spirito che la fa vivere e quando se ne andrà nessuno potrà fermarlo, solo uccidendosi allontanerà il suo spirito da sé.
      Questo spirito è donato a ogni uomo nell’istante del suo concepimento e ne determina la sua fisicità la sua psiche il suo essere maschio o femmina, il legame è profondo
      è lo spirito che contiene il corpo che si diffonde in esso, e lo sviluppo armonioso della mascolinità o femminilità così splendidi e così diversi formano la persona nella sua interezza e unità.
      scindere il corpo dallo spirito riduce il corpo a un oggetto, ciò che vuol fare il gender, è la distruzione dell’uomo o donna non è progresso è morte.

      1. filomena

        Non riuscire a dare una risposta al perché il cuore batte autonomamente ecc. non significa necessariamente che è intervenuta la mano di Dio. Mancherebbe per così dire il nesso tra causa ed effetto. Poi tutto il discorso dello spirito lascia ancor più a desiderare in quanto a verificabilità.
        Ciò non significa che magari sarà proprio come sostiene lei ma da questo a darlo per certo e condizionare tutti i comportamenti sociali di conseguenza mi pare quantomeno una forzatura.
        Personalmente credo che il 68 abbia rappresentato il salto di qualità per per una società che era sempre più anacronistica e ferma all’800.
        Il rischio oggi è quello di fare passi indietro rispetto alle conquiste fatte.

        1. Toni

          Il elogio del 68 … pure questo hai tra i tuoi “optional” Filomena… tu oggi vedi i frutti di questo salto di qualità?

          La famiglia…. destra e sinistra… conosci come sono (purtroppo per loro) le persone nate senza una famiglia?

          Dio …. se non sai se esiste o meno (detto da te)dovresti dedurre che non sai se tutto è frutto del caso o meno …. e dovresti accettare l’idea che ci sono cose non soggette a verificabilità (almeno nel senso che intendi tu).

          1. filomena

            I frutti del del 68. E’ difficile sintetizzare in poche parole le differenze tra la generazione precedente e la mia che è cresciuta con la consapevolezza di essere padrona del proprio futuro. Come dire ho respirato aria di libertà e sono sempre stata una ribelle. Ho avuto anche la fortuna di avere una mamma che pur essendo stata inevitabilmente condizionata dagli stereotipi sociali della sua generazione mi ha trasmesso un valore che io considero fondamentale e cioè l’autonomia nelle scelte e la responsabilità che ne consegue a livello personale. A casa mia i ruoli sono sempre stati intercambiabili e questo è stato per me una bandiera.
            Nel bene e nel male (pagandone giustamente anche il prezzo) ho fatto sempre quello che ho voluto sfidando anche le convenzioni.
            E per questo devo dire grazie al 68.
            La mancanza di determinazione delle ultime generazioni secondo me è dovuta al fatto che noi erroneamente abbiamo pensato che le conquiste una volta fatte sarebbero semplicemente acquisite e non abbiamo motivato i giovani a mantenerle vive. Il rischio è questo la mancata consapevolezza delle potenzialità individuali che non permette di fare progetti.
            Poi su Dio il discorso è assolutamente personale e dipende anche qui dalla necessità di darsi delle risposte trascendentali in assenza di progetti personali in questa vita terrena. Un demandare ad altri le proprie scelte e anche le responsabilità. Avere cioè bisogno di un padre padrone, sia pure nel senso buono del termine.

          2. giovanni

            “Consapevolezza di essere padrona del proprio futuro” (?) affermazione demenziale!!!!

          3. giovanni

            Cresciuta ribelle, libera, autonoma, ecc. ecc. e poi?………ringrazio la mammina, e il paparino no?

          4. Toni

            @Filomena (ovvero… esiste una cosa sulla quale sono d’accordo con lei?)

            Te lo sei personalizzato il 68… per questo gli dici grazie. Tiri dalla tua “fortuna” 68ina la “regola generale” di una diffusa consapevolezza e padronanza del proprio futuro.

            Io credo che non è stato una novità sul piano storico, che ha costituito una degenerazione della realtà, un atto di ribellione scomposta ma non rivoluzionaria, che la “consapevolezza” e “padronanza” del proprio futuro è stato smarrito ….. e provocatoriamente… un crimine contro l’umanità.
            Basterebbe guardare i frutti (non solo quelli che ti piacciono) … Filomena, in tutti i campi :

            PS : ti faccio notare che hai scritto “ho avuto anche la fortuna di avere una mamma ”
            e dovresti analizzare di più quello che scrivi.

