Ilva. Il ministro Guidi convoca i sindacati

Di Chiara Rizzo
03 Luglio 2014
A due anni dall'avvio dell'inchiesta giudiziaria il percorso della super acciaieria sembra destinato al declino. Non si hanno certezze sugli stipendi da versare e nemmeno sulle strategie: i sindacati chiedono l'intervento dell'esecutivo

Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha convocato per oggi pomeriggio i sindacati per discutere del caso Ilva. Un incontro al Mise con i confederali c’era già stato ieri pomeriggio, e vi avevano preso parte Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e il commissario dell’Ilva Piero Gnudi: ma secondo i sindacalisti nel faccia a faccia non è stata fornita alcuna risposta sui problemi più scottanti per lo stabilimento siderurgico.

I PROBLEMI SUL TAVOLO. Sono diversi i quesiti rimasti aperti o sospesi per i dipendenti dell’Ilva. Ieri è già stato chiarito solo che gli stipendi del mese di giugno saranno versati entro il 12 luglio, mentre inizialmente si temeva che non arrivassero proprio. Inoltre è stato comunicato che il premio di produzione slitterà probabilmente (almeno) di un mese: occorre attendere che le banche eroghino all’Ilva un prestito ponte che servirà a pagare gli stipendi poi sino alla fine dell’anno. Non c’è nessun’altra sicurezza per il resto. Per il prestito ponte si continua a trattare con le banche, come d’altra parte aveva già iniziato a fare l’ex commissario Enrico Bondi, sino ad un mese fa. Si continua a trattare anche con la Procura di Milano per l’uso dei soldi sequestrati ai Riva per reati fiscali vari. Per quanto riguarda la messa in atto dell’Aia, i lavori necessari continuano ad essere in ritardo (di tre mesi) sul cronoprogramma, e per quanto riguarda i nuovi azionisti si continua a non aveere nessuna certezza. Tra le manifestazioni d’interesse c’è quella del gruppo franco-indiano di Arcelo Mittal, che a giugno ha già inviato due volte una delegazione di propri tecnici in visita di controllo all’acciaieria di Taranto: ma questa manifestazione d’interesse non è l’unica, per cui ancora non c’è nulla di definitivo. I sindacati hanno confermato uno sciopero l’11 luglio, con una manifestazione degli operai a Roma diretta a palazzo Chigi per chiedere al governo che, a due anni dall’inizio della vicenda giudiziaria, segua più da vicino il destino della super acciaieria, che pare destinata ad un cammino in declino.

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