Il Torino Film Festival dà il premio Gandhi al film No Tav. «Penoso»
Sull’uso ideologico dei premi artisti e culturali c’è una lunga letteratura e di molto la si potrebbe estendere. Il premio “gli occhiali di Gandhi” al Torino Film Festival conferito al documentario “Qui” di Daniele Gaglianone, che si propone di raccontare il movimento No Tav, da parte del Centro studi “Sereno Regis” per più di un osservatore sembra potersi ascrivere a questa casistica.
Il Centro studi dedicato al partigiano non-violento, animatore di diverse esperienze del cattolicesimo progressista e seguace di Aldo Capitini prematuramente scomparso, ha premiato il film «per aver saputo raccontare in modo onesto e diretto come una comunità stia portando avanti da tempo una lotta per i diritti e i beni comuni con molteplici strumenti nonviolenti. Una riflessione sulla democrazia che rovescia gli stereotipi della politica e dell’informazione».
SINISTRA AL CAVIALE. Tra le voci più critiche quelle del senatore del Pd Stefano Esposito, che sottolineato che «notoriamente schierato con i No Tav, ospita nella sua sede tutte le conferenze stampa del movimento No Tav. Il TFF ha tra i suoi riconoscimenti il premio Ghandi, assegnato dal Centro studi Sereno Regis. Indovinate a chi hanno dato il premio? Al documentario No Tav di Daniele Gaglianone. Chi l’avrebbe mai detto. Solo in questa città possono capitare cose come questa, peraltro a spese dei contribuenti. Davvero penoso».
Della stessa opinione l’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino, attuale responsabile Trasporti e Logistica di Forza Italia: «Non entro nel merito della qualità artistica del film anche se la visione santificatoria della protesta No Tav è smentita dai magistrati torinesi. Dico solo che Gandhi si rivolterà nella tomba. La cultura al caviale torinese conferma la sua posizione antistorica».
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