          5. filomena

            Probabilmente hai ragione quando dici che avrei dovuto analizzare un po’ meglio quello che scrivo perchè molto spesso non è facile sintetizzare in poche parole un pensiero complesso e articolato.Se il tuo riferimento in questo caso era ”
            “ho avuto anche la fortuna di avere una mamma”, non puoi estrappolare questa frase dal contesto dove era inserita e dargli, se interpreto bene, un tuo significato. Io intendevo dire che la fortuna stava nel fatto che lei mi ha trasmesso l’idea molto forte dell’autonomia individuale, che considero un valore, pur essendo cresciuta lei in un contesto che per le donne in particolare, di autonomia c’era pochina. Le riconosco quindi il merito di essere riuscita ad emanciparsi sia pure in un contesto difficile. Se tu invece intendevi semplicemente la fortuna di avere una mamma, ok ma questa è per così dire una fortuna che dipende da chi ti mette al mondo non da altro. Rispetto al 68 poi non è che tu abbia articoato la tua opinione molto approfoditamente al di la di definirla provocatoriamente un crimine contro l’umanità.
            Questa è un po’ una tua caratteristica e cioè quella di approndire molto il pensiero degli altri ma molto meno il tuo. Questo ti consente spesso di rivoltare le parole altrui ma senza essere propositivo. io ho parlato di come ho vissuto io il periodo, è chiaro che questo può essere diverso per altre persone ma almeno io mi sono esposta a dire la mia in un contesto dove sapevo perfettamente che sarei stata attaccata. Tu giochi in casa per cui potresti avere un po’ di più coraggio.

          6. Toni

            @ filomena
            Mi sopravvaluti, non sono uno stratega della dialettica, rispondo con le emozioni.
            Ho letto “mamma” ( tra parentesi…la mia… è stata la mia fortuna) ed ha perso di significato la contestualizzazione (che ti avrebbe messo al centro dell’attenzione).
            Ho pensato al significato della parola “mamma” nel 68: una sovrastruttura, un ruolo imposto, una forma di controllo del potere maschile ecc. (tu sai trovare sicuramente altre 100 espressioni). Ho pensato pure, in quell’istante, che per il 68 tua madre aveva il diritto di abortirti, di reputarti il frutto di un caso (definizione in un film…” un incidente spermatico”), di trascurarti , di avere una libertà di letto … con te lì… ed essere sorda alla tua presenza (non intendo solo fisica) ecc. ecc. ecc. (ed anche qui tu puoi continuare con la lista delle “consapevolezze”).
            Poi ho trovato paradossale il tuo dire “ho avuto anche la fortuna di avere una mamma” perché lo visto come il ricorrere ad un qualcosa di antico per difendere la sua negazione (non so se l’ho spigato bene.. non sono un talento nello scrivere) .
            Insomma… niente di speciale… solo una reazione non meditata di cui capisco i limiti (mi puoi obiettare: “ ah ah .. toni, ti sei fatto un film!” Oppure…. “Questo discorso in questo luogo non ha senso”!
            PS:
            Poi se vuoi parlare del 68…ok.. scuola?… famiglia…?…droga?
            Non ti difendere ….attaccami pure “selvaggiamente”!
            PSS Hai letto la mia “ambivalenza”

          7. Toni

            @ filomena

            Mi sopravvaluti, non sono uno stratega della dialettica, rispondo con le emozioni.
            Ho letto “mamma” ( tra parentesi…la mia… è stata la mia fortuna) ed ha perso di significato la contestualizzazione (che ti avrebbe messo al centro dell’attenzione).
            Ho pensato al significato della parola “mamma” nel 68: una sovrastruttura, un ruolo imposto, una forma di controllo del potere maschile ecc. (tu sai trovare sicuramente altre 100 espressioni). Ho pensato pure, in quell’istante, che per il 68 tua madre aveva il diritto di abortirti, di reputarti il frutto di un caso (definizione in un film…” un incidente spermatico”), di trascurarti , di avere una libertà di letto … con te lì… ed essere sorda alla tua presenza (non intendo solo fisica) ecc. ecc. ecc. (ed anche qui tu puoi continuare con la lista delle “consapevolezze”).
            Poi ho trovato paradossale il tuo dire “ho avuto anche la fortuna di avere una mamma” perché l’ho visto come il ricorrere ad un qualcosa di antico per difendere la sua negazione (non so se l’ho spigato bene.. non sono un talento nello scrivere) .
            Insomma… niente di speciale… solo una reazione non meditata di cui capisco i limiti (mi puoi obiettare: “ ah ah .. toni, ti sei fatto un film!” Oppure…. “Questo discorso in questo luogo non ha senso”!

