Lettere al direttore
Il titolo del libro di Amicone l’ha inventato Amicone
Adele Sorbi
In effetti ha rilasciato una serie di dichiarazioni che non ci sono piaciute. Lei ha sempre detto di non voler intervenire sulla legge sull’aborto, ma di essere a favore di politiche per la vita e di voler valorizzare queste ultime (in sostanza, la stessa posizione di Giorgia Meloni in Italia). Interpellata sulla legge del governo che consente alle ragazze di 16 anni di interrompere la gravidanza senza il consenso dei genitori, ha ribadito che «bisogna cercare di evitarlo» ma, piuttosto a sorpresa, ha anche detto che, pur stando il fatto che i genitori devono essere informati, «se una donna è decisa ad abortire deve poterlo fare». Così facendo Ayuso s’è smarcata rispetto alla posizione del suo partito, espressa dal leader Núñez Feijóo, secondo cui una minore per abortire deve avere il permesso dei genitori. Peccato.
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Luigi Amicone l’anarcoresurrezionalista. Non mi è piaciuta questa definizione che date di Luigi Amicone. Io con Luigi ho vissuto anni indimenticabili nello stesso appartamento quando eravamo universitari, ho mangiato con lui, ho girato con lui l’Italia, ho incontrato tanti amici. Amicone non era anarcoresurrezionalista, era tutt’altro, non aveva niente di questa etichetta. Seguiva fino in fondo l’avvenimento cristiano che aveva incontrato, era libero non nel senso di “fare ciò che piace”, ma libero nel senso vero; era obbediente al carisma di Cl, era autorevole, sapeva affascinare, era capace di comprendere la realtà nella sua interezza. Questa definizione pertanto non dice niente di lui. Era esattamente il contrario.
Mario Emanuele Amman
Caro Mario, “anarcoresurrezionalista” era una definizione ironica che Amicone dava di sé. Pare che l’ideatore dell’espressione sia stato Giovanni Testori e, in diverse occasioni, Gigi l’ha utilizzata per spiegare quale fosse la sua natura di cattolico battagliero e non clericale. Dunque, non so perché a te non piaccia, ma a Gigi certamente piaceva come spiegò bene il cognato Francesco Valenti durante la presentazione del libro a Sassari: «“L’anarcoresurrezionalista”: il gioco di parole è sul calco di “anarco insurrezionalista”; è un gioco di parole in cui la parola “insurrezionalista” è stata sostituita da “resurrezionalista”, e che, pare, venne attribuito a Luigi per la prima volta da Giovanni Testori, che lui ha conosciuto in giovane età e frequentato, ed è una definizione che Amicone sentiva molto sua. Perciò, con gli amici di Tempi, che hanno curato questo libro, si è pensato fin da subito che fosse la definizione di sé che lui più avrebbe amato».
Caro Mario, il libro è bellissimo, fidati. Lo trovi qui.
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Segnalo una iniziativa della diocesi di Milano che mi sembra interessante. Il servizio famiglia della Diocesi milanese, in collaborazione con il Movimento terza età, l’Associazione Nonni 2.0, Adultipiù e Famiglie Nuove, ha organizzato nel mese di ottobre tre serate per nonni e genitori dal titolo “Nonni: una dimensione tutta da esplorare”. Le serate erano on line, la prima sull’essere anziani prima che nonni, la seconda sul rapporto nonni-figli, la terza sulla relazione nonni-nipoti. Sorprendentemente, le tre serate on line hanno visto un numero di iscritti imponente (800 persone, probabilmente molte erano coppie) e, poi, una media di partecipanti di 500 persone, pure esse spesso in coppia. Si è voluto cogliere lo spunto delle ricchissime catechesi del Papa sugli anziani che hanno impegnato tutto l’anno. La struttura di ogni serata era composta da brevi video delle catechesi del Papa, da domande alla psicologa Mariolina Migliarese e alla mediatrice familiare Costanza Marzotto, poi da testimonianze di nonni e nipoti.
La folta partecipazione, cui seguiranno liberi momenti di lavoro tra gruppi sul territorio per confrontare la propria esperienza con gli spunti dati, indica un bisogno su cui è opportuno riflettere. A me sembra sia quello di voler capire di più il significato della propria quotidiana vita di famiglia: il significato di quelle relazioni così importanti ma anche così travolte da tutte le invadenze possibili, dal digitale, dai media, dai ritmi impossibili, in una parola dalla cultura dominante. Un gesto creativo di un nonno col nipote, una bella tradizione familiare che cosa conta nel contesto attuale? Il fatto è che l’idea che non conti ci ha convinto e ci rende poco attenti alla vita quotidiana familiare, così sembra che ciò che accade in famiglia non meriti alcuna narrazione, se non quella della cronaca nera, a favore dell’opera di distruzione della famiglia. Un dato interessante mi sembra che, invece, la filmografia ne parli. Ma se questa esperienza è negata, è negata tout court l’esperienza. Una nota che mi fa riflettere: di questo imponente numero di iscritti pochi erano genitori, un po’ come se il rapporto tra le generazioni entri anch’esso nella trascuratezza. È come se l’individualismo si ripercuotesse in famiglia a livello generazionale, anche se poi spesso i figli hanno bisogno dei nonni come baby-sitters dei nipoti.
I video delle tre serate sono reperibili a questi link: primo incontro – secondo incontro – terzo incontro.
Innocenza Laguri Lucini
Grazie, ieri sera è stato molto bello anche l’incontro “Nonni, genitori, nipoti. La famiglia larga e solidale, pietra angolare della sussidiarietà” cui hanno partecipato Gian Carlo Blangiardo, Francesco Belletti, Peppino Zola. Trovate il video qui.
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