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Il “Decreto rave party” è migliorabile, ma non è una “legge manganello”

Di Piero Vietti
03 Novembre 2022
Il nuovo articolo del codice penale che punisce i "raduni pericolosi" ha dei limiti, ma ha un obiettivo chiaro e non punirà qualunque tipo di assembramento. Abituati ai Dpcm, poi, ci siamo dimenticati che il Parlamento può modificarlo
Rave party Modena
Due ragazzi lasciano il rave party nei pressi di Modena, lo scorso 31 ottobre, dopo l'intervento della polizia (foto Ansa)


Al primo Consiglio dei ministri, questo lunedì, il governo Meloni ha introdotto nuove misure su Covid, ergastolo ostativo, riforma della giustizia e rave party. Forse perché mediaticamente più  "facile", quest'ultima è quella che ha fatto più discutere. Sul tema l'esecutivo ha introdotto per decreto una modifica all’articolo 434 del codice penale criticata da molti, non soltanto nell’opposizione, per la sua eccessiva vaghezza.
«L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica», recita il nuovo articolo 434-bis «consiste nell'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l'ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Chiunque organizza o promuove l'invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a...

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