            PS:
            Poi se vuoi parlare del 68…ok.. scuola?… famiglia…?…droga?
            Non ti difendere ….attaccami pure “selvaggiamente”!

            PSS Hai letto la mia “ambivalenza”

          8. filomena

            OK la famiglia e la scuola le abbiamo sviscerate….
            Sulla droga però voglio prima sapere cosa ne pensi tu. Il mio pensiero ti stupirà…..

          9. Toni

            Droga: quello che viviamo oggi nasce dal 68:

            Senti questo maestro:
            ” I ribelli di oggi vogliono vedere, udire, sentire cose nuove in modo nuovo; essi collegano la liberazione con la dissoluzione della percezione ordinaria ed ordinata. Il viaggio con la droga (trip) comporta la dissoluzione dell’ego formato dalla società stabilita – una dissoluzione artificiale di breve durata. ma la liberazione artificiale e PRIVATA anticipa, sia pure in maniera distorta, l’esigenza di liberazione sociale” – E’ …. Marcuse.

            Poi , è inutile dirti come è finita: si è partiti dalla rivoluzione che doveva cambiare il mondo, ma si è realizzato con la droga, da parte dai singoli diventati “liberi” e “consapevoli”, un loro “singolo” PRIVATO mondo artificiale.

            Maestri della bit generation hanno (letteralmente) drogato pure loro i figli.
            Tutto questo, non so come la pensi tu, lo leggo anche in correlazione con il crollo della scuola, della famiglia famiglia e di ogni autorità… anche quella razionale.

            L’argomento è certamente ampio….

          10. Simone

            Ma ti rendi conto da quanti sterotipi è fatto il tuo pensiero?
            Prova a rileggerlo.
            Quello che a te sembra un percorso fatto di libertà ed autonomia in realtà è pieno di frasi e di concetti presi dal giornale, che tristezza!
            Ti sei liberata dell’unico padrone e sei piena di niente (o di tanti altri padroni?).
            Complimenti!

            Una volta mi è stato detto:
            Due tipologie di persone sono veramente libere: l’anarchico e il profondamente religioso, tutte le altre sono schiave del potere e/o del mondo.
            Ma la prima è sostanzialmente impossibile.

          11. filomena

            Se c’è una capacità che avete voi credenti convinti è quella di “rigirare le frittate” a vostro vantaggio. Ma senti chi parla di stereotipi. Se io parlo come i giornali, OK ma tu scimmiotti i vangeli. Almeno io sono più attuale.

          12. mike

            i frutti del ’68 sono che di questo passo cambierà il nord europa a livello etnico. e ciò è parte di una strategia più ampia. in ogni caso rifletti su cosa proponeva il ’68 e sulle conseguenze. una cosa la dico io: il ’68 ha pubblicizzato la droga, tramite anche certe rockstar. di droga si muore. o ci si rovina l’organismo irrimediabilmente. poi ce la fai a formarti una famiglia? il ’68 è solo un collage di pratiche che porta alla morte morale e demografica un popolo o una intera civiltà. voi 68-ini siete, nella lunga storia umana, le persone più ottuse schiave mentalmente e quindi strumentalizzate. ma credete di essere libere e con mente aperta.
            se non altro riflettici i costumi sono degenerati, e negli anni 60 cose come i cortei, i concerti dei doors o cose simili rischiavano di destabilizzare la società. di solito il potere cerca di impedire ciò. allora no. il r’n’r’ e le idee del ’68 fecero tutto il loro corso fino ad oggi. coi problemi sociali inclusa la delinquenza. come mai il potere, che voi detestate, permise ciò? ma perché così voleva. serviva per corrompere la società, scristianizzarla, e farla calare demograficamente (nel frattempo entravano altre etnie/culture, ma guarda un pò). il potere che detesti non è in fondo cristiano. si è servito di voi per i suoi scopi che non sono certo difendere la fede cristiana, bensì il contrario. vi ha resi pirla e vi usato come, appunto, dei pirla.

