Il mondo a pezzi sfida la diplomazia della Santa Sede
Quando le truppe tedesche entrarono a Bruxelles, nell’estate del 1914, la Chiesa cattolica si preparava al Conclave che avrebbe eletto il successore di Pio X. Il Papa era ancora «prigioniero in Vaticano» e i cardinali si trovarono subito a risolvere un bel dilemma: chi eleggere? Intanto, bisognava scartare i porporati provenienti dai Paesi in guerra, poi quelli che avevano la nazionalità di un Paese alleato di quello in conflitto, infine i nunzi apostolici accreditati nei Paesi belligeranti. Calcolando che in Cappella Sistina, allora, entrarono solo 57 cardinali, la scelta era limitata e difficile. Il consenso ricadde non a caso su un diplomatico, il cardinale Giacomo della Chiesa, arcivescovo di Bologna con lunga esperienza in Segreteria di Stato. Mite, taciturno, erede della scuola del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, pareva l’uomo adatto per tenere il timone della Chiesa in tempi così oscuri come quelli che si presentavano per l’Europa. Benedetto XV è passato alla storia per […]
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