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La preghiera del mattino

Il risveglio dell’atlantismo sulla linea Meloni-Rutte-Merz

Di Lodovico Festa
22 Gennaio 2025
Il ruolo tutt’altro che semplice dell’Italia tra l’Unione Europea e Trump, le resistenze dei filocinesi e filorussi Orbán e Prodi, la disperazione di Macron. Rassegna ragionata dal web
Il segretario generale della Nato Mark Rutte a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni il 5 novembre scorso (foto Ansa)
Il segretario generale della Nato Mark Rutte a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni il 5 novembre scorso (foto Ansa)

Il segretario generale della Nato Mark Rutte a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni il 5 novembre scorso (foto Ansa)

Su Formiche Giovanni Castellaneta scrive: «Tra i grandi Stati dell’Unione Europea, l’Italia è quella che attualmente – piaccia o no – ha il governo più affine a livello ideologico a quello che sta per entrare in carica negli Stati Uniti. Questa relativa vicinanza può costituire un punto di forza per avvantaggiarsi rispetto agli altri partner europei e cercare un rafforzamento dei rapporti bilaterali. È la difesa dell’interesse nazionale, dunque, il driver principale nell’aver orientato la scelta di Meloni. In un momento in cui la nuova amministrazione statunitense promette di alzare ulteriormente le barriere commerciali nei confronti dell’Unione Europea, è coerente dal punto di vista italiano cercare un canale preferenziale – puntando anche sulla positiva relazione personale di Meloni con Trump e con Elon Musk – per raggiungere obiettivi importanti a livello economico ch...

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