          13. filomena

            Il tuo problema è se riuscirai o meno a farti una famiglia o se si estingueranno gli esseri umani?
            Alla fine siamo tutti qua malgrado il 68, e poi perché mai dovrei essere schiava visto che ti ho appena detto che ho sempre fatto bene o male quello che volevo, aggiungo io anche grazie a quella che tu definisci degenerazione dei costumi? Forse perché la religione ha assunto sempre meno importanza a livello collettivo? Magari perché le persone hanno dimostrato di saperne fare a meno e vivono di più nel presente e con i piedi per terra. Fino ad ora comunque mi sembra che l’umanità non si sia ancora estinta e probabilmente per i prossimi 2,3 secoli questo dubito che avverrà. Da li in poi (e anche ovviamente molto prima) non credo che sarà un problema ne’ mio ne’ tuo. Per cui rilassati e carpe diem.

          14. mike

            se non riesco a farmi una famiglia sarà a causa delle donne di facili costumi (quelle su strada che si pagano sono più oneste a confronto. anche perché sono schiave) e delle lesbiche. se poi ho io qualche problema nessuno finora mi ha mai aiutato a capirlo. se siamo ancora qui nonostante il 68 è perché la mentalità del 68 ha attecchito col tempo. altrimenti davvero l’occidente sarebbe spopolato o quasi. poi anche tu segui una religione. ogni visione della vita si può definire religione. che sei libera non credo, troppe volte ho sentito discorsi come i tuoi. fammi il piacere! tu e molta gente libera “dalla” religione siete schiavi di una altra religione, quella pagana. e perché dico pagana forse neanche lo sai spiegare come non sai non sapete spiegare nulla delle vostre presunte certezze. in fondo il vostro credo è “Dio non esiste, ogni cosa che qualcuno sente è lecita, deve poterla fare, togliersi gli sfizi, e se per farlo pista i piedi a qualcuno beh pazienza occorre essere svegli” (su quest’ultimo punto salta fuori il darwinismo che è in voi). tale mentalità porta alla preistoria, alla barbarie. ti piaccia o meno hanno messo in testa a molti tale visione della vita tramite i mezzi di comunicazione, stampa inclusa. se ti guardi dentro capirai che in fondo è come dico. tu parli di rispetto ma se devi tutelare i tuoi cavoletti del tuo prossimo non te ne può fregare di meno. siete tutti uguali. capito uno/a hai capito tutti.

          15. mike

            ho un commento in moderazione nel quale ho scordato di dirti una cosa. cioè non ti capisco. che ci stai a fare qui? qualcuno ti ci paga? tanto qui è difficile che fai cambiare idea a chi la pensa diversamente da te. forse temi che chi pensa come te cambi idea leggendo gli articoli del sito. o non so che dire. ma tanto chi te lo fa fare? le cose che vuoi sono molto vicino all’essere fatte anche da noi. magari non si fanno per altro tempo ma è pensabile che sia proprio questione di tempo. aspetta e basta.

        2. Tommasodaquino

          “ma da questo a darlo per certo e condizionare tutti i comportamenti sociali di conseguenza mi pare quantomeno una forzatura.”

          mi scusi invece dare per certo il suo convicimento non è una forzatura?

    2. Grillo Parlante

      “La famiglia in Italia è sempre stata un cavallo di battaglia della destra il cui slogan è appunto: Dio, Patria e Famiglia.”
      Magari!
      Anzi come dicono a Roma:
      “MAGARA!”
      “Il mondo globalizzato… Il senso dei confini… la famiglia tradizionale non risponde più ai bisogni dei cittadini… diventa opprimente”
      Maddeché ahò!
      Se non c’era la famiglia “opprimente” a fare il “welfare”, con questa crisi avevamo già incominciato a mangiarsi tra noi come gli zombi!
      Eppoi:
      “le prove che Dio esista… rendersi conto di essere cresciuto… padre padrone che lo faccia votare a destra…”
      A parte che se non c’era lo stipendio o la pensione del “padre padrone” col cacchio che ci stavi al computer scrivere stronzate acca ventiquattro (o pensi che noi si creda davvero che tu e il tuo pusher campiate coi sesterzi che vi dà l’Arcigay?), ma lascia perde’ va’!
      insomma, a Filomè… MACCHESTAIADDÌ?!

    3. Cisco

      Filomena ha ragione, infatti Mitterand, Napolitano, Togliatti, Gramsci, Obama e De Blasio sono sporchi fascisti. Addirittura la moglie del neo sindaco di NY si è convertita da omo a etero senza neanche bisogno di teorie riparative, reazionaria che non è altro! La prossima volta andrò a votare con le mutande arcobaleno, sono proprio curioso di vedere cos’ha da dire il presidente di seggio e a quale livello siamo in Italia!

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