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Il principio grillino della giustizia come denuncia, vendetta, tortura

Dove può finire un paese con un parlamento occupato da gente che vuole la morte non solo penale, ma civile, economica e umana di Formigoni e Del Turco?

Luigi Amicone
16/04/2021 - 1:00
Giustizia, Politica
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Manette in Senato tra gli scranni del M5s
Un paio di manette usato in Senato durante una protesta del M5s

Cronache dalla quarantena bis / 28

I grillini e la loro carta da pescheria sono ributtanti per molte ragioni. In cima alle quali sta naturalmente il senso della legge e della giustizia come vendetta e tortura. Il principio “giuridico”, tra molte virgolette, del ripagare il male compiuto con la stessa moneta. Insomma, la legge della clava e del taglione diecimila anni dopo l’uscita degli uomini dalle caverne.

Immaginate lo Stato grillino: un posto dove da mattina a sera ci si scanna. In parole e opere. Per la semplice ragione che tutte le mattine ti alzi e vuoi non trovare qualcuno con cui prendertela? Un motivetto d’odio qualsiasi per aggiustare giornate da disoccupati mentali? Il loro comico è così. Sublima l’odio per la vita con una professione che lo ha fatto ricco nel trasformare in barzelletta ogni cosa che tocca.

E decideranno pure il capo dello Stato

Questa condizione umana tragica – che lo accomuna a personaggi come Francesco Merlo che però ha un tasso di cinismo gaglioffo in più e poi è troppo sofisticato – è anche la molla di una politica che vorrebbe presentarsi come un hotel di lusso a Copenaghen e che nei fatti è invece uno scooter di giustizieri di bassa Napoli.

Ecco, dopo quanto ha scritto Emanuele Boffi sul berciare di questi che solo il mancato scioglimento delle Camere da parte del Quirinale ha salvato dall’oblio e dal reddito di cittadinanza (e adesso ce li teniamo sul groppone fino al 2023 a tenere in pugno il Parlamento e a eleggere il prossimo presidente della Repubblica, capite?, poiché sono 300 in Parlamento e non ce n’è uno buono!), vorrei aggiungere ulteriori elementi di giudizio.

Guardatevi allo specchio

Primo elemento. Se a Roberto Formigoni e a Ottaviano Del Turco è stato restituito giustamente il vitalizio è prima di tutto per merito di costoro – quei tali di cui parliamo qui sopra – che hanno sputato addosso ai due ex parlamentari.

Cito la nota di Dagospia:

«Lo sblocco del trattamento pensionistico per Roberto Formigoni non è una valutazione soggettiva della commissione contenziosa del Senato, ma la fedele applicazione della legge. In particolare, la legge 26/2019 art. 18 bis in materia di reddito di cittadinanza consente la sospensione dei trattamenti previdenziali solo ai condannati per i casi di mafia, terrorismo o evasione. Era quindi impossibile e contraria alla legislazione vigente una decisione diversa da quella assunta. Di fatto è la legge dei grillini che ha ridato il vitalizio a Formigoni».

Chiaro no? Fatta la legge sul reddito di cittadinanza e capito che molti non incensurati avrebbero avuto problemi, si sono attrezzati per migliorarla nel senso evidenziato sopra. Dunque, punto primo, razza di falsari e di ipocriti, perché non vi guardate allo specchio prima di sputare sugli altri?

Non basta ragliare e sbavare

Punto secondo. Ma anche se non ci fosse stata questa somma falsità o – che sarebbe peggio – fatale ignoranza di gente che sta in parlamento non sapendo le leggi che vota: cosa significa la canea che si è lanciata ad addentare di scandalo il verdetto della giunta del Senato che ha ristabilito il giusto vitalizio a due condannati con sentenze definitive (uno dei quali per altro in tragiche condizioni che esigono cure costose)? Tu puoi e devi – come succede nei tribunali – motivare risarcimenti, sequestri, pignoramenti. Ma non puoi togliere a nessuno, nemmeno a un assassino, quel poco o tanto che ha fatto nella vita e che gli spetta come pensione.

Oppure certo che lo puoi fare. Ma non come asino che raglia e cane che sbava. Devi farlo con le leggi, essere conseguente e presentarti con le credenziali politiche, intellettuali e giornalistiche di chi vuole e propone la tortura e la pena di morte per legge. Magari sparando in bocca ai Formigoni, impiccandoli per i piedi, sciogliendoli nell’acido come fa la mafia. Che problema c’è? Siamo tutti ispirati figli della giustizia secondo Beppe Grillo, figli tipo quello che aspetta un rinvio a giudizio che non arriva mai, chissà perché.

Vergogne che non fanno indignare

E veniamo al terzo punto. Suggeritomi da un amico della sinistra e consigliere comunale a Milano, Franco D’Alfonso, già ispiratore della giunta arancione di Giuliano Pisapia. Il quale mi ha fatto notare questo, il giorno della canea Grillo&Travaglio, cito il messaggino di D’Alfonso:

«Su Repubblica nella stessa pagina c’è questa notizia sui “vitalizi” a Formigoni che fa indignare Buffagni, Taverna e i 5 stelle e una sul fatto che la Moby della famiglia Onorato in fallimento ha pagato 2 milioni di euro al blog di Grillo e 600 mila euro a Casaleggio e associati per “sensibilizzare l’opinione pubblica” ai problemi della navigazione, senza che risulti indignazione di Taverna, Buffagni o altri». 

L’onestà di una giunta militare

Vado al quarto e ultimo punto per trarre qualche conclusione da questa peste – altro che il Covid – che ci hanno regalato gli scrittori e i giornali servi di quel potere, nazionale e internazionale, che vuole ridurre l’Italia a un popolo di camerieri. O di barboni, qualora non si sottomettesse alle chiaviche manettare non a caso in prima linea a sostenere brutture liberticide come la legge Zan. 

Non mi sembra che chiunque abbia orecchie per intendere e occhi per vedere possa non darsi da sé la risposta: dove credete che possa andare un paese che chiama i direttori delle colate di bava a dirigere i pensieri della gente dalla televisione? Dove può finire un paese se all’onestà di una giunta militare che fucila o spara in bocca o appende per i piedi i delinquenti o gli oppositori del mainstream (come noi), preferisci le unghie pulite di chi va a quotarsi in Borsa grazie alle veline giudiziarie (di inchieste pagate con le tasse degli italiani) e si fa fico e ricco sulle carcasse delle disgrazie altrui?

Pulitissimo sangue cattivo

“Fiero di essere un delatore” ha cinguettato Alessandro Gassmann dopo aver denunciato i suoi vicini di casa con ospiti in più rispetto al previsto governativo. Bravo. Applausi. Ma dove vai con gente così, che ha un orizzonte ideale grande come un paese in cui ogni sera vai a letto con il cruccio di chi devi spiare e denunciare, il mattino ti sforzi di alzarti e mettere in circolo il pulitissimo sangue cattivo? Il sangue dell’odio, della mormorazione e dell’invidia sociali, perché sai che paga, che fa audience, che ti danno la tv e che guadagni di più, poiché alla fine tutto ciò è anche la cifra di uno stile di informazione e di un modo di fare le leggi? Ma ci meritiamo una guerra civile seria. Altroché.

Foto Ansa

Tags: Beppe GrilloMovimento 5 StelleOttaviano Del TurcoRoberto Formigonivitalizi
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