Il processo a Formigoni in Cassazione. Riassunto per i distratti
Manca poco più di una settimana all’udienza che darà inizio al processo finale contro Roberto Formigoni, condannato in secondo grado a sette anni e sei mesi (pena aggravata rispetto a quella inflitta nel primo grado di giudizio), per presunta corruzione sugli investimenti in sanità tra il 2001 e il 2006, tra il suo secondo e terzo mandato di governatore della Lombardia. Gli stessi anni in cui la legge che ha istituito le funzioni non tariffabili, un metodo innovativo utilizzato per primo da Regione Lombardia e copiato in seguito da tutte le Regioni italiane, riconosce alcuni miliardi di euro soprattutto agli ospedali pubblici (l’85 per cento) per migliorare la qualità delle loro prestazioni a favore dei malati. Solo il 15 per cento è andato agli ospedali privati, come lo Ieo ma anche le fondazioni Maugeri e San Raffaele che secondo il castello di accuse sarebbero state favorite da Formigoni attraverso atti e delibere in cambio di «utilità per un valore di almeno sei milioni di euro» a vantaggio del governatore, viaggi e vacanze offerti dai suoi amici, l’imprenditore Piero Daccò e l’ex assessore regionale alla sanità Antonio Simone.
C’è qualcosa che non torna
Eppure, questo è stato verificato fino all’ultimo centesimo, i soldi sono stati utilizzati per le cure dei malati. Eppure non è mai stata riscontrata l’evidenza di una sola mazzetta, di un solo passaggio di denaro proveniente da Daccò e Simone, nessun atto amministrativo, tra le 41 delibere che secondo i pubblici ministeri dovrebbero rappresentare la prova lampante della corruzione di Formigoni, porta la sua firma. Atti approvati in collegialità da una giunta di 17 persone e ritenuti regolari dall’avvocatura della Regione, dal Tar, dalla Corte dei Conti regionale, dal Consiglio di Stato. Non solo: lo stesso tribunale penale che ha condannato Formigoni in primo grado ha assolto i dirigenti di Regione Lombardia perché ha ritenuto i loro atti regolari.
Qual è il reato?
Possibile che in tanti anni anche l’opposizione (agli atti è certificato il voto favorevole dei consiglieri del Pd) sia stata condizionata dal “potente” Formigoni? E perché nessuna struttura lombarda ha mai fatto ricorso al Tar per smascherare i presunti favoritismi del governatore? Nessuna uscita quotidiana, né spesa ricorrente: secondo i pm anche questa sarebbe una prova dell’utilizzo di risorse pescate altrove da Formigoni per provvedere alle sue necessità quotidiane. Eppure, Formigoni lo ha spiegato, nella comunità dei Memores Domini funziona così: le spese sono amministrate da un solo membro che riceve a inizio anno una cifra pro quota dagli altri.
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